Omelia alla Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri 2024

Tivoli, Cattedrale di San Lorenzo Martire, Mercoledì 14 febbraio 2024

Cari fratelli e sorelle,

con questa celebrazione iniziamo insieme il cammino della Quaresima che ci porterà alla grande solennità della Pasqua, festa nella quale celebreremo l’amore fedele di Dio per l’uomo. Celebreremo il dono di Gesù, vero uomo e vero Dio, dato per noi sulla croce. Celebreremo Lui che ci dona il Suo amore, il Suo corpo ed il Suo sangue, nell’Eucaristia. Celebreremo Lui che risorto dalla morte assicura per tutti coloro che, battezzati, saranno con Lui compartecipi della sua morte, che con Lui risorgeranno e se Lo lasceranno agire nel loro cuore, se accoglieranno lo Spirito Santo, l’amore che c’è tra Lui e il Padre e che ci vuole donare, vivranno lontani dal peccato, nell’abbraccio di Dio che non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva!

Iniziamo allora questo cammino riconoscendo innanzitutto come siamo cenere. Ossia che se non lasciamo abitare in noi lo Spirito Santo che il Risorto ci dona, che se non lasciamo che la fiamma viva del suo amore divampi nei nostri cuori, il nostro cuore è cenere: cenere che copre la fiamma dell’amore di Dio in noi. Un amore che Dio ci ha donato una volta per sempre quando con il Battesimo ci ha resi partecipi della sua passione, morte e risurrezione. Quando ci ha donato l’amore che sussiste tra Lui e il Padre e che vuole condurci sulle vie del bene. Ma che spesso, allontanandoci dalla volontà di Dio, non osservando i dieci comandamenti, non vivendo il Vangelo che ci insegna ad amare Lui e il prossimo come noi stessi, noi abbiamo fatto spegnere divenendo soltanto cenere. La cenere, infatti, è quanto rimane nel camino dopo che ha divampato il fuoco. Il fuoco sotto sotto c’è ancora. La possibilità che il fuoco torni ad ardere nel nostro cuore c’è sempre, ma allontanandoci da Dio noi siamo divenuti cenere.

E allora stasera ripartiamo da qui. Dalla nostra consapevolezza di essere poveri peccatori, cenere! Cenere sulla quale, però, desideriamo che il soffio del cammino quaresimale faccia scomparire e torni a divampare il fuoco dell’amore del Risorto.

Nella prima lettura il profeta Gioele parla a nome di Dio e ci invita a tornare a Dio con tutto il cuore … a lacerarci il cuore e non le vesti.

Lacerarci il cuore! Perché? Per trovare in fondo al nostro cuore la fiamma di un Dio che è misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore.

Gesù – lo scopriremo man mano cammineremo lungo la quaresima – dona tutto se stesso per noi, fino a dare la sua vita in riscatto per molti. E ci chiede di fare altrettanto, di non scendere a compromessi con il mondo, a partire da quelli che sono presenti nel nostro cuore. Per questo siamo intimoriti, in particolare i ragazzi provano timore quando gli si domanda: “saresti disposto ad aprire la porta del tuo cuore a Cristo?”. Qualcuno risponde: “non lo so, perché avrei paura di dover cambiare completamente la mia esistenza”. Ma paura di cosa? Di non riuscire? Cari amici, la vita di fede non è un seguire regole buone di vita così poi Cristo entra nel mio cuore. Non è non commettere peccati così poi Gesù entra in me, entra nel mio cuore … Ma al contrario: scoprire come Lui è già nel mio cuore, e se io apro il mio cuore a Lui, Lui agisce in me, cambia il mio vivere e lo trasforma perché Lui è amore, amore che ha sconfitto il male e il peccato e se lacerando il mio cuore scopro che Lui è in me allora tutto sarà diverso. Perché scoprirò che in me c’è Colui che ha vinto il peccato e la morte.

Vedete, io, voi, come uomini non saremo mai in grado di combattere il male che c’è dentro di noi. È una battaglia che potremo vincere solo con Lui. Ecco cosa vuol dire lacerare il proprio cuore: farci entrare Cristo, anzi lasciare che Lui, che con il Battesimo e gli altri sacramenti che fanno il cristiano c’è già, riemerga, si ravvivi come la fiamma sotto la cenere quando si soffia sulla cenere stessa, esca come un fuoco sotto una pietra che lo custodisce ma che, quando noi spostiamo la pietra, torna a divampare!

Quaresima, dunque, per entrare nel nostro cuore, scoprire che Dio amore è con me e davanti a questo amore, io possa progressivamente convertirmi, cambiare la mia vita per passare da una vita immersa, soffocata dai miei peccati, a una vita bella, gioiosa, di grazia!

Ma come fare?

La Quaresima, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, deve essere caratterizzata da tre atteggiamenti interiori che ci possono aiutare a scoprire l’amore del Risorto in noi.

Elemosina, preghiera e digiuno.

 

Parto dal secondo elemento: la preghiera.

Papa Francesco ha indetto in questo anno che ci prepara al Giubileo dei 2025 anni dalla nascita di Gesù un anno dedicato alla preghiera.

Cosa dice il Vangelo?

Quando preghi entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà.

La preghiera è infatti una relazione profonda con Dio.

Con Dio che con il suo amore, abbiamo detto, vive nel nostro cuore. Vuole vivere anche nel cuore di chi non è battezzato e lo sarà nella notte di Pasqua o nei giorni che seguiranno.

Allora occorre entrare, anche con una certa curiosità, nel luogo del rapporto intimo con Lui per avere un incontro vero, una relazione autentica con Lui.

Quale è il luogo della relazione? Ad esempio della relazione tra un uomo e una donna? La camera. Ebbene noi dobbiamo entrare nella camera che è il nostro cuore. Ecco che comprendiamo meglio cosa vuol dire lacerare il nostro cuore. Aprirlo bene per poter incontrare Lui che con il suo amore abita in noi. E creare così un rapporto a tu per tu con Lui. Ecco la preghiera: un rapporto a tu per tu con Lui.

Vorrei tanto che in ogni comunità cristiana in questa Quaresima si aiutassero tutti i cristiani a darsi del tempo, in silenzio, per incontrarsi con Gesù nel cuore di ciascuno. Ecco, pregare significa prendersi del tempo per entrare in contatto con il nostro cuore, con la sede dove dimora lo Spirito Santo ed ascoltare la voce del Signore per sentire come Lui ci ama, prendere fiducia per camminare nella vita sapendo che Lui è con noi e non ci abbandona anche quando noi siamo tentati di abbandonarlo, e così vivere nella gioia!

Preghiera, dunque, come entrare in noi e incontrarlo nel nostro intimo. Ascoltando la sua Parola che è parola di amore, di pace, di gioia, di richiamo – a volte –, ma sempre per trattarci come figli e usarci misericordia.

Insieme alla preghiera, in Quaresima, siamo anche chiamati a digiunare.

Digiunare da tutto ciò che ci impedisce la relazione con Dio.

Qualche volta mi capita di volermi mettere a pregare … ma se c’è rumore intorno a me, se non c’è silenzio … non riesco a relazionarmi con il mio cuore, con il mio intimo dove Dio vuole parlarmi. Mi capita di mettermi a pregare ma mi iniziano a venire in mente tutte le cose che devo fare … e mi perdo …

In fondo facciamo fatica a pregare perché siamo nel mondo delle non relazioni. Ci relazioniamo con il telefonino, con la televisione, con i nostri vizi, anche con il cibo o gli alcoolici e così non ci relazioniamo con noi stessi. E come possiamo dunque incontrarci, relazionarci con Dio, il nostro Dio, che è relazione? Che si è rivelato nella storia della salvezza e che possiamo incontrare fermandoci a leggere, meditare, scrutare personalmente o insieme la sua Parola?

Ecco, occorre digiunare da tutto ciò che mi distrae dall’entrare in relazione con il mio cuore dove lo Spirito Santo vuole divampare e scaldarmi d’amore. Digiunare da tutto ciò che mi impedisce di relazionarmi con Lui.

E, infine, l’elemosina. Che non è tanto dare qualcosa a qualche povero. Ma trovare il tempo per relazionarmi anche con un’altra parola che insieme a quella di Dio vuole parlare al mio cuore. Ed è la parola dei fratelli, ed in particolare dei fratelli più poveri nei quali Cristo si è identificato e sempre si identifica.

Se faremo l’esperienza dell’incontro con Dio nel nostro cuore, se digiuneremo da tutti quegli idoli che ci impediscono la relazione con noi stessi e con i fratelli, allora sapremo guardare anche a chi ci sta accanto con gli stessi occhi di Dio. E li vedremo fratelli e sorelle, li guarderemo con intensità nuova. Anziché minacce, nemici, li vedremo e considereremo compagni di viaggio verso una terra promessa per tutti.

È la terra dell’incontro con Dio in eterno. La terra che si raggiunge con la conversione del cuore. Ma una conversione che non fa soffrire ma che dà gioia! È Gesù che ci dice all’inizio della Quaresima: “Non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano”. Ma si veda sui nostri volti, piuttosto, la gioia, si senta il profumo della libertà, si sprigioni quell’amore che fa nuove tutte le cose, cominciando dalle più piccole e dalle più vicine!

Che tutto ciò avvenga per noi in questa santa Quaresima! Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina