“Fin dai tempi più antichi furono istituiti dalla Chiesa alcuni ministeri al fine di prestare debitamente a Dio il culto sacro e di offrire, secondo le necessità, un servizio al popolo di Dio. Con essi erano affidati ai fedeli, perché li esercitassero, degli uffici di carattere liturgico e caritativo a seconda delle varie circostanze. Il conferimento di tali uffici spesso avveniva mediante un particolare rito, col quale il fedele, ottenuta la benedizione di Dio, era costituito in una speciale classe o grado per adempiere una determinata funzione ecclesiastica”.
Comincia così la lettera apostolica Ministeria Quaedam di Papa Paolo VI del 1972. Sulla scorta della profonda riflessione compiuta dal Concilio Vaticano II sulla realtà della Chiesa e sul ruolo in essa dei laici, il Papa poneva mano al riassetto di quelli che, fino ad allora, erano chiamati “ordini minori”.
Per la grande attenzione alla liturgia, per il desiderio di favorire la piena, consapevole e attiva partecipazione dei fedeli alle celebrazioni e, soprattutto, perché vi sia chi testimonia e dilata, in modo visibile e stabile, l’amore per la Parola di Dio, per l’Eucaristia e la carità che ne nasce, la Chiesa riconosce ed istituisce i ministeri del lettorato e dell’accolitato.
A cinquant’anni dal motu proprio “Ministeria quaedam”, Papa Francesco ha richiamato l’opportunità di tornare a riflettere sul tema dei ministeri, e sulla stessa linea di Paolo VI ha pubblicato la lettera apostolica “Spiritus Domini”, del 10 gennaio 2021, circa l’accesso delle donne al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato.