Omelia alla Santa Messa della Venuta della Madre del Buon Consiglio

Genazzano, Santuario della Madonna del Buon Consiglio, Martedì 25 aprile 2023

Carissimi fratelli e sorelle,

celebriamo la Festa di Maria Madre del Buon Consiglio.

Maria può essere Madre del Buon Consiglio perché ripiena di Spirito Santo fin dall’inizio della sua storia poi, a Pentecoste, nuovamente presente con gli Undici a Gerusalemme, nella sala alta del cenacolo, in preghiera con loro, riceve nuovamente lo Spirito Santo che invia la Chiesa in Missione. Poiché dunque Maria è costantemente sotto l’azione dello Spirito Santo può darci il Buon Consiglio, darci Gesù e per la conoscenza intima che ha di Lui può dirci senza timore di sbagliare: fate quello che egli vi dirà! Ascoltatelo! Seguitelo!

Nella prima lettura ci è stato narrato che dopo che Gesù fu assunto in Cielo, i discepoli tornarono a Gerusalemme. Gerusalemme che è il luogo dove Gesù ha portato a compimento il suo cammino, ha dato la vita per noi, dove tutto si è compiuto, ci ha dato il suo Spirito, ci ha rivelato il suo amore. Ed è stando davanti a questo amore, a questo corpo di Gesù donato per noi, che noi riceviamo lo Spirito.

Se invece di andare a Gerusalemme si andasse a Emmaus con i nostri ricordi tristi, non riceveremmo lo Spirito di Gesù, ma lo spirito dei nostri deliri di potere e dei nostri sogni delusi, di tutto quello che volete ma non del Vangelo di Gesù, non di tutto ciò che Lui ha fatto e detto e a Gerusalemme ha compiuto: la sua Pasqua!

A Gerusalemme non si può dimenticare la croce che è la perfetta immagine di Dio, un Dio che per amore dà la sua vita di uomo per coloro che lo uccidono. Un Dio che sulla croce ci salva dal peccato, dalla morte, dalla solitudine che la morte altrimenti provocherebbe se non ci fosse la croce e dalla croce non potesse nascere l’amore, il perdono, la risurrezione, la vita!

A Gerusalemme dunque Maria e i discepoli salgono al piano superiore del luogo dove Gesù con i suoi aveva consumato l’ultima cena, aveva dato il suo corpo per noi nel segno del pane e del vino, dove gli Undici si erano ritrovati impauriti dopo lo smacco del Venerdì Santo e si erano lì rinchiusi perché era l’unico luogo che conoscevano e dove potevano starci dentro tutti, lì dove hanno visto il Risorto, e lì tornano dopo l’Ascensione – un’altra volta soli … – stanno in preghiera e stando in preghiera ricevono lo Spirito Santo. Lo Spirito che li rende Chiesa, li rende uno anche se inviati a tutti. Da lì, infatti, partirà la missione della Chiesa.

Sono dunque gli Undici e Maria nella stanza superiore. Una stanza che esisteva solo in alcune case ebree, non riservata per le faccende quotidiane, ma che era un luogo di riposo, un luogo dove si può ricevere e vivere un rapporto personale ed intimo con Dio. Dove si viveva di interiorità. Lì stava la Chiesa, lì stavano gli Undici e Maria, lì dovremmo stare tutti noi in preghiera!

La preghiera che non è “parlare di Dio”, non è “avere delle idee su Dio”, non è neppure “parlare a Dio” per stancarlo o importunarlo in modo che ci conceda ciò che gli domandiamo … perché Lui è Padre e sa già di cosa abbiamo bisogno. E non è neppure “parlare con Dio”. O meglio, è anche parlare con Dio, ma prima è ascoltare ciò che Dio ci dice, perché noi parliamo nella misura in cui ascoltiamo, riceviamo la Parola.

E come ascoltiamo Dio?

Scoprendo come tutto ciò che ci circonda è dono di Dio e attraverso il dono risaliamo a quanto il donatore ci vuole comunicare. E poi, ancora, lo ascoltiamo nella Sacra Scrittura che ci spiega chi è che ci ha donato tutto, e poi la parola interiore che suscita la contemplazione delle cose o l’ascolto della Parola. Ed è lì che Dio ci parla direttamente al cuore e noi entriamo in dialogo con Dio. In un dialogo continuo di amore che dura un’eternità, è il dialogo stesso che c’è tra Padre e Figlio. In particolare per il cristiano; la parola di Dio si è fatta carne in Gesù attraverso il “sì” di Maria, è tornata Parola nel Vangelo e si fa carne in noi ancora attraverso il nostro “sì”, come è stato – in maniera perfetta – per Maria.

E questo stare alla presenza di Dio ci permette di dialogare continuamente con Lui in una preghiera che non è un “monologo” ma uno stare dell’uomo davanti a Dio e Dio davanti all’uomo affinché l’uomo non dimentichi mai di essere immagine di Dio, non dimentichi mai la sua vera natura e progressivamente diventi sempre più come Lui, come Dio lo ha chiamato ad essere, diventi e rimanga immagine di Dio!

E ciò può avvenire in una preghiera continua, che deve essere sempre attiva come il respiro. Ma non con pratiche, rosari continui … bensì con il cuore che gioisce dove sta di casa, dove ama, dove ha una presenza! Una presenza amica, che non disturba, anzi potenzia la nostra energia.

E questa preghiera si svolge, dicevamo nella “stanza superiore” cioè fuori dalle normali occupazioni, quando il nostro cuore è tutto per Gesù che dice ecco: lì c’è un luogo per me dove riposare. Il luogo di riposo di Dio è infatti il cuore di chi lo ama. E così Dio sta in noi e noi in Lui. E in questa unione intima, profonda con Dio, in questa apertura del cuore a Lui, in questo ascolto che diviene dialogo, lo Spirito Santo scende.

Scende come è sceso su Maria, sulla prima Chiesa, ed invia, manda poiché l’esperienza della gioia e dell’amore ricevuto non ci lascia indifferenti ma ci invia a condividere la gioia con chi necessita di incontrarla, ci invia fuori dalla stanza superiore per condividere il dono dello Spirito ricevuto.

Maria dunque può dirci “fate quello che egli vi dirà”, può darci il “buon consiglio” che è ascoltare il suo Figlio per obbedirgli e generarlo al mondo. Può dirci e darci il “buon consiglio” perché è stata sempre docile all’azione dello Spirito, ha sempre accolto nella preghiera quel Buon Consiglio che in Lei, addirittura si è fatto carne per rivelarsi al mondo, per morire e risorgere per noi e per infiammare tutti noi con lo Spirito che ci dona dal Cielo, lo Spirito Santo che è l’amore che unisce il Padre al Figlio.

Come Maria, dunque, se desideriamo ricevere il Buon Consiglio dobbiamo rimanere in preghiera nella vita di ogni giorno e poi divenire anche noi portatori del Buon Consiglio a tutti coloro che incontreremo facendo quanto lo Spirito ci dirà attraverso l’ascolto interiore, l’insegnamento dei Pastori della Chiesa, l’ascoltare il grido dei poveri. E così diverremo portatori di quanto abbiamo ricevuto nella preghiera e nei sacramenti e che siamo in dovere di condividere con tutti con i fatti e con le parole.

Sì, anche noi, tanto più saremo pieni di Spirito Santo tanto più potremo dire ai fratelli e alle sorelle “fate quello che Egli vi dirà”, divenite anche voi stanza superiore, letto su cui possa adagiarsi la voce dello Spirito e condurvi per le vie giuste, sagge, di pace i cui l’umanità, oggi più che mai necessita.

Come Maria è stata in preghiera continua, ha ricevuto lo Spirito e può dire fate quello che egli vi dirà. Che anche noi, guardando a Lei, possiamo divenire consiglieri dei fratelli. E lo diventeremo tanto più quanto più ci lasceremo afferrare dallo Spirito Santo e così ci lasceremo consigliare da Lui per la nostra vita e per la vita bella del mondo, per la nostra vita e per poter essere di aiuto alla vita dei fratelli con il nostro umile consiglio che può nascere soltanto da un cuore che ascolta e si lascia forgiare dallo Spirito Santo. Che ascolta come Maria e come Maria ha generato il Figlio (il vero buon Consiglio) così anche noi potremo generare Lui al mondo dando il consiglio che deriva dallo stare esposti allo Spirito Santo. Il consiglio di cui il mondo, soprattutto oggi necessita con urgenza. Il consiglio che ha un nome: Gesù a cui tornare immediatamente prima che si pensi con troppa facilità che ciò di cui ha bisogno l’uomo siano soltanto cose, idee umane, di seguire quanto il mondo propone circa la vita, la famiglia, la differenza di genere, la fede che pare diluire la verità cristiana in un relativismo e sincretismo che mettono a rischio il futuro dell’uomo e anche della Chiesa. Che Dio torni ad essere il nostro tutto. Il Consigliere ed il Consiglio. Maria che ha fatto la sua volontà e continua a presentarcelo ci aiuti nel seguirlo con gioia e fedeltà. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina