Le mura di Palestrina e lo spazio pubblico

Presso la biblioteca Fantoniana un convegno per conoscere e vivere la città

Lo scorso sabato 4 dicembre, presso la Biblioteca Fantoniana di Palestrina, si è tenuto un convegno dal titolo “Palestrina Resiliente. Le mura della città come risposta al bisogno di spazio pubblico”, promosso dall’ Associazione 42 con lo scopo di conoscere più a fondo la storia di Palestrina da una prospettiva strutturale in tutta l’evoluzione che questa ha subito nel tempo.

L’architetto Lea Stazi ha presentato ai numerosi presenti intervenuti il suo lavoro di ricerca “Palestrina passa e cammina, 4 km di mura da scoprire”, partendo da una indagine storica che ha visto la raccolta di dipinti e cartografie che riproducevano la cinta muraria, proseguendo con sopralluoghi nel corso dei quali ha avuto modo di realizzare una raccolta fotografica dei punti di interesse della nostra cittadina. Nello studio sono stati coinvolti i cittadini e sono state rilevate le loro impressioni sui canali social.

Dallo studio sono nate due proposte di itinerari archeologici, uno circolare detto ciclopico, della durata di quattro ore circa, ed uno trasversale che ripercorre la salita del pellegrino al Tempio della Dea Fortuna, della durata di due ore circa, seguendo lo sviluppo a terrazzamenti che ricorda la struttura delle città greche con acropoli, che nel nostro caso è Castel San Pietro Romano. Da questo studio è scaturito il programma Walk Wall, camminare lungo ed attraverso il muro, la cinta muraria, con tre parole chiave, attraversare appunto, connettere e partecipare, che fa appunto riferimento alla partecipazione attiva dei cittadini.

La soprintendente Diana Raiano ha successivamente ripercorso l’evoluzione della cinta muraria ed il suo legame con la città contemporanea. Sin dall’800 le mura hanno affascinato i viaggiatori stranieri che le hanno riproposte in acquerelli ed incisioni, fonti di grande importanza, soprattutto a causa della loro origine mitica, si pensava infatti che fossero opera dei Ciclopi o Pelasgi, per l’imbarazzante tecnica costruttiva. A partire poi da Pigorini, la fascinazione mitologica diminuisce ed iniziano le misurazioni dei blocchi poligonali, anche se poi si assiste ad un lungo periodo di silenzio nelle ricerche, dobbiamo arrivare al 2011 con Demma e Gatti per sentir parlare di Palestrina. L’architetto Gianluca Gasbarri ha presentato la sua tesi di laurea triennale, un lavoro di ricognizione sul sistema di fortificazione di Preneste, a partire da una indagine geologica che ha visto la ripulitura da erbacce di alcuni frammenti delle fortificazioni rinvenuti sul monte Ginestro.

Angelo Pinci ha illustrato ai presenti un sussidio didattico rivolto alle scuole di Palestrina, arrivato alla sua V edizione, un libretto da colorare con disegni sui punti di interesse della città realizzati dall’artista Walter Cicerchia ed altri artisti prenestini, per far conoscere ai piccoli le bellezze della città. Si è parlato dell’accessibilità culturale della città con Cristina Pinci, dell’associa-zione Workabile, con soluzioni ad hoc che permettano a tutti di vivere al meglio in base alle proprie esigenze e necessità.

A concludere il dibattito il sindaco Mario Moretti che ha prospettato la possibilità di considerare le piazze come salotti dove incontrarsi, arrivando nei centri con navette dopo aver lasciato le auto in parcheggi, sottolineando come spesso si tratti di un problema prettamente mentale e che l’amministrazione è chiamata ad educare con scelte coraggiose.

Giada Leonelli, direttore della Biblioteca diocesana