Omelia alla Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri 2022

Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Mercoledì 2 marzo 2022

Carissimi fratelli e sorelle,

con questa celebrazione iniziamo, insieme a tutta la Chiesa, il cammino quaresimale verso la Pasqua. Un tempo nel quale siamo particolarmente invitati a convertirci, ossia a cambiare la rotta della nostra vita per allontanarci dal peccato lasciandoci guidare in questo percorso non facile e che durerà per tutta la vita – ben al di là dei soli giorni quaresimali – dalla Parola di Dio che dovremo leggere, ascoltare, meditare e pregare maggiormente – sia a livello personale che comunitario – affinché il Risorto, con la forza della sua Pasqua, della Sua passione, morte e risurrezione e con il dono del suo Spirito – frutto pieno della Pasqua – possa raggiungerci intimamente e cambiare i nostri cuori troppo facilmente soggetti a indurimenti e chiusure all’ascolto autentico dell’altro, all’accompagnamento, al sostegno vicendevole, alle relazioni, per camminare insieme verso la Verità che la Scrittura e la Tradizione della Chiesa hanno tramandato fino a noi.

La Quaresima di quest’anno inizia in un modo assai particolare e direi per certi versi drammatico. Mentre infatti stavamo iniziando sommessamente a rialzare il capo perché ci pare di vedere un po’ attenuato il terribile tempo della pandemia che viviamo ormai da due anni, “In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra!”. La guerra in Ucraina che minaccia e coinvolge l’Europa e – Dio non voglia – il mondo intero, e che si presenta a noi con tutto il carico ed il peso, la drammaticità, l’odio, l’odore di morte, la crisi economica e di relazioni, che ogni guerra provoca. Pertanto, con il Papa, con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia … – insieme a tutti i credenti e non credenti, aderiamo all’appello da lui lanciato mercoledì 23 febbraio scorso, in questo momento dove la pace è minacciata da interessi di parte, dove la pacifica convivenza tra i popoli e le nazioni è lesa dall’insensatezza diabolica della violenza, e rispondiamo a tale minaccia – così come ci ha insegnato Gesù – con le armi della preghiera e del digiuno per la pace.

Preghiera e digiuno – elementi essenziali della Quaresima – che sfociano naturalmente nella carità che è profondamente attenta all’umanità e alle sue necessità più vere. Come ci ricordava il Papa domenica scorsa dopo la preghiera dell’Angelus, infatti, “Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace; e che in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso – aggiungeva il Papa e noi con lui – agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini” e per i quali devono essere aperti corridoi umanitari e che vanno accolti. Non si possono risolvere le controversie internazionali offendendo la libertà ed utilizzando le armi, le armi devono tacere! E con profonda fiducia dobbiamo gridare e ricordare, senza stancarci, al mondo, con le parole del grande Papa Pio XII rivolto ai governanti e ai popoli nell’imminente pericolo della seconda guerra mondiale: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri negoziati non è mai precluso un onorevole successo” (24 agosto 1934).

Preghiera, digiuno, elemosina – dunque – quali elementi essenziali di vita per il cristiano di questo tempo così agitato!

Prima di tornare tuttavia su queste componenti essenziali per il nostro cammino di conversione quaresimale e per implorare ed ottenere il prezioso dono della pace, permettetemi una sottolineatura che avrei condiviso con voi anche se non fossimo entrati in questo tempo della storia.

In questi anni di pandemia, in questi tempi difficili per la nostra umanità, il Profeta Gioele, all’inizio della Quaresima ci invita a fare verità su noi stessi. “Laceratevi il cuore e non le vesti”! Ed il Vangelo poc’anzi proclamato ci esorta a non vivere una fede “non vera”, una fede fatta di esteriorità, di un “si è sempre fatto così” che può forse tranquillizzare la coscienza ma non fa convertire. Se desideriamo che la Quaresima cambi i nostri cuori e cambi anche i cuori dei fratelli che sono in guerra occorre che lasciamo che il Risorto tocchi veramente i cuori e le menti! Cari amici se non abbiamo cuori toccati realmente dalla misericordia di Dio, che non si aprono a Lui e ai fratelli e sorelle, in particolare ai più poveri, rischiamo di non aprirci realmente all’amore e alla misericordia che Dio ha rivelato pienamente in Gesù morto e risorto per noi. Rischiamo di pensarci cristiani senza esserlo. Ci diciamo cristiani ma poi viviamo una fede e una morale che non sono conseguenti e coerenti con il nostro Credo e con quella fedeltà all’uomo – creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio – che riconosce in lui il fratello da amare e perdonare. E di fatto, emarginando Dio dal nostro vivere quotidiano, rischiamo di perdere la speranza, di fidarci ed affidarci soltanto a noi stessi che siamo fallaci, di dividerci e di aggredirci gli uni gli altri. E qui non penso soltanto alle guerre che ci minacciano oggi ma anche alle piccole guerre che scoppiano ogni giorno tra noi, nelle nostre case, nelle nostre comunità … con tristi conseguenze su chi subisce quello che definirei un cristianesimo di apparenza ma dove la fede non c’è. Penso ai figli di quanti si fanno guerra nelle famiglie, agli anziani che soffrono nel vedere che l’educazione cristiana da loro impartita è rimasta in molti casi come una patina leggera sotto la quale non esiste più un rapporto profondo con Dio da parte dei loro figli e nipoti. Quel rapporto che è garanzia della pace e della concordia per le quali oggi in particolare preghiamo.

Preghiera, digiuno, elemosina! Torniamo dunque lì e sarà conversione per noi e possibilità di pace nel mondo.

La preghiera, la cui potenza è assai grande e che come la definì la Beata Anna Caterina Emmerik – questa veggente del XIX secolo beatificata da San Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004 – “è l’unico mezzo efficace per stabilire il contatto con Dio e poter ricevere la sua benedizione …” per poter ricevere ciò che desideriamo se noi preghiamo nel modo giusto sicuri delle promesse di Gesù: “Chiedete e vi sarà dato”, “In verità in verità vi dico: se chiederete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. (…) Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. “Da tali promesse provenienti dalle sante labbra di Gesù Cristo – continua la Beata – ci sentiamo incoraggiati a pregare ininterrottamente per essere salvati dai pericoli di questa vita ed essere pronti, davanti al Figlio dell’uomo, quando verrà a giudicarci. In effetti – prosegue – tutti i cristiani potrebbero diventare beati se solo avessero l’umiltà di accettare intimamente le pazienti esortazioni e le promesse di Gesù Cristo, pregando devotamente con fiducia e persistenza, rifugiandosi in lui. Invece la maggior parte degli uomini col passar del tempo cade e si disperde, trascura la preghiera e l’amore di Dio … certamente – continua – chi prega non vedrà esaudita ogni sua richiesta, perché non si prega sempre nel modo giusto. Chi vuole essere esaudito deve pregare con umiltà, fiducia, fervore e costanza. – E – Accanto alla preghiera si rende necessario osservare i comandamenti di Dio e tenere una vita devota e cristiana”. Certamente la preghiera deve nutrirsi di ascolto della Parola di Dio e non di nostre fantasie. E sarà tanto più gradita a Dio quanto più pregheremo e trasformeremo la preghiera in digiuno e in buone opere – le elemosine e la carità –, tanto più collegheremo il merito di tali buone opere a quello di Gesù Cristo e rinnoveremo spesso questa unione.

Con la preghiera, infatti, oggi, in Quaresima e nella intera vita cristiana, occorre digiunare e fare l’elemosina, praticare cioè la carità, per completare nella nostra carne ciò che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa per la quale Lui ha sofferto ed è morto prima di risorgere per sempre! Se preghiera, digiuno ed elemosina non camminano insieme noi saremo cristiani che cammineranno fuori dal cono di luce della Verità e mancheremo nell’essere veri uomini, autenticamente uomini e donne che in nome di Cristo e con il cuore ricolmo dello Spirito del Risorto si sapranno rinnovare e rinnoveranno la faccia della terra spendendosi per la pace e dando speranza e gioia a molti cuori.

Con questi sentimenti, con il desiderio ardente di essere cristiani non di facciata ma sempre più autentici e veri, con l’impegno della preghiera, del digiuno e della carità per la pace dei cuori e del mondo intero, iniziamo questa Quaresima 2022.

E chiediamo a Maria, Regina della Pace, che preservi il mondo dalla follia della guerra. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina