Carissimi,
Il Documento “Noi pietre vive” consegnato alla Chiesa di Tivoli e di Palestrina nel tempo di Quaresima, offriva spunti di riflessione e disegnava l’orizzonte pastorale di riferimento al quale riferirsi ed entro il quale camminare.
Nel Documento ho scritto: “Il ritorno alle origini, infatti, conduce inevitabilmente all’esperienza spirituale del Battesimo: ogni uomo e ogni donna ricevono il dono dello Spirito Santo che scende e genera figli di Dio… Nel Battesimo comincia il cammino che si compie nei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana; non avere coscienza del Battesimo, o smarrirne l’importanza, vuol dire togliere fondamento e valore a tutta l’Iniziazione cristiana, riducendola alla ricezione di Sacramenti, considerati e vissuti, come riti fini a se stessi, senza un “prima” e un “dopo”. Il Battesimo rende figli di Dio nell’appartenenza essenziale al Corpo di Cristo che è la Chiesa, che non è una scelta, ma un’inevitabile e naturale conseguenza, come per un bambino abitare insieme ai suoi genitori. Il Battesimo dona senso nuovo alla visione dell’uomo, al senso della sua esistenza, fonda la dimensione vocazionale della vita e ogni aspetto etico”.
Accanto all’urgenza di fondare la scelta del discepolato sul momento del Battesimo, ravvivandone la memoria nei ragazzi e nei genitori, si richiamava l’attenzione allo spazio 0-6 anni dei bambini, importante fase “fondativa” dell’essere del bambino. Scrivevo: “Accogliamo bambini che tornano in comunità dopo 7 anni dal Battesimo e facciamo esperienza di come non hanno un senso di Dio o sono rari i casi nei quali questo accade. E’ forte dirlo, ma è reale: sono dei “piccoli atei battezzati”. Poche sono le famiglie che si preoccupano di rendere concreto l’impegno assunto davanti a Dio e alla comunità… Sappiamo come la fase 0-6 anni è essenziale poiché in essa si fonda la struttura (psichica, valoriale e spirituale) del futuro di ogni persona. In questa fase il bambino assume “in nuce” tutto ciò che poi svilupperà nel futuro della crescita… Peraltro il potenziale spirituale del bambino da 0 a 6 anni è molto spiccato. Non coltivarlo equivale a spegnere o comunque bloccare uno sviluppo armonioso e naturale della dimensione spirituale nel bambino… Poche sono le esperienze in campo nella fase post-battesimale. Alla luce della dimensione battesimale potremmo impegnarci per una proposta pastorale in questa fase delicata sia per il bambino che per i genitori”.
Nelle relazioni giunte dalle Vicarie e da alcune associazioni e movimenti dopo la pubblicazione del Documento, dai contributi del Consiglio Presbiterale e Pastorale e da quelli giunti durante il Convegno Ecclesiale celebrato il 15 giugno, è emersa la necessità di qualificare sempre meglio l’accoglienza e l’accompagnamento delle famiglie che chiedono il Battesimo per i figli, con un percorso serio teso a:
- accendere o ravvivare la motivazione di fede nei genitori;
- aprirsi all’esperienza comunitaria con un inserimento reale nella comunità
- maturare l’impegno successivo alla celebrazione del Rito ad educare alla fede i figli
- offrire un cammino che possa accompagnare la fase 0-6 anni.
La proposta
Nella Lettera Pastorale di prossima pubblicazione tutti i contributi e tutte le sollecitazioni verranno accolte, approfondite e tradotte in proposte pastorali. Ma intanto si chiederei di entrare nello spirito della Lettera e di tradurre in operatività quanto già emerso onde evitare che non si abbia il tempo necessario per attuare le scelte che verranno proposte nella Lettera stessa.
Sono pertanto a chiedere ad ogni Parroco, aiutato dal Consiglio Pastorale, di individuare alcuni fratelli e sorelle della comunità, coppie di sposi o singoli fedeli laici che si rendano disponibili a servire nella pastorale battesimale, laddove tali equipe non fossero già presenti.
Non basterà scegliere persone in modo superficiale e frettoloso, ma occorrerà un serio discernimento per comprendere a chi Dio, nello Spirito, ha donato il carisma necessario per un tale servizio nella comunità.
Non si tratta di un volontariato, per quanto nobile e prezioso, ma di un servizio che richiede qualità e attitudini particolari, quali:
- siano fratelli e sorelle che vivono l’appartenenza alla comunità con una capacità di essere in comunione, uomini e donne di dialogo e pace;
- abbiano una vita spirituale curata con la preghiera, l’ascolto della Parola e la frequenza ai Sacramenti per offrire più che contenuti, una vera e bella testimonianza di fede;
- siano persone “adulte nella fede”, mature umanamente capaci di accoglienza sincera, di ascolto reale, di condivisione autentica per entrare in comunione fraterna con le persone loro affidate e ispirare fiducia e affidabilità;
- siano disponibili ad accogliere il progetto pastorale battesimale e a prepararsi con attenzione e cura.
Cosa fare
Ogni Parroco dopo aver consultato il Consiglio pastorale, sceglierà le persone e proporrà loro il servizio, specificando il progetto nella sua interezza.
Avendo avuto il consenso, avrà cura di inviare i nomi e i contatti delle persone alla mia Segreteria: alain.vidal@tivoli.chiesacattolica.it entro e non oltre il 10 settembre 2025.
All’inizio del nuovo anno pastorale vorrei incontrare poi, a livello vicariale le equipe battesimali costituite insieme ai responsabili dell’Ufficio Catechistico e della Pastorale familiare.
Durante tale incontro presenterò la Lettera Pastorale ed il servizio in modo dettagliato e puntuale.
Comprendo bene che ormai siamo all’inizio dell’estate ma chiedo almeno di iniziare a pensare e contattare i possibili componenti dell’equipe affinchè al più tardi ai primi di settembre possiate consultarvi con il Consiglio pastorale parrocchiale ed inviarmi le composizioni delle equipe.
Grato per quanto farete, vi assicuro il costante ricordo nella preghiera.
Che Dio vi benedica!
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina