Palestrina, Cattedrale di Sant’Agapito Martire, Mercoledì 25 dicembre 2024

Cari fratelli e sorelle, Buon Natale!

Il Vangelo che la Messa del Giorno di Natale ci fa ascoltare è il cosiddetto Prologo di Giovanni. Mentre questa notte e stamane, alla Messa dell’aurora, l’evangelista Luca ci ha fatto ascoltare la descrizione della nascita di Gesù che forse maggiormente ci piace perché è già nella nostra mente: l’arrivo a Betlemme di Maria e Giuseppe per il censimento, il non trovare alloggio nell’albergo, la nascita di Gesù nella stalla, l’annuncio dell’angelo ai pastori. E stamane i pastori che vanno, adorano il bambino e ripartono lodando Dio perché in Gesù riconoscono che nella Città di Davide è nato il Salvatore … L’evangelista Giovanni, l’evangelista teologo, va maggiormente in profondità e vuole spiegarci ciò che è accaduto.

Il testo evangelico si apre con l’espressione “In principio”. La medesima con la quale si apre il libro della Genesi quando si parla della creazione. Come a dire: siamo a un punto di svolta della storia. Con Gesù che viene in mezzo a noi si apre una nuova pagina della storia. Inizia una nuova creazione che si completerà quando Gesù consegnerà il regno a Dio Padre (cfr 1Cor 15,24).

“In principio”: non dobbiamo intendere questa espressione in riferimento a un tempo ma ad un “luogo santo”, alla dimensione di Dio. In principio, dice il testo, “Era il Verbo”, cioè esiste il Verbo. Esiste la Parola di Dio, esiste il “logos”, una parola che porta in sé un senso, diversa da ogni altra parola umana. Esiste una parola che in ebraico si dice “dabar” ossia che sta dietro e spinge, è efficace, genera, dà vita!

Questa Parola è Dio stesso, Dio che genera vita, che era presso Dio. Questo Verbo è Gesù che era orientato tutto verso Dio, che è Dio ma che nel mistero del suo Natale si volta verso noi pur rimanendo Dio e in Dio, si volta verso noi e si fa carne per portare a noi ciò che è Lui, ciò che c’è in Lui.

Il Vangelo sottolinea che tutto è stato fatto per mezzo di lui. Che tutto avviene per mezzo del Verbo, mediante il Verbo tutto prende senso. In altro modo possiamo dire che il senso di tutto sta nella Parola.

Il Vangelo dice che in Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini.

Ebbene il Verbo che porta vita, luce, senso, entra nella storia degli uomini. La luce in Gesù splende nelle tenebre ma le tenebre non l’hanno accolta – ci dice il Vangelo –. E così il mondo rimane disorientato come quando rimaniamo in un luogo che non conosciamo senza la luce.

Cari amici, oggi celebriamo l’entrata della luce di Cristo nella storia dell’umanità e anche in ciascuna delle nostre storie personali e il Vangelo, tutta la liturgia ci invita ad accogliere la luce, la vita, il senso che il Verbo che si fa carne viene a portare.

Il Natale ci chiede di accogliere la vita, la luce, il senso che viene a portare a noi il Verbo, Dio che si rivolge a noi ed entra in comunione con noi per sempre.

È una cosa importante. Per vivere davvero, ci viene detto, non basta avere del tempo, occorre sapere cosa farne, come lo vogliamo vivere, che senso vogliamo dare a ciò che viviamo. Se questo manca brancoliamo nel buio, non si vive, si vivacchia. La vita continua ma è come se fosse già finita, perché senza senso, svuotata. Ed è il dramma – se ci pensiamo bene – di molti oggi.

Occorre allora che poiché con la venuta di Cristo è venuta nel mondo la luce vera, noi accogliamo questa luce che ci aiuta a vivere la vita come cammino verso una meta, la meta dell’eternità che ci attende con Dio che nel Natale ci è venuto incontro. Accogliamo questa luce che ci fa uscire dalla depressione, dall’assenza di luce, dal male oscuro che mi impedisce di avere contatto con la vita, di vedere le persone intorno a me, che mi impedisce di parlare … ossia mi fa vivere scegliendo il buio, senza sapere perché vivo fino a fare quindi come molti giovani che buttano via la vita, la sciupano, la gettano …

Occorre accogliere questa luce – che è la luce dell’amore fedele di Dio – che ci aiuta a vivere la vita con un progetto, il progetto che ci dice come e dove vanno sistemati i mattoni della nostra vita per evitare di accumularne tanti, tante esperienze ma senza un progetto e giungere al termine della vita rendendosi conto che l’abbiamo sciupata.

Rendiamoci dunque conto, oggi, cari amici che è venuta nel mondo la luce vera, il Verbo che si fa carne ci rivela l’amore eterno di Dio per noi dando a tutti il senso vero dell’esistenza per cui: senza Gesù l’uomo non comprende se stesso, perdere Gesù è perdere se stessi.

Accogliamo dunque questa Luce vera che viene nel mondo e che cosa ci dà, potremmo chiederci? “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio!”

Cari amici non è difficile diventare figli di Dio, non occorrono sforzi sovrumani, basta che ci rendiamo disponibili ad accogliere nella fede, nella nostra vita, Dio che è amore.

È questo il segreto del cristiano. E direi che è questo il segreto del Natale!

Accogliere l’amore che Dio in Gesù è venuto a portare nel mondo e nei cuori.

Se non accogliamo l’amore e non fondiamo sull’amore la nostra relazione con Dio, tutto crolla. Crolla anche il nostro cristianesimo: crolla la celebrazione ridotta a puro formalismo esteriore, a rituali privi di vita. Crolla l’obbedienza ad una morale che risulta un peso che toglie la libertà. E tutto pian piano perde senso.

Nella vita non accade ugualmente? Se non c’è amore non è vero che tutto è a rischio di crollo? Di cosa c’è bisogno per tenere in vita tante situazioni? La volontà … la competenza … ma non bastano! Per vivere felici dobbiamo agganciare all’amore ciò che viviamo e ciò che facciamo! E la fede segue la stessa logica.

Cari amici, in questo Natale, dove ci auguriamo di vivere nella gioia e nella speranza accogliamo nella nostra vita Dio. Ossia accogliamo ciò che decide per noi, ascoltiamo ciò che ci dice, lasciamolo fare, lasciamoci fare da Dio! Non ci pentiremo poiché la verità della nostra vita non è in noi, ma è nella parola che noi siamo. Ciascuno di noi è Parola pronunciata nel cuore del Padre. Noi abbiamo preso vita dalla Parola e più la accogliamo e ci lasciamo orientare da essa più saremo felici, vivi anche se provati.

Se in Dio è la vita, allora vuol dire che se perdi Dio tu perdi la vita, muori. Quindi Dio non è solo essenziale per credere ma per vivere!

Celebrare il Natale vuol dire allora accogliere la Parola che si fa carne, accogliere Dio perché se manca Dio nella famiglia, nella coppia, nella vita di un giovane … se si toglie Dio viene meno il principio vitale e si sperimenta il contrario della vita: la violenza, l’odio, il tradimento, l’abbandono, la morte.

Chiediamo di saper accogliere la luce che entra nel mondo! Oggi pare che Dio abbia abbandonato questo mondo ma non è così. Da 2024 anni fa Dio rimane sempre il Dio con noi! Con fede, nel silenzio interiore che ogni tanto dobbiamo recuperare, fermandoci un po’ dalla nostra vita troppo frenetica che non ci impedisce più di riflettere su nulla … accogliamo il Dio che viene a visitarci e che ci chiede solo di aprici a Lui e poi di lasciar fare a Lui per diffondere nel mondo la speranza. La speranza che ci viene dal sapere che Dio è amico dell’uomo e che grazie al mistero dell’incarnazione e della Pasqua ci assicura la vita eterna e fin d’ora la gioia di camminare verso Lui e con Lui. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina