della Associazione Famiglia Apostolica per la Chiesa “Madre del Buon Pastore”
Palestrina, Parrocchia Santi Protomartiri Prenestini, Venerdì 28 giugno 2024
Cari fratelli e sorelle,
entrati nei primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, le colonne della Chiesa di Roma che presiede nella carità a tutte le Chiese sparse nel mondo, celebriamo la Santa Messa della Vigilia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo durante la quale il nostro caro Fratel Angie viene istituito nel ministero dell’Accolitato.
Egli da stasera sarà chiamato a partecipare in modo particolare al mistero della Chiesa che ha il suo vertice e la fonte della sua vita nell’Eucaristia che edifica la Chiesa stessa e fa essere coloro che si nutrono di Essa popolo di Dio. Sarà chiamato al servizio dell’altare e a distribuire il pane della vita ai suoi fratelli, specialmente agli infermi, agli anziani e ai malati. Ma più che a “fare” è chiamato, con la benedizione del Signore tramite il Vescovo, a conformarsi al mistero che servirà e distribuirà. Conformarsi all’Eucaristia! Ossia a quel rendimento di grazie di Cristo al Padre nello Spirito che si è compiuto sulla croce, che ci è offerto nell’Eucaristia affinché anche noi entriamo in questo movimento di rendimento di grazie non soltanto e non tanto a parole ma con l’offerta della nostra vita totalmente donata a Cristo e ai fratelli.
È significativo ed è bello che ciò avvenga mentre celebriamo la festa di due Apostoli, due testimoni del Risorto che hanno reso grazie al Padre con l’offerta della loro vita. Una vita spesa totalmente per l’annuncio del Vangelo e per le comunità cristiane e terminata per entrambi con il martirio a Roma dove hanno fecondato con il sangue quella Chiesa.
Caro Fratel Angie: divenire accolito, ossia servo dell’altare e ministro della Comunione con una attenzione speciale a coloro che nel Corpo di Cristo che è la Chiesa sono i poveri e gli infermi, nel giorno degli Apostoli Pietro e Paolo sia per te di stimolo a fare della tua vita un servizio continuo al Vangelo come fecero Pietro e Paolo e ad accettare per questo servizio le estreme conseguenze: anche il martirio qualora fosse necessario!
Un martirio cruento o, per te sarà più probabilmente incruento, che trova la sua ragione nell’amore grande che Gesù ha per te e per tutti noi e che, anche se imperfetti, chiede a noi una risposta di amore.
Il Vangelo che ci è stato proclamato stasera è quello nel quale Gesù a Pietro, il tre volte traditore di Gesù nella notte in cui veniva tradito, chiede per tre volte se lo ami.
Domanda a cui rispondere fu difficile per il povero Pietro. Alla quale riuscì soltanto a rispondere che vuole bene a Gesù perché amare è solo di Gesù, è capacità soltanto Sua. Ma davanti a questa triplice risposta di Pietro che ammette di non essere in grado di amare Gesù più degli altri; che ammette di riuscire solo a voler bene a Colui che lo ha amato, Gesù gli affida da pascere la sua Chiesa.
Se avessimo letto i versetti precedenti a quelli che la liturgia oggi ci ha proposto come Vangelo avremmo letto della pesca miracolosa che Gesù concede a Pietro di fare dopo aver pescato tutta la notte e non aver preso nulla. Ossia di come il Risorto conceda, a quanti si fidano di Lui e sulla sua parola gettano le reti della loro vita, assai di più di quanto da soli siano capaci di fare.
Avremmo poi letto del pasto che il Risorto prepara per i suoi sulla riva del lago di Tiberiade.
Lì Gesù fa trovare ai suoi un fuoco di brace acceso: è il fuoco d’amore della sua passione, della sua sofferenza, è il fuoco d’amore della sua croce e risurrezione – segno dell’Eucaristia – che nel suo amore offre a noi come offre anche a te stasera, caro Fratel Angie, e che ti offre perché ora, da Accolito, tu lo possa condividere con altri. Ma è un dono che chiede corrispondenza.
Gesù chiede agli Apostoli di portare a quel pasto un po’ di pesce appena pescato. Ossia Gesù vuole che la relazione tra Lui e noi, Tra Lui e gli Apostoli, tra Lui e te sia reciproca! Non vuole essere il solo a donare, ma vuole che anche gli apostoli abbiano la gioia e la dignità di contribuire a questo pasto.
Certo, anche il pesce che gli apostoli portano, è un dono del Signore. Ma un dono al quale anche essi hanno cooperato. Con la loro fede hanno infatti contribuito a raccogliere una pesca abbondante e ciò che portano ora è anche opera loro.
Caro Fratel Angie: il Signore ha preparato per te e per noi il pane del Cielo che è il suo stesso corpo al quale ti poni a servizio. Ma desidera che la relazione sia reciproca. Innanzitutto che tu possa portare a Lui qualcosa della tua vita, che è feconda grazie al Suo intervento, per la potenza della sua grazia. Ma che chiede anche qualcosa da te come lo chiede a tutti noi.
Nell’amore è esigita la reciprocità. E la celebrazione dell’Eucaristia alla quale da stasera parteciperai come accolito in maniera più intima esige che anche tu, anche noi, diamo qualcosa se addirittura non tutto di noi stessi non solo a parole, con i sentimenti, ma con i fatti. Con la concretezza di una vita che si pone a servizio di Dio e dei fratelli.
Tuttavia, la festa di oggi e il Vangelo appena ascoltato, ci fanno anche prendere seriamente coscienza di quanto siamo in grado di dare a Gesù.
Prima della Passione, ricordate, Pietro aveva fatto grandi dichiarazioni a Gesù: “Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai!” e ancora: “Darò la mia vita per te!”. Pietro era pieno di fiducia e sicurezza in se stesso, e questa presunzione aveva ottenuto come risultato il triplice rinnegamento di Gesù da parte di Pietro.
Ma poi, Pietro, è stato trasformato dalla sua partecipazione alla passione di Gesù, dal suo rinnegamento e dal suo pentimento per cui ora non risponde più con presunzione: non dice più: “Io amo più di costoro”, è diventato più umile, e dice “Signore tu lo sai che ti voglio bene” e così fa riferimento più alla conoscenza che Gesù ha di lui che alla sua conoscenza di se stesso. E questa insistenza nel rispondere confidando più sulla conoscenza di Gesù verso di lui che in quella che Pietro ha di se stesso permette a Gesù di affidare di pascere la sua Chiesa a Pietro.
E non solo: anche di predirgli la sorte che gli capiterà, quella del martirio. Una morte dolorosa ma che porterà Pietro alla gloria, ad andare dove è andato Gesù che aveva detto a Pietro: “Dove vado io tu per ora non puoi venire, mi seguirai più tardi”.
Ed inoltre Gesù dirà ora a Pietro “Seguimi!”. Parola che Gesù non aveva detto a Pietro prima della passione perché prima che Cristo tracciasse la via per giungere alla gloria, via che solo Lui ha potuto tracciare per primo per darci la salvezza eterna, Pietro non poteva seguire perché solo Gesù è salvezza per l’umanità. Ma dopo la passione di Gesù e dopo la propria conversione, per Pietro si apre la via della sequela; Gesù gli dice “Seguimi!” e Pietro avrà l’onore di seguire Gesù, di poter manifestare il suo amore per Lui con una generosità basata sulla grazia stessa del Signore.
Caro Fratel Angie, anche a te il Signore ti chiede di seguirlo. Lo potrai fare non per i tuoi meriti ma grazie ai doni che Lui ti ha elargito e ti elargisce: il dono della vita, innanzitutto; quello della fede; quello del Suo amore fedele e generoso per te. Tu stasera rispondi a Lui con il tuo piccolo amore. Un amore di chi come Pietro riconosce la sua pochezza ma che può comunque vivere una relazione di amore con Dio restituendo a Lui ciò che hai, divenendo così con Lui e come Lui dono per gli altri affinché tutti diventino Eucaristia: dono a Colui che ci ama tanto, con la nostra vita. Dono ricevuto e offerto, ricambiato! Ricambiato a Lui e al suo popolo così come al Risorto lo ricambiarono Pietro e Paolo con il loro apostolato ed il loro martirio, testimonianza suprema di come si ama Dio e il suo popolo fedele. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina