Palestrina, Cattedrale di Sant’Agapito Martire, Sabato 25 dicembre 2021
Carissimi fratelli e sorelle, Buon Natale!
Questa notte abbiamo ascoltato l’annuncio dell’angelo ai pastori: “Oggi è nato per voi un Salvatore: Cristo Signore!” e con loro, con il loro spirito di gente povera, bisognosa dell’amore di Dio, che sa riconoscere di essere a mani vuote, bisognosa di essere amata di un amore perfetto e fedele da Qualcuno che può essere soltanto Dio creatore e Padre, ci siamo recati, ed ancora ci rechiamo insieme, ad adorare il Bambino che è nato per noi. Andiamo ad adorarlo ossia a respirare, bocca a bocca, la pace, la gioia, la consolazione, il riscatto dal peccato e dalla morte che Lui ha realizzato entrando nella nostra storia per condividerla e riportarla alla sua vera origine che è l’origine divina.
In questo giorno di Natale, ogni anno, la liturgia ci propone un Vangelo apparentemente un po’ complesso. Il “prologo” ossia l’inizio del Vangelo di Giovanni.
San Giovanni scrive il suo Vangelo dopo circa 70 anni dalla nascita di Gesù, e in questo brano fa come una sintesi profonda di quanto Dio, attraverso il mistero del Natale, ha realizzato. A differenza dell’evangelista Luca non ci descrive la nascita di Gesù e l’adorazione dei pastori ma ci spiega il contenuto del Mistero che celebriamo nel giorno di Natale, in questo “Oggi” che è sorto per sempre, in cui è nato il Salvatore per riempire della Luce e della Vita di Dio il buio della notte nella quale cade l’uomo quando, come Adamo ed Eva, pensano di potersi nascondere da Dio, di vivere come se Lui non esistesse e sperimentando così solo buio, disorientamento, morte.
Giovanni ci dice dunque stamane ciò che è accaduto con il Natale.
Il Verbo, ovvero la Parola creatrice di Dio, si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14).
Quella Parola che dimora nel cielo, cioè nella dimensione di Dio, è venuta sulla terra affinché noi la potessimo ascoltare e potessimo conoscere e toccare con mano l’amore del Padre. Quell’amore che Dio ha sempre e da sempre avuto per noi, quell’amore creatore che l’uomo ha tradito ma davanti al cui tradimento Dio non si arrende bensì continua a venirci a proporre il Suo Amore in tutti i modi possibili. Oggi, addirittura, facendosi carne per noi, divenendo palpabile, incontrabile nella nostra storia umana.
Il Verbo di Dio è lo stesso Figlio unigenito del Padre. Attenzione: non un Dio minore, non un Dio inferiore al Padre. No! È lo stesso Dio che da Parola creatrice si fa Parola udibile, accessibile all’uomo. Prendendo la forma dell’uomo viene ad abbracciarci – quanta nostalgia abbiamo degli abbracci autentici e forti … soprattutto in questa epoca dove pare che ci si possa solo abbracciare virtualmente e non possiamo nemmeno darci una stretta di mano o un bacio … – viene ad abbracciarci con amore e fedeltà verso di noi anche se siamo poveri peccatori, viene ad abbracciarci con le mani aperte non solo nella culla ma anche sulla croce, per riportarci a Lui, a Gesù che è uno con il Padre e lo Spirito Santo, che è amore infinito, abbraccio trinitario perfetto, amore che si volge a noi affinché noi torniamo dopo il peccato e la morte a volgerci a Lui! Per vivere fin d’ora ed entrare un giorno per sempre nell’abbraccio eterno dell’Amore di Dio.
Certamente, però, Giovanni non nasconde le difficoltà che l’amore di Dio anche se incarnatosi in Gesù incontra. L’evangelista sottolinea la drammaticità dell’incontro d’amore con Dio. Lui viene e gli uomini non lo accolgono.
Fin dall’inizio della storia dell’umanità le tenebre hanno tentato di vincere la sua luce ma come ci ha detto Giovanni non l’hanno vinta. Il mondo non ha riconosciuto in Gesù la luce che veniva da Dio, molti non lo hanno accolto ma a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio.
Cari amici, il potere del male è sempre in agguato, è sempre pronto a prostrarci. Il peccato è sempre pronto ad umiliarci. Quante volte – permettetemi questa confidenza – ho incontrato persone che vivevano o vivono nel peccato, dipendenti dalla droga, dal sesso, dall’alcool, dai mezzi digitali, dal gioco d’azzardo, da rapporti di divisione da persone di famiglia o che gli erano amiche, e vivono così da tanto tempo. Vivevano o vivono in questo stato da troppo tempo! E non pensavano invece che aprendosi avrebbero ricevuto da un fratello, dal Vescovo, da un sacerdote, da un cristiano come loro, da una comunità cristiana: comprensione, aiuto, amicizia, sostegno nell’andare verso Dio con tutti i mezzi per tornare ad essere pacificate con se stesse e con gli altri. Pensavano di essere le sole ad avere il tal problema o il tal altro problema … pensavano di essere imperdonabili. Con una idea di Dio troppo severa pensavano che Dio, Cristo, la Chiesa non sarebbero mai potute essere “casa” per loro. E così hanno preferito rimanere chiusi alla Luce, portare da soli il loro peso di buio pensando che non fossero meritevoli di perdono e sono rimasti nell’infelicità. Ma quante altre volte ho trovato chi si è aperto. Vedete nessuno di noi è perfetto, i peccati li facciamo tutti, parlo anche per me!, ma nel momento in cui sappiamo ammetterli e ci apriamo alla luce di Dio, alla Sua salvezza che è voluta entrare nel mondo per abbracciarci fedelmente nonostante la nostra infedeltà, ho visto uomini e donne rinascere, rapporti rinnovarsi, comunità distrutte ricostruirsi! Famiglie e singoli respirare nuovamente gioia!
Ecco perché, cari amici, siamo chiamati a non chiudere le porte del nostro cuore al Verbo che si fece carne! Perché se lo accogliamo ci dà grazia su grazia ossia amore gratis su amore gratis, amore vero, quello che è l’amore di Dio che Gesù ci è venuto a rivelare.
Non permettiamo che il nostro cuore sia indifferente a Lui, apriamogli le porte e diverremo figli ancora più amati perché veri, perché si sono lasciati abbracciare da Dio che è amore perfetto, fedele all’uomo e che è venuto per riportarci per sempre a Lui.
Oggi celebriamo come una parabola: Dio scende verso l’uomo, scende verso noi per illuminare il nostro oggi affinché alla Sua Luce noi vediamo la Luce e guidati da questa Luce splendida ritorniamo a Lui per sempre. Lui che è il nostro destino, Lui che è la meta eterna che siamo chiamati a raggiungere in un cammino che da quel Natale di 2021 anni fa non siamo più soli a percorrere ma percorriamo, se lo vogliamo, ogni giorno con Lui che viene a noi.
Rimane ancora però una domanda: come fare concretamente ad accoglierlo?
Ascoltando, ossia “praticando” la sua Parola di amore e misericordia, il Suo Vangelo. Meditarlo, incarnarlo nella nostra vita quotidiana è il modo migliore per conoscere Gesù, farci guarire da Lui in tutte le nostre ferite e fragilità e nello stesso tempo portarlo agli altri perché è Amore e l’amore è diffusivo, non si può tenere solo per sé ma si deve condividere.
Cari amici questa è la vocazione e la gioia di ogni battezzato; essere un po’ anche noi come angeli per gli altri indicando con la nostra vita e le nostre parole ed azioni Gesù, dove Lui abita, dove lo possiamo tutti andare ad incontrare ed adorare.
Lui così ci difenderà sicuramente dal male che tenta sempre di entrare nel nostro cuore e saremo donatori non di semplici regali natalizi ma di ciò che essi rappresentano: la dolcezza, la luce, la gioia dell’amore fedele e misericordioso di Dio per gli uomini.
La vita potrà essere anche dura, a volte buia, a volte potremo sentirci soli, inquieti, con l’amaro in bocca, incapaci di comprendere le Sue vie ma avremo pace e porteremo pace perché in Dio che si fa carne per noi c’è luce, fedeltà assoluta, pace e pazienza e sa, sì, Lui sa, quale è la nostra strada e come Padre veglia sempre su di noi.
A me, a te, a voi è chiesto soltanto di fidarci, affidarci, accoglierlo con umiltà, condividerLo! Sia questa la gioia del nostro Natale! Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina