L’apertura dell’anno speciale di sant’Agapito

«Un tempo di cambiamento» l’auspicio del cardinale Matteo Zuppi

È iniziato con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eminenza il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, l’anno dedicato al santo prenestino Agapito nel 1750° anniversario del martirio. Dopo l’accoglienza presso l’episcopio il Cardinale si è diretto, a piedi, con il Vescovo verso la Cattedrale, accompagnati dalla Banda e dalle autorità. Arrivati in duomo c’è stato il momento di incontro con il Capitolo dei Canonici della Cattedrale.

È poi iniziata con qualche minuto di ritardo la Messa in Piazza Regina Margherita. Nel suo saluto di benvenuto il Vescovo ha voluto ricordare anche i 40 anni dalla visita di Giovanni Paolo II, che celebrò su quella stessa piazza. La Messa, una intensa e partecipata celebrazione, è stata animata nel canto dal coro guidato da suor Alessia Pantaleo, accompagnato dall’orchestra. Si è aperto così un tempo speciale di grazia, di cambiamento nella diocesi di Palestrina, e anche per quella di Tivoli, per conoscere e riscoprire il giovane santo patrono, e riflettere sul martirio, sui tanti martiri dei nostri giorni.

E nella sua omelia, dopo un ricordo personale del tempo trascorso a Palestrina, dove Zuppi è nato come sacerdote, del legame di affetto, della presenza di fede, della comunità, ed un accenno al cardinale Confalonieri, prozio, figura molto rigorosa, l’arcivescovo ha ricordato la missionaria Annalena Tonelli, uccisa nel 2003 a Borama, una città nella regione Adal del Somaliland, vicino al confine con l’Etiopia e i tanti cristiani martiri, è dello stesso 17 agosto la notizia di quattro chiese incendiate nel quartiere cristiano di Jaranwala, alla periferia di Faisalabad, nello stato del Punjab in Pakistan.

Come Agapito non è sceso a compromessi con il potere dell’imperatore Aureliano ed il culto da lui promosso, così Zuppi ha invitato i fedeli presenti e quelli collegati tramite la diretta sul canale Youtube diocesano a non accogliere la mentalità commerciale, “l’algoritmo mercantile”, per cui vali solo se conviene, che oggi è imperante, ma a vedere nell’altro un uomo, che se è “non buono” è solo perché non ha incontrato chi sia stato capace di accoglierlo ed amarlo, come Dio ci ama anche se siamo peccatori, e ci cambia. Agapito aveva conosciuto questo amore gratuito di Dio e non lo ha voluto abbandonare.

Agapito, “amato ed amabile”, tante volte nella sua riflessione il cardinale ha ripetuto questo concetto, «dovrebbe essere il secondo nome di tutti»; in ciascuno dovrebbe brillare quella luce interiore capace di diradare le tenebre, quell’amore che brilla ed orienta. Il Signore ci chiede di amare, per questo il cristiano si sacrifica, è questione di amore, ed i martiri in questo seguono Cristo. Il martirio libera dall’algoritmo mercantile.

«In questo tempo – ha detto Zuppi – siamo chiamati noi a dare questa testimonianza di amore; sentiamoci tanto amati, diventiamo per questo amabili», persone che non hanno paura di andare controcorrente e testimoniare.

È seguita poi la processione con le reliquie del santo.

Maria Teresa Ciprari