Sabato Santo 19 aprile il Vescovo Mauro ha presieduto la solenne Veglia Pasquale presso il duomo di San Lorenzo Martire a Tivoli.
Durante quella liturgia quattro catecumeni adulti hanno ricevuto da monsignor Parmeggiani i sacramenti dell’Iniziazione cristiana: battesimo, cresima e prima comunione.
Nella sua omelia il Vescovo riferendosi al brano evangelico incentrato sulla figura di Nicodemo ha ricordato: «in questa notte della grande Veglia pasquale tutti siamo invitati a rivivere in modo particolare proprio questa “seconda nascita dall’acqua e dallo Spirito Santo”: la rinascita mediante il Battesimo, che come ci ha ricordato San Paolo nella Epistola che abbiamo ascoltato appena prima del Vangelo, tale rinascita avviene “in Cristo Gesù … nella sua morte” (Rm 6,3)». Mons. Parmeggiani ha messo poi in evidenza la comunione, l’unione spirituale con i fratelli e le sorelle di tutte le comunità cristiane sparse nel mondo, a vegliare nell’attesa della resurrezione del Signore dalla morte. «Durante la Veglia Pasquale – ha quindi spiegato il Vescovo – che è il centro dell’anno liturgico e della vita della Chiesa, quasi a colmare l’attesa della risurrezione, per antichissima tradizione viene conferito ai catecumeni il sacramento del Battesimo …ed ora “rinascono da acqua e da Spirito Santo” ad una nuova vita in Cristo».
Il sacramento del Battesimo, ha spiegato ancora il Vescovo, somiglia alla resurrezione di Gesù, perché introduce nella vita che non muore. «Il Battesimo ci dona la grazia della Pasqua e ci chiama ad essere consapevoli annunciatori della Risurrezione, della speranza che c’è per tutti grazie alla passione, morte e risurrezione di Cristo che ci assicura la vita dopo la morte e il perdono dei peccati» ha quindi concluso mons. Parmeggiani esortando i presenti a riscoprire e vivificare la vocazione battesimale.
«La nostra Chiesa locale in quest’occasione – spiega don Gianluca Zelli, Vicario episcopale per la catechesi – ha mostrato così in modo pieno il suo carattere materno, nel generare alla fede e nutrire la fede dei suoi figli. Anche questo è un segno prezioso e vivo di speranza!».
Maria Teresa Ciprari