Palestrina, Basilica Cattedrale di Sant’Agapito Martire, Mercoledì 28 agosto 2024
Cari amici,
la nostra comunità diocesana insieme ad altri tanti amici venuti anche da fuori è riunita qui, oggi, per affidare alla Misericordia di Dio l’anima di Camilla, per sostenere il dolore di quanti l’hanno amata e continueranno per sempre ad amarla a partire dal suo papà Emilio, mamma Mirna, Andrea – nostro caro seminarista –, i suoi tanti parenti, amici e conoscenti, il giovane fidanzato Mattia.
Camilla: una ragazza bella! Bella esteriormente ma ancor più bella interiormente e che, come sappiamo, a causa di un tragico incidente, domenica mattina, mentre si recava alla Santa Messa con la sua inseparabile amica Elisa, ha terminato la sua breve corsa terrena.
Una corsa terrena che per i nostri criteri umani è stata troppo breve.
Una vita breve per una ragazza piena di vita, con uno sguardo ed un sorriso gioioso e contagioso che faceva trapelare la bontà della sua anima.
Un’anima bella che, educata dalla sua famiglia, aveva scelto come programma di vita quello delle Beatitudini, un programma che Gesù ci ha dato per garantirci la felicità ora e per sempre. Un programma che l’aveva resa una buona cristiana, una catechista dedita alla trasmissione della fede ai bambini della comunità della Sacra Famiglia. Che, impegnata nello studio, aveva fatto quale regola di vita l’amore verso il prossimo. Piena di gioia era una sorta di collante per i compagni di scuola e università, in parrocchia, in Azione Cattolica. Amore verso il prossimo che si apprestava a realizzare un nuovo passo tramite un viaggio missionario in Eritrea che avrebbe compiuto tra pochi giorni, amore al prossimo che ha continuato a esercitare anche dopo la sua morte poiché lei stessa, non indotta da altri, al compimento del diciottesimo anno di età, aveva scelto qualora fosse sopraggiunta la morte, di donare i suoi organi. Organi che ora stanno facendo vivere altre persone.
Davanti a questa morte tutti ci siamo chiesti, ci chiediamo e continueremo a chiederci: perché?
Vi confesso che anche io mi sono domandato più volte in questi giorni: perché? Perché questo taglio netto ad una vita di cui la propria famiglia, la nostra comunità aveva ancora umanamente parlando tanto bisogno? Perché?
E comprensibilmente so che molti tra voi, specialmente tra i giovani, si sono chiesti e si stanno chiedendo: perché?
Camilla era una brava cristiana, una ragazza splendida. Perché, Dio, hai permesso che se ne andasse?
Una risposta, cari amici, non saprei darvela.
Sì, potrei dirvi, Camilla è morta a causa di un errore umano. Ma in fondo la nostra vita è di Dio.
Nella prima lettura, certamente difficile da ascoltare oggi, il libro della Sapienza pare darci una risposta. Ha raggiunto la maturità anche se in pochi anni, la sua saggezza e la sua vita senza macchia è divenuta cara a Dio e poiché viveva fra peccatori, fu portata altrove.
Ma la nostra poca fede ci fa stare dalla parte di coloro che il Libro della Sapienza descrive così: “La gente vide ma non capì”.
Sì, oggi al Signore glielo confessiamo: vediamo ma facciamo fatica a capire. Perché, Signore, capire i tuoi progetti è difficile.
Certo, sappiamo che sei Padre, e come Padre che ha creato Camilla e tramite il dono del Tuo Figlio, Gesù morto e risorto per noi, non la abbandonerai. Sappiamo che con il Battesimo Camilla ha ricevuto lo Spirito Santo, l’amore che c’è tra il Padre e il Figlio, è divenuta tempio dell’amore di Dio, un amore fedele, per sempre e che non verrà distrutto nemmeno dalla morte.
Certo, sappiamo che Tu, Padre, per salvare l’umanità dal peccato e dalla morte eterna hai permesso che il Tuo Figlio, Gesù, per risorgere passasse per la croce e per la morte.
E crediamo anche che nessuno potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù.
Ma oggi facciamo fatica e pertanto chiniamo il capo davanti alla Tua volontà, facciamo silenzio e accogliamo i Tuoi disegni fidandoci di Te ed affidandoci a Te certi che un giorno comprenderemo. Fidandoci ed affidandoci a Te come mamma Mirna e papà Emilio hanno insegnato a fare da sempre a Camilla e ad Andrea.
Questa fatica, tuttavia, desideriamo sia riempita dalla fede nella risurrezione che deve far camminare tutti noi, a partire dalla famiglia di Camilla, nella speranza.
Noi cristiani, cari amici, crediamo che Gesù è risorto e che con Lui anche noi risorgeremo.
Subito dopo la morte con l’anima e poi, alla fine dei tempi, anche con i nostri corpi, trasformati dalla luce della Pasqua.
Noi cristiani crediamo nella vita eterna!
Nella Gaudium et spes, documento del Concilio Vaticano II, leggiamo: “Se manca la base religiosa e la speranza della vita eterna, la dignità umana viene lesa in maniera assai grave, come si constata spesso al giorno d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano nella disperazione” (21).
Noi desideriamo così ribadire anche oggi, in questo pomeriggio agostano, anche se con il cuore pieno di dolore e gli occhi bagnati di lacrime per l’umano distacco, che grazie alla salvezza operata da Cristo non camminiamo nel tempo verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma stiamo camminando verso il Signore della gloria, là, appunto, dove siamo sicuri che è già l’anima bella di Camilla.
Noi crediamo che Gesù morì, fu sepolto, è risorto, apparve! Noi crediamo che Gesù è passato anche lui per il dramma della morte, noi crediamo che l’amore del Padre lo ha risuscitato nella forza dello Spirito Santo, facendo della sua umanità la primizia dell’eternità per la nostra salvezza.
E per questo speriamo!
Fatichiamo a comprendere il mistero della morte ma abbiamo la certezza che ci attende la patria del Cielo, che in quella patria abbiamo come già gettata e piantata l’ancora della navicella fragile della nostra vita, la navicella che si muove tra il mare grosso, agitato, della storia, ma che attraverso la corda che la congiunge all’ancora noi progressivamente arriveremo, arriveremo alla riva e sarà gioia senza fine.
Camilla credeva in questo. Non immaginava certo che domenica, mentre rispondeva alla chiamata che il Signore rivolge a ciascun credente quando si reca ad incontrarlo nella Santa Messa, avrebbe ricevuto l’ultima chiamata, quella alla vita eterna. Ma credeva in questo e così viveva nello spirito delle beatitudini, era gioiosa e parlando qualche giorno prima di morire con mamma Mirna di liturgie esequiali diceva che dovevano essere gioiose, festose, perché si va alla Casa del Signore!
Con questa speranza, di trovarci tutti un giorno nella Gerusalemme del Cielo, continuiamo questa celebrazione. Affidiamo Camilla alla Misericordia di Dio, chiediamo il conforto che viene dalla fede per i suoi cari che hanno tutto il diritto di piangerne l’umano distacco e – se vogliono – anche di protestare con Dio che un giorno ci farà comprendere i Suoi piani. E vorrei infine chiedere a Camilla di pregare per noi: per il suo papà, la sua mamma, il suo fratello Andrea, e i tanti a cui ha voluto bene in questa vita. Di pregare per la nostra comunità diocesana, per la sua parrocchia, la sua amica Elisa, il suo Mattia e per i suoi tanti giovani amici: cara Camilla aiuta tutti a comprendere quanto sia prezioso il dono della vita, come il tempo che Dio ci dà da vivere in terra scorre veloce e va usato bene. Aiuta tutti a comprendere che la vita non va sprecata, non va vissuta nella mediocrità, ma amando, amando sempre, perdonando sempre, sorridendo sempre, come ci hai insegnato tu. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina