Impariamo da Maria a vincere le pesti che attanagliano il nostro mondo
Si è rinnovato anche quest’anno nel duomo di San Lorenzo a Tivoli il voto della cittadinanza alla Vergine di vita definitive – ha proseguito Maria Immacolata, come da lunga tradizione. 368 anni fa, infatti, i tiburtini fecero voto a Maria Santissima per la salvezza di Tivoli dalla peste. «Un voto che chiedeva loro come chiede a noi fedeltà, conversione di vita, guardando a Maria – la più perfetta delle creature – e imitando le sue virtù». nella sua omelia davanti ai fedeli, ai canonici e alle autorità radunate in chiesa il Vescovo ha evidenziato come la peste che colpì Roma e le zone adiacenti a Tivoli, sia stata debellata, ma ogni giorno «altre pesti minacciano la nostra vita personale e comunitaria».
Molti mali «attanagliano» le nostre esistenze: non rispetto dell’altro, violenza di genere, uso sempre più ampio tra i giovani di sostanze stupefacenti, di alcool, del gioco d’azzardo, un uso improprio dei social. «Penso alla peste che intacca la fedeltà bella delle famiglie, la peste della paura di compiere scelte il Vescovo – la peste della guerra che è ancora esperienza dei nostri giorni, la peste della corruzione, del disinteresse per il conseguimento del bene comune, la peste delle mancanze di relazioni vere tra noi per dar spazio a quelle virtuali ossia alle non relazioni. Penso alla peste dell’egoistica scelta da parte di molte coppie di non aprirsi ad accogliere il dono della vita, alla peste dell’aborto e ancora della incapacità di educare, ascoltare, accompagnare le giovani generazioni».
La domanda che ha pronunciato il Vescovo è stata come uscire da queste pesti che distruggono l’ umanità. «Come i nostri avi confidiamo in Maria, affidiamoci a Lei ma ciò vuol dire imparare da Lei come vivere». Concludendo la sua meditazione Mons. Parmeggiani ha esortato a mettersi a servizio di Dio, liberamente, come Maria, «per diventare operatori di bontà e di pace, di giustizia e di bene, costruttori della civiltà dell’amore che non ha spazio per le pesti che l’egoismo dell’uomo diffonde».
Maria Teresa Ciprari