Le Quarantore della Settimana Santa

Una usanza che ha avuto un cambiamento radicale ad Olevano Romano è quella delle Quarantore della Settimana Santa. Spesso le persone parlano delle tradizioni che vanno sparendo e nessuno si preoccupa di mantenerle, possibilmente, senza cambiamenti o aggiustamenti, ma quando qualcuno cerca di coinvolgere queste stesse persone a portare avanti le nostre antiche usanze trovano ogni scusa per defilarsi, perché troppo impegnativo. Solamente 60 anni fa, succedeva che in piena notte, mentre tutti dormivano, qualcuno bussava ripetutamente alle porte delle case per avvertire gli inquilini che dovevano recarsi in chiesa perché era il loro turno dell’ora di adorazione.

In quel periodo il Ss.mo Sacramento veniva esposto per 40 ore consecutive, giorno e notte, e tutti si sentivano obbligati a non lasciarlo mai solo. Le donne si impegnavano la mattina ed il pomeriggio, mentre gli uomini, che il giorno erano impegnati per il lavoro, a turno si alternavano durante la notte. Ad ogni rione era assegnata un’ora ed un capo rione si occupava di avvisare tutti del turno assegnato ad ognuno. Se qualcuno non aveva la possibilità di partecipare per una qualsiasi motivazione, c’era sempre l’opportunità di partecipare all’ora stabilita per i Fratelli, che molti prediligevano perché erano presenti, con le loro vesti, tutti i fratelli delle Confraternite del SS Crocifisso, SS Sacramento e Sant’Antonio Abate. Si preparavano all’Oratorio di Santa Margherita ed in processione, pregando e cantando, si recavano in chiesa.

La Confraternita di Sant’Antonio Abate e la Pia Ass. Ss.ma. Trinità di Olevano continuano a portare avanti e far rivivere questa tradizione, certamente con modalità diverse rispetto a quelle di una volta ma sempre molto sentita, anche se solamente per l’ultima ora di adorazione del lunedì e martedì santo, con la recita dei vespri e la Reposizione, e la Santa Messa.
I confratelli si riuniscono ancora all’oratorio, quando il tempo lo permette, e cantando in processione scendono verso la Chiesa Patronale di S Margherita.

Fabrizio Lanciotti