Omelia alla Santa Messa della V Domenica del Tempo Ordinario (B) 2024

Villanova di Guidonia, Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Domenica 4 febbraio 2024

Carissimi fratelli e sorelle,

con la Chiesa che è in Italia celebriamo insieme la 46ͣ Giornata Nazionale per la Vita. Una Giornata che fu istituita dai Vescovi italiani all’indomani del referendum che introdusse in Italia la nefasta pratica legalizzata dell’aborto, un attentato alla vita di chi non ha voce, di chi, ancora nel grembo materno, viene spesso soppresso a causa dell’egoismo dell’uomo lasciando in tante mamme il peso del rimorso che fatica a lasciarsi perdonare.

In questa Giornata benediciamo anche durante questa Santa Messa le coppie che attendono un bambino, quelle che lo desiderano, inaugureremo la nuove sede del Movimento per la Vita della sezione di Tivoli e di Palestrina e il Centro Aiuto alla Vita (CAV) “Sant’Anna” che avrà sede nel palazzetto dove ha sede anche il nostro Consultorio diocesano e che sarà diretto da Paola Passacantilli che ringrazio per aver accolto questa chiamata a difendere e promuovere la vita insieme a quante e quanti collaboreranno con lei.

La Parola di Dio che ci presenta questa Santa Messa ci aiuta a comprendere il valore della vita e che valore essa aveva per Gesù, il nostro Maestro e Signore.

Nella prima lettura Giobbe dà spazio a un lamento verso la vita tipico dell’uomo che vive da mercenario, che vive solo per il salario. È un atteggiamento tipico dell’uomo che non è umano, che non ama la vita ma vive per se stesso, per i propri interessi e così per lui la vita non ha valore, è triste, angosciosa ed angosciante.

È la situazione di quanti pensano di guadagnare il mondo intero e perdono la loro vita. Quale vantaggio ne hanno? Ossia non permettono che la forza della vita li sorprenda e li conduca là ove non pensano.

Qualche settimana fa ho partecipato alla presentazione di un bellissimo libro di una mamma di Tivoli che ha scritto la storia di suo figlio, un figlio nato con la sindrome di down, che tutti gli dicevano che non avrebbe potuto fare tante cose e che invece grazie all’amore della famiglia, al credere nella forza della vita, hanno fatto crescere un figlio che ha sorpreso i suoi genitori, i suoi insegnanti, molti di quanti lo conoscono essendosi riuscito ad affermare nel campo dello studio, dello sport, del lavoro, del teatro e del cinema. Tutto ciò è stato possibile grazie a dei genitori che hanno creduto nella forza della vita senza ragionare in termini di opportunità, di guadagno, ecc. hanno accolto, accompagnato, educato la vita che Dio ha donato a loro e hanno permesso alla loro creatura di essere un uomo contento e che diffonde amore.

Quanti altri esempi di vite accolte e amate senza egoismi che sviluppandosi portano gioia e amore!

Chi ci insegna che Giobbe non aveva ragione ma che ogni vita è un dono prezioso è Gesù così come ce lo presenta il Vangelo odierno.

Domenica scorsa, se ricordate, ci era stata presentata la prima parte della giornata tipo di Gesù, la cosiddetta Giornata di Cafarnao. Gesù camminando incontrò un indemoniato e lo guarì cacciando via da lui lo spirito impuro che lo teneva prigioniero del male. Oggi, ci viene presentato Gesù che, uscito dalla sinagoga insieme a Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni va in casa della suocera di Simone che è ammalata, ossia in una situazione di vita in pericolo. Si china su di lei, le tende la mano, la guarisce, la alza in piedi, la rimette nella posizione di colei che ha ricevuto la salvezza che Gesù vuole donare a tutti, e l’anziana ammalata e guarita si mette a servizio di Gesù e dei suoi discepoli.

È il gesto emblematico dell’amore che Gesù ha per la vita e direi per ogni vita. Nel Vangelo abbiamo ascoltato che portarono a Gesù ammalati, indemoniati … appena terminato il sabato, quando gli ebrei possono riprendere a camminare dopo il termine della giornata di riposo, Gesù guarì molti che erano affetti da molte malattie e caccio molti demoni.

Questo amore per la vita di Gesù ci deve spingere a fare come Lui: amare la vita, ogni vita, curare e custodire ogni vita a partire dalla più fragile, da quella ancora non nata fino a quella che muore e alla quale dobbiamo permettere di morire con dignità ma senza ricorrere a quella terribile forma di non rispetto per la dignità della vita che è l’eutanasia.

Cari amici, come ci ricorda il Messaggio per la Giornata per la Vita odierna, molte, troppe vite sono negate, sono troppe le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che vengano messe a repentaglio. Pensiamo alla vita dei tanti che si ritengono “nemici”: i soldati, le donne, i bambini, gli anziani … spesso sono visti come ostacoli ai propri obiettivi e si stroncano le loro vite con la forza delle armi o con la violenza o con il metterle da parte, senza cura, senza affetto … Pensiamo alla vita dei migranti che pensiamo valgano poco, così poco che neppure ci commuoviamo più davanti alle notizie delle loro morti in mare sempre più numerose; pensiamo ancora alla vita dei lavoratori e delle lavoratrici sfruttate, mal pagate, assunte con contratti in nero. Pensiamo ancora ai tanti femminicidi o alle tante forme di violenza sulle donne. Ancora pensiamo alla vita dei malati gravi, dei disabili … quante volte pensiamo che la loro vita sia indegna di essere vissuta lesinando supporti medici e addirittura pensando che il suicidio assistito o la morte procurata siano gesti umanitari. E infine pensiamo alla vita dei bambini nati o non nati, sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto di organi. E in questo contesto come non pensare all’aborto che ormai è presentato come un diritto, una pratica che viene sempre più banalizzata, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o “del giorno dopo” facilmente reperibili.

Gesù ama la vita. I suoi gesti a favore della vita ci fanno comprendere che la vita è degna di essere vissuta da parte di chiunque e che nessuno ha diritto di negare la vita all’altro.

Cari amici, guardando all’esempio di Gesù diveniamo anche noi capaci di accostarci alla vita, ad ogni vita e impegniamoci ad amarla, a proteggerla, a difenderla, a promuoverla. Poniamo attenzione a visioni ideologiche ed egoistiche che ci fanno pensare che la vita umana sia un bene disponibile. Evitiamo di essere noi, con i nostri parametri di giudizio personale, a decidere se una vita sia degna di essere vissuta e un’altra no.

Con Gesù impegniamoci a chinarci su ogni vita e ad amarla. A chinarci soprattutto sulle vite fragili: “Il grado di progresso di una civiltà si misura – ha detto Papa Francesco nel 2015 – dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili”. In Europa e in Italia in particolare la crisi demografica ci deve far riflettere. Alcuni decenni fa, in nome di alcune ideologie, si sosteneva che eravamo in troppi e che una diminuzione delle nascite sarebbe stata la via per un maggior benessere per tutti. Oggi il calo demografico è grandissimo e tra pochi anni pochi giovani dovranno mantenere tantissimi anziani e vecchi.

Come cristiani impegniamoci a difendere la vita che è dono di Dio Creatore e a promuoverla con fede e amore.

E permettiamo a tutti di vivere. Gesù ci indica con il suo stile come ci si salva da uno stile di vita alla Giobbe, mercenario, egoista, infelice … solo desideroso di morire …

Gesù dopo aver amato, guarito, liberato … si ritira in preghiera e poi si alza a va: “Andiamocene altrove – dice ai suoi compagni – nei villaggi vicini perché io predichi anche là; per questo, infatti, sono venuto”.

Cari amici in preghiera e in comunione con il Padre scopriamo la nostra più profonda identità di figli di Dio amati, in questo modo passeremo dalla infelicità di Giobbe alla felicità di scoprire che la nostra vita ha un senso, ogni vita ha un senso. Ogni vita è chiamata ad alzarsi, a muoversi, a guarire altri, a testimoniare il Vangelo agli altri – e questo è possibile in ogni situazione di vita (es. don Teglia) – a vivere una missione che come quella di Gesù e con Gesù vuole portare salvezza e gioia a tutti, in ogni luogo della terra.

Ricordiamocelo sempre: siamo nati per fare cose belle e grandi e soltanto quando ci si dà agli altri allora la vita diviene bella e significativa e può cambiare ogni situazione, anche quelle più tristi e infernali come San Massimiliano Kolbe riuscì a trasformare la vita nel campo di sterminio di Auschwitz.

Che il Signore conceda a tutti noi di accogliere, amare, proteggere, promuovere la vita. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina