L’incontro di catechisti e parroci dell’ VIII vicaria con il Vescovo

«I l cammino sinodale coinvolge in modo particolare il Catechista, che custodisce e alimenta la memoria di Dio».

Ad accogliere domenica 6 febbraio l’incontro dell’VIII vicaria della Diocesi di Palestrina, tenuto dal Vescovo Parmeggiani, è stata la bella struttura delle Suore Francescane del Cuore di Gesù a Cave, zona San Bartolomeo, con la gentilezza della Madre suor Giuseppina Zammit. Presenti le tre parrocchie di Cave e la parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio di Genazzano. Ad aprire questo momento molto intenso è stato l’ascolto della lettura del Vangelo di Luca dei discepoli di Emmaus, brano scelto per ripartire proprio con la speranza che si costruisce durante il cammino, dopo la delusione ed anche la rabbia. Il Vescovo fa riferimento, infatti, al loro cammino, all’incontro con Gesù, il pellegrino, il quale appena dopo l’incontro, sceglie di mettersi al loro fianco. Li ascolta, li lascia sfogare, poi con il contenuto della “Fede” si racconta e loro… fanno discernimento. Lasciando Gerusalemme e la compagnia di chi gli ha fatto ardere il cuore, nasce la speranza, lo riconoscono nello “spezzare il pane” e, pieni di stupore, i discepoli dicono: “ È veramente Risorto!” Ebbene dice il Vescovo: «vorrei che questo fosse un’esperienza dei catechisti! Il catechista è colui che è chiamato ad annunciare, a parlare di Dio e del suo amore. Il catechista è chiamato a trasmettere la FEDE, la FEDE, non metodi. Il catechista dovrebbe essere infuocato dalla Parola, farsi prossimo, creare relazioni non solo con i bambini, i ragazzi, ma con i genitori e con chi è presente nel contesto parrocchiale. I catechisti dovrebbero accompagnare i genitori, prima del battesimo e dopo i sacramenti.

Il Vangelo – ha affermato più volte- si trasmette per attrazione, bisogna cercare la comunione, accogliere, mai puntare il dito verso i genitori. Bisogna sempre proporre un cammino, aiutarli a fare delle scelte di Vita Bella!

È per questo che il catechista deve essere soprattutto responsabile!». Poi monsignor Parmeggiani ha lasciato la parola ai catechisti, per ascoltarli, per ascoltare le relazioni venute fuori dai punti di riflessione, che ogni gruppo ha svolto nella propria comunità.

Vengono fuori varie osservazioni, provocazioni, punti critici. Emerge chiaramente il desiderio di più incontri e condivisioni tra catechisti e le altre realtà parrocchiali, ma soprattutto una continuità di insegnamento cristiano che non abbia come limite la famiglia, addirittura lo sport! Necessita la collaborazione con i genitori, per cui è auspicabile un percorso che possa coinvolgere tutti, momenti di ritrovo come catechesi e pellegrinaggi. L’intervento di suor Rita Grassotti, poi, ridona un clima caldo e attento, chiedendo: “Chi siamo? Sì, Chi siamo?” Una timida voce si erge e dice: «Siamo figli di Dio!»

“Sì – conferma suor Rita, attualmente direttrice dell’ufficio catechistico di palestrina – Siamo figli di Dio, amati, benedetti. Dio si compiace di noi, noi dobbiamo ripartire da qui e prendere in mano il senso di appartenenza. Se i ragazzi sentono la comunità come la loro casa, si sentono fratelli, liberi, custodi l’uno dell’altro, restano!

Accolgono il dono da noi proposto, ma noi prima di tutto dobbiamo essere accoglienti!”

Compagni di viaggio, abbiamo tanto cammino ancora da fare! Abbattere i pregiudizi, anche se instancabilmente non possiamo perdere di vista quello che è integralità della Parola, ma bisogna sempre avere il cuore aperto, imparare prima noi ad ascoltare, poi prendere parola e dialogare, raccogliere l’esperienza delle persone, con perseveranza, con fiducia, quella che dobbiamo donare ai nostri ragazzi, perché siamo invitati ad essere risorsa per loro e loro… la risorsa di una Fede che continua a trasmettersi di generazione in generazione.

Loredana Orefice