L’arrivo della Madonna di Quintiliolo

L’icona della Madonna accolta nel Duomo di Tivoli, dove resterà per tre mesi

L’epidemia ha impedito, per il secondo anno di seguito, la processione in onore della Madonna tanto cara ai tiburtini. Ma le strade della Città, quest’anno, si sono ugualmente vestite a festa, con i bellissimi colori di infiorate realizzate spontaneamente. Maria è arrivata tra i suoi figli “a sorpresa”, come una Madre che, nonostante le difficoltà e i gravi rischi sanitari, non lascia soli i suoi figli per nulla al mondo, ben conoscendone le angustie e le speranze. La sera del primo maggio l’icona ha lasciato il santuario e ha raggiunto la Cattedrale in forma privata, mentre la comunità parrocchiale era riunita per il rosario dei bambini. “A causa della pandemia che impedisce assembramenti, non abbiamo potuto portare questa immagine per le nostre strade”, ha ricordato mons. Parmeggiani, tuttavia davanti a lei il popolo si è nuovamente riunito per la celebrazione della Santa Messa della V domenica di Pasqua il 2 maggio, giorno della festa. Nel suo commento al vangelo di Giovanni sulla vite e i tralci, il Vescovo ha sottolineato come “guardando a Maria e accogliendo l’invito evangelico”, il proposito di ogni cristiano deve essere quello “di rimanere innestati come tralci alla vite, sapendo che la vite che è Cristo è una vite che non muta, è verità fedele alle promesse che fa”. La riflessione ha investito anche l’attuale momento di emergenza, con l’aspirazione a uscire dal tunnel della crisi, legittima in sé ma chiamata anche a diventare profusione di vita nuova che il Vangelo di Cristo annuncia e promette. “L’uomo ha sempre bisogno di eccedenza” perché “vivere è un effluvio, un eccesso: è generazione di vita”. E allora bisogna “seminare in questo mondo il dono dello Spirito Santo, la vita stessa di Dio di cui il tralcio innestato nella vite si nutre”. Proprio Maria, “con la sua fedeltà a Dio, con la sua capacità di ascolto e di concretizzare l’ascolto”, viene a ricordarci come la fede sia chiamata a portare frutto con abbondanza di gioia e di amore.

Antonio Marguccio