Varcando la soglia di un nuovo anno, portiamo nel cuore sempre tante speranze. Quest’anno, forse, ancor di più. Il 2020 ha lasciato molti con uno strascico di paure, lutti, angosce, ma tutti, sicuramente, con un sentimento di incertezza nel cuore: finirà davvero tutto questo? Veramente andrà tutto bene? La pandemia di Covid-19, in realtà, ha solo acuito in noi un senso di precarietà che abbiamo inscritto nella nostra carne. Sono tantissimi i problemi che affliggono oggi l’umanità: fame, povertà, degrado, violenza, guerre, schiavitù di ogni genere. E poi c’è la nostra vita, la storia di ciascuno di noi, anch’essa con il suo carico di prove. Di fronte a questa situazione ci potremmo chiedere se sia davvero lecito sperare e su cosa potremmo veramente fondare la nostra speranza.
La liturgia di oggi ci risponde con lo splendore della benedizione sacerdotale del libro dei Numeri: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,24-26). Davanti a tutti i nostri dubbi per questo nuovo anno che inizia, la Chiesa oggi ci mostra la via per avere una vita benedetta: stare alla presenza di Dio, sotto il suo sguardo luminoso, che diffonde grazia e pace, al di là di tutte le angosce e le oscurità.
Questo è quello che ha sperimentato la Vergine Maria che oggi contempliamo quale Madre di Dio. Lei per prima ha dovuto attraversare tanti avvenimenti imprevisti: un faticoso viaggio a Betlemme, la mancanza di alloggio, il parto in una grotta e poi ancora la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù al Tempio fino ad arrivare al momento della Croce. «In tutto ciò, però, Maria non si scompone, non si agita, non è sconvolta da fatti più grandi di lei; semplicemente considera, in silenzio, quanto accade, lo custodisce nella sua memoria e nel suo cuore, riflettendovi con calma e serenità. È questa la pace interiore che vorremmo avere in mezzo agli eventi a volte tumultuosi e confusi della storia, eventi di cui spesso non cogliamo il senso e che ci sconcertano» (Benedetto XVI). Ecco, Maria vive tutto alla presenza di Dio, si abbandona allo sguardo di Colui che conduce la storia, si apre alla sua volontà e diviene feconda, generando Dio.
Lo sguardo di Dio proprio questi giorni, lo possiamo contemplare nel volto del Bambino di Betlemme: in Gesù, Dio ci ha mostrato il suo vero volto, la sua calma serena, che tiene in mano il destino di ogni uomo, anche il nostro. Allora oggi, per noi, può essere la pienezza del tempo, il momento in cui accogliamo noi stessi questa buona notizia: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4). Per questo possiamo entrare in questo nuovo anno pieni di fiducia, sapendo di essere figli di un Padre che provvede a noi e opererà sempre per il nostro bene.
Don Daniele Masciadri,
codirettore ufficio comunicazioni sociali,
vicario parrocchiale Nostra Signora di Lourdes, Albuccione di Guidonia