L’icona della Madonna di Quintiliolo

Don Fabrizio Fantini, parroco della Cattedrale, ci spiega i significati dell’icona mariana

Continua la peregrinatio dell’icona della Madonna di Quintiliolo, che ha già raggiunto molte parrocchie di Tivoli ed è arrivata anche in ospedale, con grande affluenza e partecipazione. Il parroco della Cattedrale, don Fabrizio Fantini, ci ha concesso una gentile intervista riguardo ad alcuni importanti elementi figurativi che caratterizzano l’immagine della Madonna.

«Innanzitutto – ci dice – bisogna fare un confronto tra l’icona della Madonna e quella del Santissimo Salvatore che si trova in Duomo. Quest’ultima, più antica, raffigura il Cristo risorto che siede sul trono perché ha vinto la morte e, secondo la sua parola, prepara un posto in cielo a quanti lo accolgono. Per cui nel trittico abbiamo anche, sulla sinistra, la raffigurazione della Madre che è accanto al Figlio. Così come il trono del Salvatore, anche quello su cui siede la Madonna di Quintiliolo è un trono ornato, che simboleggia la vittoria. Ai piedi ci sono dodici archetti rossi e blu che rappresentano i dodici Apostoli, questo perché il vangelo è la via della salvezza e gli Apostoli sono coloro che la trasmettono. La Vergine è vestita con una tunica rossa, ornata di fiori in alcuni punti. Il rosso è il colore del sangue, quindi il riferimento è alla natura umana di Maria, che al tempo stesso è la creatura più bella del creato perché senza macchia originale. Sulle sue spalle e sul capo porta un manto azzurro, il colore del cielo, perché ha concepito per opera dello Spirito Santo. Con la mano indica il Figlio, secondo le parole del Vangelo di Giovanni “Fate quello che vi dirà”. Maria è colei che ci porta a Gesù, rappresentato dal giglio, perché Cristo è il fiore, il culmine di tutta la creazione. Il Bambino è vestito di una tunica dorata, perché l’oro è il segno della luce che rimanda alla divinità.

È rivestito di un manto rosso perché Dio si è fatto uomo e si è posto sotto la custodia di Maria, rappresentata dalla mano materna posata sulla spalla. Il Bambino, raffigurato con il volto adulto perché Dio è fuori del tempo, benedice alla maniera orientale, come il Santissimo Salvatore. Il pollice, il mignolo e l’anulare sono uniti a simboleggiare la Santissima Trinità, mentre l’indice e il medio richiamano la seconda Persona della Trinità. Tra le mani stringe il libro che è ancora chiuso, mentre il libro del Salvatore è spalancato perché in quel caso siamo nella pienezza della Rivelazione. La posizione dei piedi è la stessa della Sindone e questo elemento, così come il volto leggermente arrossato e tumefatto, vuole ricordare la sua passione. I piccoli personaggi in basso ai lati sono probabilmente i committenti del dipinto, forse un terziario benedettino con la sua sposa. La caratteristica dell’icona è data anche dall’irregolarità della tavola, non perfettamente rettangolare ma smussata nella parte alta perché derivata da un unico pezzo di legno».

Le prossime tappe della peregrinatio saranno: 10-11 luglio presso il Cimitero, 16-18 luglio nella parrocchia di San Biagio, 24-25 luglio al Medicus (da confermare).

Antonio Marguccio