Nuovi itinerari di pastorale familiare

Alla presenza di numerosi operatori pastorali, laici e religiosi, provenienti dall’intera diocesi, sono stati presentati i risultati del lavoro della Commissione diocesana

«È necessario riscoprire la vita matrimoniale come vocazione e, per incoraggiare le coppie a vivere il sacramento del matrimonio in pienezza, si rende indispensabile una profonda revisione dei percorsi formativi, proposti dalle nostre realtà ecclesiali. Nel giugno 2022, a conclusione dell’Anno Famiglia Amoris Laetitia, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita aveva pubblicato il documento: ‘Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale’, che propone l’approccio catecumenale per rendere più consapevole e motivata l’adesione degli sposi alla vita matrimoniale. La diocesi di Tivoli e Palestrina, ha quindi elaborato un progetto operativo, di attuazione del disegno catecumenale, nella propria attività evangelizzatrice». Con queste parole il nostro Vescovo, S.E. Mauro Parmeggiani, ha inaugurato il Convegno diocesano per operatori di Pastorale familiare, tenutosi lo scorso 22 ottobre a San Vittorino Romano.

Alla presenza di numerosi operatori pastorali, laici e religiosi, provenienti dall’intera diocesi, sono stati presentati i risultati del lavoro della Commissione diocesana di pastorale familiare, presieduta dai due direttori don Andrea Massalongo e don Fernando Cianfriglia. Gli “itinerari” individuano un percorso catecumenale, quindi graduale, evolutivo e suddiviso in fasi: remota, intermedia e catecumenale vera e propria. Si tratta evidentemente di un modello di formazione permanente, che necessariamente deve armonizzarsi con l’insieme delle attività pastorali, proposte dall’adolescenza all’età più matura. Come viverlo in maniera fattibile ed efficace? Il progetto diocesano intende rispondere a questa sfida, con i tempi e le modalità necessari perché si realizzi un cambiamento autentico, a partire da tre linee guida essenziali: la formazione dei fidanzati è un impegno e un’opportunità di crescita che coinvolge l’intera comunità ecclesiale; gli sposi – tema più volte ribadito nel magistero di Papa Francesco- vanno accompagnati, mentre gli operatori pastorali devono trovare – a livello diocesano- ascolto e supporto alla loro attività.

Non si propongono né standard né moduli né cambiamenti repentini: il patrimonio di sensibilità e competenze degli operatori pastorali è strategico, e non va circoscritto in rigidi schemi prefissati. La formazione intermedia scaturisce dall’incontro della singola coppia con il suo parroco, o il parroco del territorio in cui vive, e si affida alle sensibilità degli operatori o al sacerdote di quella singola comunità. 

La formazione catecumenale può essere collocata in realtà vicariali, che potrebbero avvicendarsi nel tempo, in una auspicabile continuità di stili e contenuti. A livello diocesano si possono immaginare i momenti “intensi” del percorso: i riti che sanciscono l’ingresso alla fase catecumenale, i ritiri, proposti anche alle coppie che hanno già celebrato il loro matrimonio.

Un piano di ampio respiro, dunque, che sta già partendo in queste settimane. Nel prossimo mese di novembre, la Commissione diocesana incontrerà, per singole realtà territoriali, gli operatori di pastorale familiare, per confrontarsi su questi contenuti e pensare insieme ai prossimi appuntamenti:

  • A febbraio 2024 la benedizione dei fidanzati, presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Villanova di Guidonia.
  • A giugno prossimo l’udienza da papa Francesco, con gli sposi che hanno celebrato il loro matrimonio
    nel 2023.

La Diocesi offre anche un sito internet e un indirizzo di posta elettronica attraverso cui diffondere le singole iniziative parrocchiali, scambiarsi dubbi, idee, materiale, schede, proposte per gli incontri del cammino catecumenale.

Una sfida impegnativa, che coinvolge per intero la nostra comunità ecclesiale, nel suo sforzo di essere testimoni credibili della Fede. Siano per tutti motivo di forza le esortazioni del nostro Vescovo: «l’impegno di trasmettere la fede sia di tutta la comunità dei battezzati in virtù della loro chiamata battesimale ad essere ‘discepoli-missionari’ del Risorto», e ancora «affinché la fede giunga al cuore di tutti, occorrerà sviluppare nella comunità la capacità di accompagnare le persone, proprio come lo sconosciuto pellegrino di Emmaus».

Maria Losito