L’apostolato dei laici nella Chiesa e nel mondo

Presso il Santuario di N.S. di Fatima in San Vittorino Romano, venerdì 17 febbraio il prof. Vittorio Sozzi, già responsabile del Servizio Nazionale del Progetto Culturale della C.E.I., ha guidato il quarto incontro relativo a “I Venerdì del Concilio”; tema della riflessione l’Apostolicam Actuositatem, il Decreto emanato dal Concilio Vaticano II sull’apostolato dei laici.

Il prof. Sozzi affronta l’argomento ricordando il suo cammino nell’Azione Cattolica, la partecipazione ai campi diocesani, la sua formazione alla luce dei documenti conciliari; il Concilio è passato, ma ha una continuità nella vita della Chiesa, anzi, la Chiesa italiana di oggi è una Chiesa conciliare.

L’Apostolicam Actuositatem introduce nella Chiesa l’azione dei laici; intorno a questa tematica ruotano altri testi fondamentali quali l’Ad Gentes, la Gaudium et Spes e l’esortazione apostolica post sinodale emanata da Giovanni Paolo II il 30 dicembre 1988, la Christifideles Laici che attualizza e rilancia il ruolo dei laici nella Chiesa e nel mondo.

Il decreto si preoccupa di fissare il ruolo dei fedeli laici: nel proemio e nel primo capitolo del documento, che tratta in particolare della vocazione dei laici all’apostolato, tornano termini come zelo, apostolato, testimonianza, fermento, legati al linguaggio di allora, ma tuttora validi, perché racchiudono l’idea di persone che in nome del Vangelo e per il Vangelo danno la vita, non rinunciando alle proprie scelte, ma vivendole alla luce del Vangelo, dando una chiara testimonianza a Cristo, non dimenticando una attiva partecipazione alla liturgia.

Il secondo capitolo chiarisce quali siano i fini dell’apostolato dei laici. Il laico nella sua vita è persona che vive la comunità cristiana e persona che, in nome del Battesimo, vive la dimensione temporale; è insieme un fedele e un cittadino, le due identità non sono separate, anima la comunità cristiana e in nome del Battesimo vive nella società. Vive il suo apostolato nella chiesa e nel mondo, è un apostolato di evangelizzazione e santificazione. Il fedele laico deve testimoniare in parole ed opere, è suo dovere la carità cristiana, il servizio alla persona.

Nell’esercizio dell’Apostolato si è soprattutto fratelli che condividono; sia Paolo VI che Giovanni Paolo II sollecitavano i ragazzi a diventare testimoni tra i loro coetanei.
Nel capitolo terzo sono presentati i vari campi dell’apostolato: le comunità ecclesiali, la famiglia, i giovani, l’ambiente sociale, l’ordine nazionale e internazionale, si analizzano tutti i campi dove testimoniare, parlando con riferimento al Vangelo.

Nel quarto capitolo si affrontano i vari modi che può assumere l’attività apostolica, considerando prima l’apostolato individuale e poi quello associato: «I laici possono esercitare l’attività apostolica o individualmente o uniti in varie comunità e associazioni».

Diverse realtà sono nate alla luce del Concilio, forme di testimonianza individuale e forme comunitarie. In Italia opera una realtà viva che aiuta a mantenere l’apostolato ed è la parrocchia, una realtà che aiuta il fedele laico che non aderisce ad associazioni, ma ugualmente vive momenti nella comunità e matura la sua esperienza di fede.

Nella quinta parte si parla dell’ordine da osservare, il fedele vive l’apostolato in unione con chi è chiamato a reggere la chiesa. Il 25 maggio 1981 la CEI pubblica una nota pastorale indicando come possano rapportarsi le diverse associazioni tra loro, gli stessi Vescovi diano consegne su specifici compiti assegnati alle diverse associazioni.

L’ultimo capitolo è dedicato alla formazione da impartire in vista dell’apostolato. Si parla di formazione umana e integrale, sottolineandone l’indole secolare; sapendo che i fedeli sono chiamati a vivere nel secolo, nella storia, siano aiutati a comprendere, a leggere, a capire: «Il laico impari a tutto vedere, giudicare e operare alla luce della fede».

Dopo il Concilio abbiamo vissuto una stagione di grandi fermenti e di scontri, ma si è anche vissuta una stagione che ha cercato di far passare il rinnovamento in cui la figura del laico è fondamentale. Oggi dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di tornare a leggere quei testi che ci aiutano. Mai è stata negata la necessità di un rinnovamento, di un’attenzione al tempo in cui si vive, di qui la grande responsabilità del laicato nel cammino futuro della Chiesa.

Claudia Lupi