Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Mercoledì 22 febbraio 2023
Carissimi amici,
iniziamo questa sera la Santa Quaresima: un cammino di quaranta giorni che ogni anno compiamo insieme per prepararci alla Pasqua.
Un cammino che compiono questi ragazzi che hanno chiesto di poter ricevere i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia affinché, dopo aver ricevuto da neonati il Battesimo, possano in tal modo completare la recezione dei sacramenti della Iniziazione Cristiana, i sacramenti che permettono al cristiano di vivere unito a Cristo nel mondo e gli donano la forza della testimonianza del Suo amore.
Compiono – questo cammino – i catecumeni adulti che, dopo due anni di preparazione intensa, sabato pomeriggio anche nella nostra Chiesa chiederanno di iniziare la Quaresima 2023 per ricevere nella grande Veglia Pasquale i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia.
E con loro lo compiamo anche noi, sempre bisognosi di rivedere il perché del nostro essere cristiani. Sempre bisognosi di rimotivare il nostro Credo e di purificare la nostra vita cristiana così spesso intaccata dallo spirito del mondo che si oppone all’amore a Dio e al prossimo. Lo compiamo anche noi, direi, in stile sinodale ossia sostenendoci insieme lungo il cammino, esortandoci insieme alla conversione e a vivere in maniera sempre più autenticamente cristiana.
C’è altro.
Questo cammino verso la celebrazione della Veglia Pasquale durante la quale tutti rinnoveremo solennemente gli impegni del nostro battesimo per vivere nel mondo, nonostante tutto, da figli di Dio, insieme a un itinerario catecumenale ha sempre intrecciato anche, nella storia della Chiesa, un itinerario che stasera pure iniziamo: un itinerario penitenziale!
Tra poco riceveremo sul capo l’austero segno delle ceneri.
Sapete perché?
Perché all’inizio della Quaresima, nella Chiesa antica, e da allora fino ad oggi, i paenitentes, ossia quei battezzati che erano caduti in peccati gravi (omicidio, adulterio, apostasia) dovevano ripetere in un certo senso la loro iniziazione cristiana. Intendiamoci: non dovevano essere ribattezzati. Il battesimo è uno! Ma dovevano rimettere ordine nei loro cuori per vivere poi la Pasqua con lo stesso spirito dei catecumeni. Iniziava così per loro un percorso di penitenza, di conversione, che durava quaranta giorni pieni di istruzioni e di richieste di segni concreti di conversione e che si concludeva con la Veglia Pasquale. Per iniziare questo cammino si buttavano in testa, in segno di penitenza e richiesta di perdono dei peccati, la cenere. La cenere che con il medesimo spirito stasera spargiamo anche sulle nostre teste e che ci ricorda ciò che eravamo e ciò che torneremo ad essere dopo la morte: polvere! Polvere alla quale se Dio non dà lo Spirito, non dà il suo alito di vita come aveva dato al primo uomo fatto di terra, terra rimane, polvere rimane. La cenere sia allora invito continuo ad ascoltare il Vangelo per convertirci ad esso preparandoci così degnamente alla Pasqua.
Sarebbe errato se, stasera, fossimo venuti a prendere la cenere come nel giorno della candelora abbiamo preso le candele, o la domenica delle Palme prenderemo un ramo di olivo. O come quando veniamo sempre volentieri in chiesa tutte le volte che c’è da prendere qualche segno … No! Veniamo a ricevere la cenere per iniziare un cammino penitenziale, di conversione, di cambiamento di vita che durerà per quaranta giorni affinché a Pasqua possiamo dire che crediamo e, alla professione della fede con la bocca, congiungiamo una adesione forte e convinta della volontà che davanti alla Misericordia di Dio si lascia affascinare per cambiare tutti quegli stili di vita, modi di pensare e di agire in noi che si oppongono al Vangelo di Gesù. Che si oppongono al nostro essere cristiani battezzati. Che ci impediscono di essere credibili testimoni del Risorto.
Venire a cospargerci il capo di cenere è dunque impegnativo: è segno di un desiderio forte di cambiamento.
Iniziamo dunque un cammino di penitenza e conversione che durerà 40 giorni. Quaranta nella Bibbia rappresenta sempre un tempo di cambiamento e di trasformazione. Quaranta furono i giorni del diluvio, perché il mondo si purificasse dalla sua idolatria. Quaranta furono i giorni in cui Mosè rimase con Dio per ricevere la Sapienza della Legge. Quaranta furono gli anni durante i quali il popolo eletto dovette camminare nel deserto per passare dallo stato umiliante della schiavitù a quello glorioso della libertà. Due stati che non hanno nulla in comune: che hanno in mezzo il deserto!
Quaranta, nella Bibbia, furono anche i giorni in cui Elia dovette camminare per arrivare all’incontro con Dio. Un incontro che riplasmerà il suo stile di vita, il suo modo di vivere il ministero di Profeta. Quaranta furono anche i giorni in cui Gesù rimase nel deserto a combattere contro le tentazioni prima di iniziare il suo ministero pubblico.
Con tutti questi significati ci incamminiamo verso la Pasqua sapendo che poi, purificati, dopo aver rinnovato la fede battesimale o per alcuni ricevuto il Battesimo o i sacramenti pasquali, il cammino di conversione e penitenza dovrà continuare se pur con intensità diversa per tutta la vita in attesa della Grande Pasqua, impegnandoci tutti a vivere una vita nuova, una vita autenticamente cristiana!
La Parola di Dio di stasera poi ci consegna tre strumenti per percorrere bene questo cammino verso la Pasqua. Nel Vangelo siamo stati invitati alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. In queste tre opere: preghiera, digiuno, elemosina sono riassunte tutte le abitudini quaresimali che come cristiani non possiamo perdere. Perdere tali abitudini significherebbe privarci della forza della vita cristiana del popolo di Dio.
Dobbiamo tornare tutti al digiuno.
Ossia alla rinuncia. Servirà molto anche per i bambini imparare a rinunciare a qualcosa. Ci stiamo preparando alla Pasqua. Ci stiamo preparando a una festa. E come il giorno prima di un matrimonio mangiamo di meno per partecipare meglio al banchetto che ci sarà offerto dagli sposi, così anche noi in Quaresima dovremo rinunciare a un po’ di cibo, a delle cose materiali, a ciò a cui siamo abituati ma ci rende dipendenti, per prepararci meglio alla grande festa pasquale.
Rinunciare ad alcune cose per dare l’equivalente in elemosina ai poveri sarà vivere il comandamento dell’Amore.
Rinunciare ad alcuni cibi non dovrà tanto servire per arrivare a fine primavera più magri per la “prova costume” ma per trovare libertà, indipendenza da quegli appetiti carnali che spesso afferrano la nostra mente, il nostro cuore, la nostra povera volontà. E con i cibi dovremo digiunare da tutto ciò che ci impedisce di vivere liberi per seguire Gesù e amare il prossimo. Dovremo digiunare da tutto ciò che ci rende dipendenti: il fumo, l’alcool, Dio non voglia: la droga …, il gioco d’azzardo, i social, la televisione, il telefonino, la pornografia, il chiacchiericcio, ecc.
Rinunciare anche a tanto tempo che sprechiamo in cose inutili, per ascoltare maggiormente i fratelli nei quali possiamo ascoltare la voce di Cristo. Quell’ascolto di cui, insieme all’ascolto di Dio, oggi in un mondo di gente isolata, sola e in guerra c’è tanta necessità!
Con il digiuno e l’elemosina, nel cammino che stiamo per iniziare, siamo invitati anche alla preghiera.
Preghiera personale, in famiglia, in parrocchia … Siamo invitati a intensificare la preghiera leggendo da soli o aiutati dai sacerdoti o da altri fedeli preparati, la Parola di Dio, caso mai – questo sì – anche leggendola su internet e soprattutto ascoltando cosa essa ha da dire ai nostri cuori affinché si convertano e aderiscano al Signore che celebreremo vittorioso sulla morte nel giorno di Pasqua. Siamo invitati a partecipare alla Messa con costanza. In Quaresima dovremmo partecipare alla Messa non solo alla domenica ma sarebbe bello anche tutti i giorni per gustare la ricchezza delle letture bibliche che ci sono proposte nei quaranta giorni. Siamo poi invitati ad altre forme di preghiera: l’Adorazione Eucaristica, la Via Crucis, il Rosario … A ritagliarci qualche momento della giornata per stare soli con Dio nella preghiera.
Iniziamo dunque questo tempo santo con il proposito di perseverare in esso per giungere al suo termine più cristiani, più consapevoli del grande dono del Battesimo ossia della vita di Dio in noi che abbiamo ricevuto o che riceveremo.
Accogliamo quindi l’invito che il Signore ci rivolge attraverso il Profeta Gioele: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” ma che siano autentici! “Laceratevi il cuore e non le vesti” e tutto questo perché Dio è pietoso e misericordioso! Buona Quaresima a tutti. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina