Da anni, i pellegrini di Olevano, percorrono due strade diverse, quella della Compagnia tradizionale, via Affile, Altipiani di Arcinazzo, Vallepietra e quella alternativa che transita per Subiaco Monte Livata, Monte Autore, da parte di gruppi di giovani organizzati per proprio conto, e per anni questa divisione è stata occasione di scontri e incomprensioni. I componenti di uno di questi gruppi hanno accettato di raccontare le loro esperienze e le loro motivazioni.
Perché preferite il percorso di Monte Livata a quello tradizionale della Compagnia?
Pino – I nostri genitori percorrevano queste strade oltre 70 anni fa. All’inizio solo qualche cacciatore si avventurava su queste montagne e poi riferiva della scoperta di un nuovo sentiero che col passaparola diveniva ideale per chi cercava la strada migliore per raggiungere il Santuario di Vallepietra. Oggi si può dire essere una tradizione.
Secondo alcuni questa strada è meno impegnativa di quella della Compagnia?
C’è anche chi dice che noi passiamo da questa parte solo per fare “Panarde”. Pensare cioè a dedicarci a pranzi e cene goliardiche, perché tutti insieme ci fermavamo a mangiare seduti davanti ad un falò. Oggi non lo possiamo più fare per i vari divieti di campeggio, di transito con automezzi sulle strade bianche, di accensione dei fuochi.
Posso dire che il cammino è molto duro perché nello zaino, che portiamo per tutto il percorso, mettiamo tutto l’occorrente per affrontare le difficoltà di ogni genere, fisiche e meteorologiche, per tre giorni. Dalla semplice vescica ai piedi, alla pioggia, al caldo ed alla neve. Sicuramente nessuno è perfetto..
In compenso potete godere della vista di bei panorami?
Risponde Fabrizio – Questo ripaga di tutte le fatiche. Già uscendo dal bosco, dopo aver raccolto i fiori (i famosi ambiti pennacchi), vedere i prati di Monte Livata, con gli animali al pascolo, è uno spettacolo emozionante.
Proseguire poi verso il piazzale de “Le Vedute” , dove si giunge all’alba, scendere quindi verso la sorgente degli “Scifi”, per le caratteristiche vasche realizzate con tronchi di legno, dopo esserci fermati a recitare una preghiera presso la Croce posizionata lungo il sentiero e continuare verso il santuario, è un’emozione dietro l’altra.
Grandi emozioni abbiamo ricevuto con la celebrazione della Messa presso il Crocifisso a Monte Autore nel mese di luglio/agosto, e presso i giardini di Monte Livata per noi pellegrini, grazie al direttivo della Pia Associazione (Compagnia) iniziata circa 10 anni fa.
Oggi, purtroppo, molti gruppi si sono ridimensionati, i giovani che percorrono questa strada hanno altre esigenze, e qui in piazza non rimane nessuno.
Siamo orgogliosi di aver contribuito alla formazione di alcuni ragazzi che hanno seguito consigli ed esperienze. Primo fra tutti il Diacono Maurizio Baldi, che ogni anno sente il desiderio di continuare ad accompagnarci, prima di riunirsi alla Compagnia appena giunti al Santuario.
Pino e Fabrizio – In questi ultimi anni i rapporti con gli organizzatori del Pellegrinaggio sono migliorati anche grazie al cambiamento dei vertici che hanno dimostrato sin da subito, un approccio più collaborativo e tollerante, come l’accettazione del Fazzoletto distintivo al quale è stato aggiunto, in basso, lo stemma di Monte Livata.
Per diversi anni noi che passiamo a Livata eravamo visti come il fumo negli occhi ed al rientro ad Olevano ci mandavano sempre in fondo al corteo, così decidemmo di non aspettare più l’arrivo della Compagnia, ma andavamo subito a casa. Ultimamente invece, siamo felici di collaborare ed unirci a loro già da Affile.
L’importante non è la strada che si percorre, ma la mèta, e come si predispone il cuore per il suo raggiungimento, “le piccole azioni compiute per aiutare un compagno, dando conforto, offrire un goccio di acqua, offrire un appoggio, – come ha detto il Diacono Maurizio Baldi, nell’omelia della messa Vespertina al rientro del pellegrinaggio – a condividere anche un biscotto per dare sollievo, è ciò che dovremmo riuscire a fare tutto l’anno e non lasciare che sia un momento isolato o limitato solo a questi tre giorni.” Dobbiamo sempre essere pronti a vivere in comunione con noi stessi e con gli altri.
Fabrizio Lanciotti