Nel borgo di S. Angelo Romano torna il presepe

Dopo la preparazione con la collaborazione del Comune di Sant’Angelo, la parrocchia di Santa Maria e San Biagio ha accolto, come ormai da tradizione, l’immancabile appuntamento curato dal piccolo Oratorio.

L’evento a carattere religioso e culturale, è stato presentato venerdì 27 dicembre, ed è il risultato dell’impegno della comunità che ha lavorato in sinergia, presentando un progetto comune di riscoperta del senso più autentico del Natale.

Al cuore della serata il racconto della nascita di Gesù, secondo la lettura del Testo Sacro, calato nel contesto della piccola comunità in modo da far riscoprire le radici della fede cristiana e le antiche tradizioni del periodo natalizio, attraverso l’arte e la semplice vita dei pastori. Così, dalle 16, è andata in scena La magia del presepe vivente, organizzato dalla comunità di San Biagio e Santa Maria, accompagnato dal coro ‘Heart Gospel in music’, diretto dalla vocal coach Joanna Pezone, a cura delle associazioni Comitato Genitori e No Child Abuse. Alle 17 si è poi tenuto il concerto del coro parrocchiale ‘Jubilate’ ed è stato aperto il mercatino dell’ artigianato locale.

La rappresentazione del “Presepe Vivente” ha visto la partecipazione di attori della comunità stessa che hanno aiutato i presenti ad immergersi nell’atmosfera dell’antica Betlemme.

La capanna contribuisce a ricreare una sceneggiatura perfetta per respirare il clima del santo Natale. Questa edizione rappresenta la “rinascita” per una comunità che continua pur nella difficoltà, nelle distrazioni della società civile e tra le varie tentazioni a rimanere fissa sui punti fermi della propria tradizione cristiana e di conseguenza di una comunità ricca di valori.

La Mangiatoia centro del presepe rappresenta l’Umiltà che accoglie il Divino
Il Bambino Gesù viene posto in una mangiatoia, un luogo umile e semplice. Questo rappresenta la necessità di purificare il nostro cuore e liberarlo dall’orgoglio e dai condizionamenti per accogliere il Divino. La mangiatoia è anche un simbolo dell’essenzialità: è nell’assenza di complessità che troviamo la vera luce.

Nella pratica, questo ci invita a riflettere su come possiamo semplificare le nostre vite, liberandoci di ciò che è superfluo per fare spazio al sacro. L’umiltà diventa la chiave per connetterci con la nostra essenza.

I personaggi che rappresentano Maria e Giuseppe ricordano che Maria incarna il principio femminile universale, l’intuizione, l’accoglienza e la capacità di nutrire il sacro. Giuseppe, al contrario, rappresenta il principio maschile, la razionalità e la protezione. La loro presenza congiunta nel presepe ci ricorda l’importanza di equilibrare questi due aspetti dentro di noi: il cuore e la mente, la spiritualità e la praticità.

Questa armonia tra intuizione e azione è fondamentale per compiere il nostro cammino spirituale. Maria e Giuseppe ci insegnano che entrambi gli aspetti devono collaborare per dare vita al sacro dentro di noi.

Il Natale e il presepe non sono solo simboli di una tradizione religiosa, ma potenti strumenti di crescita spirituale. Ci ricordano che, anche nei momenti più bui, c’è sempre una scintilla di luce pronta a emergere.
Questo periodo dell’anno è un invito a rinascere, a riscoprire la nostra essenza divina e a portare questa luce nel mondo.

Adrian Anton Lupu
parroco di San Biagio e Santa Maria