Tivoli, Basilica di Santa Maria Maggiore, Domenica 15 agosto 2021
Carissimi fratelli e sorelle!
Celebriamo oggi la grande solennità dell’Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria “in anima e corpo”.
Papa Francesco, durante l’Angelus del 15 agosto dello scorso anno, dopo aver ricordato una frase che divenne famosa quando l’uomo per la prima volta mise piede sulla luna: “Questo è un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità” …, descriveva così il contenuto della presente Solennità: “La Madonna ha poggiato i piedi in paradiso: non ci è andata solo in spirito, ma anche con il corpo, con tutta se stessa. Questo passo della piccola Vergine di Nazaret – continuava il Papa – è stato il grande balzo in avanti dell’umanità. Serve poco andare sulla luna se non viviamo da fratelli sulla Terra. Ma che una di noi abiti in Cielo con il corpo ci dà speranza: capiamo che siamo preziosi, destinati a risorgere. Dio non lascerà svanire il nostro corpo nel nulla. Con Dio nulla andrà perduto! – E continuava –: In Maria la meta è raggiunta e noi abbiamo davanti agli occhi il motivo per cui camminiamo: non per conquistare le cose di quaggiù, che svaniscono, ma per conquistare la patria di lassù, che è per sempre. E la Madonna è la stella che ci orienta!”.
Con parole più solenni e forse un po’ più difficili da comprendere anche se di per sé chiarissime, il Concilio Vaticano II descrive il Mistero che celebriamo oggi così: “L’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste col suo corpo e la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell’universo” (LG, 59). E poi: “La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore” (LG, 68).
Maria dunque è donna che sta dalla nostra parte ma poiché “ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” come abbiamo sentito dirle da Elisabetta nel Vangelo poc’anzi ascoltato, ha aderito perfettamente alla volontà di Dio poiché Immacolata, ora può stare con Dio nostro Salvatore per sempre, primizia di ciò che attende il cristiano e diviene motivo di consolazione, fiducia e speranza anche per noi che camminiamo in questa vita bellissima ma anche piena di prove, sofferenze, egoismi, difficoltà, continue tentazioni di divisioni, fazioni, di peccati che spesso ci fanno perdere il riferimento sicuro del Paradiso che ci attende e, ahimè, anche il senso di cosa è l’uomo: creatura di Dio, amata da Lui, posta al centro dell’universo dal suo Creatore e Padre, dotato del grande dono della libertà, una libertà spesso usata male e per mettersi contro i suoi fratelli, contro Dio e anche contro se stesso … Ma che Dio continua ad amare e a perdonare e dandole Maria come modello da imitare nell’ascolto obbediente della sua Parola e nella grande carità da Lei praticata, vuole donargli una via sicura per vivere in questa vita da autentici credenti e poi giungere, dopo la morte, alla felicità eterna.
Le letture di questa Messa ci ricordano tutto questo.
Nella prima lettura l’Apocalisse ci presenta la visione di una lotta tra la donna e il drago. La donna che rappresenta la comunità dei battezzati, noi, la Chiesa, che se da una parte è gloriosa e trionfante perché in Maria ha già un piede in Paradiso, dall’altra è in travaglio, in continua lotta, deve affrontare le prove che anche noi ben conosciamo e che nel mondo forse sono ancora più gravi delle nostre prove. Ma Maria non ci lascia soli!
Anche Lei se pur Immacolata e preservata dal peccato ha condiviso le nostre sofferenze e ancora come una Madre ci è accanto. Anche Lei ha seguito il suo Figlio fino ai piedi della croce, lo ha visto morire … Ma nello stesso tempo è già entrata nella gloria del Cielo. In altre parole: ci comprende nella prova ma pur essendo entrata nella gloria del Cielo non ci lascia soli, non ci abbandona nelle lotte della vita e ci sostiene ogni volta che come la donna dell’Apocalisse siamo chiamati a combattere contro il male.
Certo è che dobbiamo lottare, combattere contro il male. Non rassegnarci mai!
Essere cristiani – ci ha detto Paolo nella seconda lettura – significa credere che Cristo è risorto veramente dai morti e anche noi, con Lui, risorgeremo. E come Maria – figura e immagine di tutta l’umanità – è stata attratta dal Figlio nel suo passaggio attraverso la morte, così anche noi entreremo grazie alla fede nel Risorto, in Cielo, in quello che chiamiamo Paradiso!
Maria Assunta, Maria che ci è accanto nelle prove della vita, Cristo che trascinando Lei in Cielo assicura che anche coloro che crederanno in Lui sull’esempio di Maria, entreranno nella gloria eterna di Dio, ci infonda dunque speranza!
Abbiamo un bisogno estremo di speranza!
La speranza ci aiuta, nel conflitto e nella lotta quotidiana, quando sentiamo un odore intenso di morte intorno a noi come in questi tempi di Covid, quando vediamo che l’uomo non sa più chi è, quando pare che anche i giovani si lascino rubare la speranza … noi, grazie anche alla festa di oggi, desideriamo confermare la speranza. Sì, che speriamo che il bene vincerà sul male, la vita sulla morte. E con Maria, cari fratelli e amici, cantiamo anche noi il Magnificat!
Se la prospettiva della nostra vita è quella eterna e qui è quella di essere accompagnati da Dio e da Maria anche nelle prove della vita non possiamo più essere brontoloni, lagnosi, lamentosi … Dobbiamo archiviare una Chiesa fatta da vecchi nello spirito o che la si immagina di gente fuori dal tempo o che è soltanto chiamata a fare sacrifici o penitenze … che tra l’altro poi concretamente non fa …
Dobbiamo diventare sempre più la Chiesa del Magnificat! La Chiesa, ossia il popolo di Dio, che con Maria canta e spera, spera e canta … Canta e spera non perché massa di illusi o di gente superficiale ma perché sa che con Maria cammina dietro al Risorto che la attende e cammina anche quando attraversa momenti di buio o di sofferenza nel cammino verso l’eternità che ci attende.
Camminare verso la patria eterna non voglia assolutamente dire che non dobbiamo impegnarci in terra. Il Cielo infatti ce lo prepariamo qui. Tuttavia oggi – come ricordava un grande Santo, cantore di Maria, San Bernardo – è bene ricordarci che noi siamo già iscritti nel numero degli abitanti della Città del Cielo e mentre oggi ce ne ricordiamo ci impegniamo a condividere con tutti quella gioia per la quale oggi la Città di Dio esulta, esulta perché vi giunge Maria, ci precede la nostra Regina, “ci ha preceduti – continua Bernardo – ed è stata ricevuta con tanta gloria che con fiducia questi piccoli servi – cioè noi – seguono la loro sovrana gridando ‘Conducici con te, Maria, noi accorriamo all’odore dei tuoi profumi!’”. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina