Mese di maggio: il Santuario di Quintiliolo

Storia di uno dei santuari mariani simbolo della diocesi di Tivoli

Il mese di maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Vergine Maria. Il nostro territorio delle diocesi di Tivoli e di Palestrina è ricco di santuari mariani, segno della fede e della devozione di tanti uomini e donne che alla Madre di Dio hanno affidato la loro vita, le loro speranza, le loro gioie e dolori. Nella diocesi di Tivoli, il santuario sicuramente più caro ai tiburtini è quello della Vergine di Quintiliolo, che si incontra scendendo da Tivoli sulla Via della Montanara a nord est della città. Qui i tiburtini venerano da sempre la “loro” Madonna, la Vergine di Quintiliolo appunto. Il toponimo deriva dalla gens dei Quintilii proprietari della villa con relativo fondo del console romano, Quintilio Varo, i cui resti murari sono ben in evidenza essendo situati a pochi metri dalla chiesetta.

In essa si conserva un dipinto su tavola, databile alla prima metà del XIII secolo, raffigurante l’immagine della Madonna tanto venerata. Questo dipinto, così narra una leggenda, sarebbe stato trovato da un contadino (sant’ Isidoro) mentre arava con i suoi buoi la terra posta nelle vicinanze dei ruderi della villa quintiliana.

Gli animali ad un certo punto si sarebbero rifiutati di andare avanti inginocchiandosi in quanto, dai solchi della terra appena arata, era miracolosamente emerso il ritratto. Aldilà della leggenda, che ricorda quella di altri santuari, come la Ss.ma Trinità, è storicamente accertato che la tavola, riproducente l’immagine della Madonna di Quintiliolo, fu donata dai padri benedettini di Subiaco.

L’attuale santuario fu completamente rifatto tra il 1757 ed il 1766 ed è famoso perché qui nel 1803 Chateaubriand, una domenica, venendo da Roma, compose la “Preghiera del pellegrino”, vedendo un devoto tanto assorto nella preghiera da non accorgersi della sua presenza. 

La preghiera dice così: “O Dio del viandante, cui piacque d’essere adorato dal pellegrino in questo umile asilo, eretto sulle rovine del palazzo di un Grande della Terra. O Madre Addolorata, che fondasti il Tuo culto di misericordia nel podere di questo sciagurato romano, morto lungi dalla patria fra i barbari! Noi non siamo che due fedeli prosternati ai piedi del Vostro solitario altare. Concedete a questo sconosciuto, che sembra così profondamente umiliarsi davanti alle Vostre grandezze, tutto ciò ch’ei Vi chiede e fate che i preghi suoi giovino a vicenda a sanare le mie infermità, sì che questi due cristiani senza conoscersi l’un l’altro, incontratisi qui per un solo istante della vita, e prossimi a separarsi per non rivedersi mai più sulla Terra, abbiano, quando si troveranno ai piedi del Vostro trono a meravigliarsi di doversi reciprocamente una parte del proprio bene, grazie ai miracoli della carità”.

Dal 2013 il Santuario è divenuto diocesano grazie all’intervento di Sua Eccellenza Mauro Parmeggiani.

Daniele Masciadri