L’incontro delle religiose con il Vescovo

“Il pellegrinaggio è un segno del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza” (Papa Francesco). Con questa espressione di Papa Francesco il nostro vescovo Mauro Parmeggiani ha sintetizzato l’excursus biblico/storico, che ha esposto durante il ritiro mensile alle religiose della Diocesi Tivoli-Palestrina.

In vista del Giubileo, il tema del pellegrinaggio è stato un argomento fondamentale; pertanto, riscoprire le origini storiche e bibliche ci fa sentire parte di un percorso già intrapreso nel passato.

Il vescovo, esaminando il percorso nella Sacra Scrittura, ha citato le molteplici figure che hanno intrapreso un cammino pellegrinante, tra cui Abramo, i profeti e il popolo. Anche Gesù, il Figlio di Dio, si fece pellegrino in mezzo a noi: nell’Incarnazione, nella vita pubblica, nella morte e nella Resurrezione.

Il vescovo, osservando attentamente, ha illustrato come il pellegrinaggio fosse praticato nell’antichità dai Romani, dai Greci e da altre fedi, come i musulmani, gli induisti e i buddisti. La storia ci offre una tradizione antica del pellegrinaggio, che ha avuto inizio con il primo evento giubilare nel 1300, proseguendo fino ai giorni nostri, in origine ogni 50 anni e poi ogni 25 anni. Di conseguenza, la Chiesa non ha mai smesso di praticare il pellegrinaggio, per offrire all’individuo l’opportunità di incontrare Cristo nella propria vita e di darne un senso sia personale che collettivo.

Il Vescovo, citando alcuni documenti come Incarnationis Mysterium, la dimensione del pellegrinaggio nel Direttorio su pietà popolare e liturgia e Il Pellegrinaggio nel Grande Giubileo del 2000 di Giovanni Paolo II, ha evidenziato il significato autentico del pellegrinaggio dell’essere umano sia a livello liturgico che a livello esistenziale, sociale e globale.

In sintesi, che cosa rappresenta il pellegrinaggio?

«Il pellegrinaggio è un cammino interiore; non consiste solo nel percorrere una distanza fisica, ma è un viaggio che si snoda lungo l’intera esistenza. È uscire da noi stessi per intraprendere la ricerca di Dio […], la fede ci garantisce che il nostro percorso ha come fine ultimo Dio». Dunque, varcare la soglia della porta santa che è Cristo ci farà guardare alla meta con speranza e fiducia. Rinnovati grazie al suo amore, «lo riconosceremo nel presente come compagno nel cammino». E quindi, camminando sulle tracce del Redentore, ovunque saremo, spargeremo speranza nel mondo e nei cuori!

Cettina D’Anna, Salesiane oblate del Sacro Cuore