Alla vigilia della festa di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, il Papa ha pubblicato il suo messaggio annuale per la Giornata delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il 16 maggio, solennità dell’Ascensione. “Vieni e vedi”, è il titolo scelto dal pontefice per invitare tutti alla relazione e all’incontro, per trovare le cose vere, buone e giuste da raccontare, che provengono, non dal sentito dire, ma da un contatto che valorizzi la dignità delle persone incontrate. La vera informazione non può essere costruita su una scrivania, lontano dalla vita concreta delle persone di cui si parla. “La crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni”, scrive il Pontefice. Tali informazioni hanno spesso un taglio prestabilito, basate su pregiudizi e sui luoghi comuni, soprattutto quando si tratta dei poveri. Il Papa non manca di complimentarsi con giornalisti che vanno dove nessuno va per raccontare le cose che, senza il loro coraggio, nessuno avrebbe saputo. In realtà, il suo è un invito alla relazione, a passare dalla rete, dagli strumenti e macchinari tecnologici a stabilire rapporti umani. Solo così si potrà scoprire la verità di quanto si potrà raccontare. “Nulla sostituisce il vedere di persona”, dice il Papa. Le cose vere della vita non si imparano o si insegnano, ma si sperimentano. Comunicare incontrando le persone dove sono, nelle loro realtà, così conviene riassumere il messaggio di papa Francesco. È una comunicazione che si basa sul modello di Dio che parla all’uomo e lo cerca dove si trova. Gesù chiama i primi discepoli mentre erano in piena attività lavorativa, nella loro esperienza quotidiana.
Il messaggio del Papa mette così in evidenza il ruolo e l’importanza della comunicazione non verbale e para-verbale. “Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti”, nota il Papa. Gesù, Parola di Dio, si è fatto uomo per essere guardato, toccato. Solo nell’incontro si può sperimentare la sacralità della persona. Il Papa parla dell’opportunità e delle insidie del web, basandosi sull’osservazione in un mondo in preda ad un’overdose comunicativa, con un flusso impressionante di notizie ed un uso eccessivo dei mezzi di comunicazione. I grandi vantaggi che questi mezzi apportano alla vita viaggiano insieme al lotto di disagi che genera l’uso abusivo delle nuove tecnologie. La Chiesa chiede un uso consapevole, responsabile e moderato dei nuovi media e dell’internet, ed esorta a farne strumenti di comunione, di amore e di pace, invece di essere luogo di propagazione dell’odio, della violenza, del disprezzo della dignità dell’uomo. Tutti sono invitati a scendere dalle nuvole della rete per porre i piedi per terra, passare dal mondo virtuale alla realtà quotidiana, dall’On-line all’On-life. Se è vero che tante relazioni nascono sui social, a volte anche i fidanzamenti o collaborazioni lavorative, serve poi un approccio interpersonale, una conoscenza mutua, una scoperta l’uno dell’altro. Sono tante le sfide e le trappole dell’uso dei nuovi media soprattutto. L’illusione che la vita sia come una nuvola crea un’inadeguatezza tra il mondo virtuale e il mondo reale.
Don Roberto Sisi,
co-direttore Ufficio Comunicazioni Sociali
delle Diocesi di Tivoli e di Palestrina