Nella festa di san Francesco d’Assisi e nel contesto dei centenari francescani che si concluderanno nel prossimo 2026, a ottocento anni dalla nascita al cielo del Serafico Padre, abbiamo rivolto alcune domande alla prof.ssa Mirella Susini, docente presso la Pontificia Università Antonianum e studiosa delle Fonti Francescane.
Professoressa da dove nasce la sua passione per Francesco e lo studio delle Fonti Francescane?
La mia passione per Francesco nasce nel settembre 1992 a La Verna (Ar), sacro monte sul quale egli ricevette le stigmate nel 1224. Tramite lui ho riscoperto il mio battesimo e la fede in Gesù (che da tempo avevo messo da parte) e ho iniziato i miei studi di teologia presso la Pontificia Univeristà Antonianum, università francescana. Lungo gli anni del Baccalaureato in Teologia e della Licenza in Teologia Dogmatica ho avuto la grande opportunità di frequentare molti corsi su Francesco e sul Francescanesimo.
Da qui l’amore per le Fonti Francescane, volume dove sono stati raccolti con competenza gli scritti di Francesco e di Chiara e le loro biografie sorte nel primo secolo francescano, insieme a tutta una serie di documenti di allora che rimangono ancora oggi il fondamento per poter ricostruire la loro storia e la loro esperienza umana di fede.
Oggi celebriamo il poverello d’Assisi, patrono d’Italia. È ancora attuale e vivo il messaggio francescano?
Per me il messaggio di Francesco è assolutamente attualissimo ed egli rimane la guida constante nella mia sequela cristiana. Rimango fermamente aggrappata al suo “saio”, guida sicura per tentare di vivere il Vangelo nel modo più fedele e autentico possibile.
Negli incontri che dal 2012 organizzo sulle Fonti Francescane parlo sempre di un Francesco presente, proprio perché lo sento vivo nella mia vita e nella vita di tutte quelle persone che nel mondo seguono le sue orme cristiane. Ad Assisi, per esempio, moltissime persone vanno per incontrare Francesco e Chiara e per fare esperienza di e con loro. Per cui, sì il messaggio francescano, sempre di grande respiro, è ancora davvero attuale e vivo.
Perché un giovane, o chiunque, dovrebbe avvicinarsi allo studio delle Fonti Francescane?
Per vari motivi. Un motivo è, per esempio, che le Fonti sono una raccolta di testi letterari davvero preziosi per conoscere da vicino l’esperienza di Francesco e di Chiara e ampliare, così, la propria conoscenza di letteratura e di storia medievale. Il motivo più profondo, però, è che attraverso le Fonti si entra nel cuore di Francesco e di Chiara, si può leggere il Vangelo con il loro cuore, ci si può lasciare abbracciare dal cuore di padre e di madre di Francesco, perché Francesco è padre e madre. Studiare le Fonti permette di entrare in un orizzonte bello e ricco di umanità, significa incontrare Francesco e Chiara e innamorarsi necessariamente di loro, lasciarsi stupire e prendere per mano da loro che – come giovani e, poi, adulti – non si sono lasciati confondere da ciò che andava di moda ai loro tempi, ma hanno saputo fare delle scelte cristiane coraggiose che sono, poi, diventate attrattive e attraenti per tantissime persone, da allora e fino ad oggi e, ne sono convinta, fino al compimento parusiaco della storia.
Maria Teresa Ciprari