L’incontro del Vescovo con il clero a San Vittorino Romano. Ripartire dalla pandemia per una vera conversione pastorale

Si è svolto giovedì 10 giugno, a San Vittorino, l’ultimo incontro di formazione permanente del clero delle diocesi di Tivoli e di Palestrina per l’anno 2020-2021. Un incontro presieduto dal vescovo Mauro Parmeggiani, nella cornice della vigilia della giornata della santificazione dei sacerdoti, che si celebra il giorno della solennità del Sacro Cuore di Gesù.

Impostato come una specie di valutazione dell’operato pastorale basato sulle risposte dei presbiteri al questionario a loro mandato dallo stesso Vescovo, questo incontro ha avuto il merito di fare la sintesi dei contributi per progettare il futuro pastorale, prendendo spunto dagli orientamenti della Cei sul cammino sinodale e dall’esortazione di papa Francesco alla Chiesa italiana alla conversione pastorale.

Essa viene declinata come conversione personale, che deve nascere da una lettura attenta e profonda dei segni dei tempi, che rientra nell’attenzione sulla presenza di Gesù nella Parola e nell’Eucaristia; una conversione che riqualifica sempre più l’appartenenza e la vita comunitaria in ordine di quello che si vive. Questo significa anche aprirsi per accogliere i deboli, i lontani con le loro storie, diventare capaci di relazioni umane essenziali. Tutto deve confluire in una proposta di cammini di fede agli adulti e ai ragazzi che siano aderenti alla vita e siano risposte al bisogno più intimo di ciascuno. Da subito il Vescovo ha tenuto a sottolineare il carattere centrale della “relazione” come orizzonte entro il quale muoversi. Bisogna ripartire, ma non aggiornando semplicemente le cose che si sono sempre fatte.

La realtà della pandemia avrà aiutato in questo processo di “ripartenza”, secondo una visione ottimista (dove tanti si sono impegnati con tanta creatività a vivere la fede e ad evangelizzare), e una visione pessimista (dove si è notata anche una certa stanchezza…). Occorre ripartire con nuove consapevolezze, con nuovo stile, uno stile sinodale. Bisogna lasciarsi guidare, in tutto questo, dalla Parola di Dio, per la quale necessita una formazione delle comunità.

Riferendosi all’ultima assemblea dei vescovi italiani, il Presule ha indicato la data del 17 ottobre prossimo come inizio ufficiale del cammino sinodale per le chiese italiane. Infatti per i prossimi 5 anni si propone di fare insieme una riflessione e una pratica pastorale sempre più fatta di ascolto, ricerca e proposte dal basso, dalle periferie, per convergere in un momento unitario per poi tornare ad arricchire la vita delle diocesi e delle comunità ecclesiali. Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione, questo è il tema della prossima assemblea generale del sinodo dei vescovi che avrà luogo nell’ottobre 2023. Queste le tappe del cammino sinodale stabilito e proposto dalle Chiesa italiana: dopo l’avvio del 21 maggio, la prima tappa del 2022 si intitola “dal basso verso l’alto”, essa cercherà di coinvolgere il popolo di Dio con momenti di ascolto, di ricerca e proposta a livello diocesano in tutte le diocesi d’Italia e nelle parrocchie e realtà ecclesiali.

La seconda tappa “dalla periferia al centro” (2023) prevede un momento unitario di raccolta, di dialogo e confronto con tutte le anime del cattolicesimo. La terza tappa nel 2004 vuole guardare “dall’alto verso il basso”, e sarà una sintesi delle istanze emerse e consegna, a livello regionale e diocesano, delle prospettive di azione pastorale con relativa verifica.

Nel 2025 si celebrerà il giubileo e sarà l’occasione per procedere ad una verifica a livello nazionale per fare il punto del cammino compiuto.

Roberto Sisi