L’istituzione dei ministeri stabili per i laici: le diocesi di Tivoli e Palestrina si preparano

All’incontro di formazione del clero dello scorso giovedì 18 gennaio, a San Vittorino, si è parlato di ministeri istituiti per i laici, e dall’esposizione di don Pasquale Bua, si è passati ad una proposta concreta del Vescovo per la messa in pratica della nota ad experimentum della Conferenza Episcopale Italiana, del 5 giugno 2022, circa il ministero del lettore, dell’accolito e del catechista per le chiese che sono in Italia.

Con questo documento, i Vescovi italiani intendono applicare il Motu Proprio del 10 gennaio 2021: Spiritus Domini, che modifica il can. 230 §1 del Codice di diritto canonico circa l’accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del lettorato e dell’accolitato, e Antiquum Ministerium, sull’istituzione del ministero del catechista. Prima di questi due documenti, il relatore ha indicato come atto di nascita dei ministeri istituiti il Motu Proprio Ministeria quaedam di Paolo VI su questo stesso argomento. Dal titolo «La nuova primavera dei ministeri istituiti», la riflessione di don Bua ha avuto lo scopo di porre i fondamenti ecclesiali di una pratica che va “liberata dalla trappola del clericalismo”. Come primo passo, è importante distinguere i ministeri “ordinati” da quelli “istituiti”, o da quelli di fatto, pur avendo tutti come fondamento il battesimo.

La recezione di questo documento è stata scarsa e inadeguata, tanto è che i ministeri sono rimasti legati al cursus clericale, all’ambito liturgico, riservati ai maschi e caratterizzati da clericalismo. La nuova stagione che apre ad una nuova primavera è segnata da Evangelii Gaudium, secondo la quale ciascun battezzato è un discepolo missionario, e che sottolinea la sinergia tra sacerdozio battesimale e sacerdozio ministeriale. I Vescovi italiani per esempio vedono nel catechista istituito il modello dei paesi di missione, coordinatore dei catechisti, vero responsabile di una comunità ecclesiale.

Il relatore ha poi presentato le sfide dell’istituzione di questi ministeri, nella fase parrocchiale, diocesana e ecclesiale, in quanto la chiamata è sempre di Dio e non si tratta di un’auto-presentazione. Inoltre è necessario un tempo di formazione, di più di un anno, per accedere ai ministeri. Concludendo l’incontro il Vescovo ha annunciato di voler creare presto una commissione per rendere effettivi questi passi in diocesi.

Roberto Sisi