Omelia alla Santa Messa di mandato per la Giornata Mondiale della Gioventù

San Vittorino Romano, Santuario di Nostra Signora di Fatima, Martedì 1° agosto 2023

Cari amici,

finalmente ci siamo: stiamo partendo per la Giornata Mondiale della Gioventù.

Stiamo partendo per andare ad incontrare centinaia di migliaia di giovani che come voi, con i loro Vescovi, i loro sacerdoti, i loro educatori si stanno muovendo spinti da una volontà di bene, di pace, di comunione anche se consapevoli che camminiamo sempre tra difficoltà, guerre, episodi terribili di cui la storia umana è sempre costellata.

Nella prima lettura il Profeta Isaia sembra un po’ descrivere l’esperienza che stiamo per iniziare. In una visione vede che “alla fine dei giorni il monte del tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti, sarà il più alto dei colli, ad esso affluiranno tutte le genti”. Quel luogo di attrazione per tutte le genti è il Tempio di Gerusalemme al quale tutti vanno per conoscere la volontà del Signore.

E mentre vanno si incoraggiano a vicenda: “Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”.

È una visione meravigliosa e che vi invito a tener presente durante questo pellegrinaggio.

Incontreremo tante persone, tutte accomunate da un desiderio che ciascuno porta in sé. Tutte le genti hanno fame e sete di giustizia, di bellezza, di bontà e la giustizia, la bellezza e la bontà si trovano nel Signore.

Il male sulla terra deriva dal fatto che ciascuno sceglie la sua via, e le vie fondate sull’egoismo non possono dare al mondo armonia e pace, ma provocano necessariamente conflitti e guerre.

Invece se ciascuno cercasse presso Dio la buona via, allora ci sarebbe l’armonia tra tutti.

Noi dunque stiamo partendo per andare a cercare nell’esperienza di Dio che faremo la buona via sulla quale camminare insieme a tanti nostri fratelli giovani che vivono negli angoli più diversi del mondo.

Andiamo insieme dunque a conoscere la volontà del Signore per noi come il popolo che Isaia vide nella visione che racconta.

E cosa accade alla meta verso la quale si va. Isaia vede che “Dio sarà giudice tra le genti e sarà arbitro tra molti popoli”. I popoli si convertono; invece di volere la guerra, cercano la pace, la felicità, la gioia per tutti: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra”.

Purtroppo dobbiamo riconoscere che questa non è la situazione del mondo attuale. La guerra è ancora una realtà in tante parti del mondo e anche nella nostra Europa. Anche nelle nostre case, nei nostri paesi, nelle nostre terre e nelle terre da cui verranno molti giovani che incontreremo ci sono ancora tanti conflitti che allontanano dalla felicità e provocano tristezza.

Ma noi andiamo insieme verso il Tempio che non è – lo comprendete sicuramente – un edificio, né tanto meno un luogo – Lisbona o Fatima o Barcellona o Madrid … – ma è Cristo. Cristo che andiamo insieme ai giovani del mondo e il Papa ad incontrare insieme. Egli è il vero Tempio. Lui ha detto: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv 2,19). E allora partiamo e andiamo a Lisbona per cercare insieme ciò che appaga le nostre seti di felicità, di giustizia, di pace, di bello, di bene.

Insieme molti popoli e tra questi noi andiamo ad incontrare Colui che è l’unica fonte di giustizia e di pace e insieme faremo esperienza di Cristo e di amore e gioia in Lui. Una gioia da condividere.

In questo cammino, però, non siamo soli.

Sì, partiamo noi. Ma non solo noi.

Come i discepoli di Emmaus di cui ci ha parlato il Vangelo c’è Colui che è la meta che è anche il compagno di viaggio.

Anche nel Vangelo si parla oggi di due amici che si mettono in cammino.

Questi due sono meno entusiasti del popolo descritto da Isaia.

Questi due di cui uno si dice il nome – Cleopa – e l’altro no, perché potremmo essere ciascuno di noi … questi due non vanno a Gerusalemme ma tornano a casa da Gerusalemme, tornano delusi: il Maestro che avevano seguito lo hanno messo in croce. Colui che pensavano fosse il vero tempio, il trionfatore sul male e sulle divisioni, il realizzatore della pace, è morto. Sì, alcune donne hanno detto che è risorto ma la testimonianza delle donne ai tempi di Gesù non valeva nulla.

Questa delusione, questo fallimento i due pellegrini del Vangelo lo raccontano a un compagno di viaggio che incontrano per strada. Forse come farete voi che lungo il pellegrinaggio sicuramente vi confiderete con chi camminerà con voi e vi racconterete le vostre storie, le vostre attese e le vostre sconfitte, le vostre delusioni …

Ma chi camminava con loro inizia a raccontare di tutto ciò che nell’Antico Testamento si riferiva a Lui, incomincia a far comprendere loro che in realtà il loro Maestro nel quale avevano sperato aveva fatto tutto ciò che diceva di Lui la Scrittura.

La Parola di Dio fa gioire i loro cuori.

Come vorrei che in questi giorni dove ascolterete tanta Parola di Dio i vostri cuori se caso mai fossero un po’ delusi dalla vita di fede, dai cattivi esempi che avete visto nella Chiesa, dalla vostra vita … riprendessero gioia, speranza, iniziassero a vedere che la Chiesa è qualcosa di diverso da quanto spesso ci viene presentato, che essere cristiani è bello, che seguire Gesù dà pace, gioia, riempie di senso la vita …

E così i due di Emmaus chiedono a Gesù – che non avevano ancora riconosciuto – di fermarsi con loro. Lui si ferma e a tavola, mentre cena con loro, recita la benedizione e spezza il pane proprio come aveva fatto durante l’ultima cena. I discepoli di Emmaus lo riconoscono, ma Gesù scompare dalla loro vista. Rimane l’esperienza dell’incontro con il risorto e – in fretta – corrono nuovamente a Gerusalemme per narrare ciò che era accaduto lungo il percorso, come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane e come fosse vero che il Signore è risorto ed è apparso a Simone!

Come vorrei che questa fosse la vostra, la nostra esperienza.

Oltre alla Parola di Dio ogni giorno celebreremo l’Eucaristia. Come vorrei che lì incontrassimo Gesù, ci lasciassimo incontrare da Lui che ci parla e si dona a noi con il suo corpo ed il suo sangue: Risorto! E dall’esperienza di quell’incontro ripartissimo per tornare alle nostre case per dire a tutti: sì il Signore è risorto, lo abbiamo incontrato e lo annuncio anche a te!

Per concludere, dunque: partiamo e andiamo verso la meta comune per cercare la volontà del Signore.

Lui camminerà con noi parlandoci ed accompagnandoci nella sua Parola che ascolteremo e nell’ascolto degli amici che faranno strada con noi.

Durante l’Eucaristia dove ci donerà il suo corpo e il suo sangue entreremo in profonda comunione con Lui Risorto!

Lasciamoci affascinare dall’esperienza che faremo e prepariamoci fin d’ora a tornare da dove ora partiamo per dire a tutti ciò che si farà incontrare a noi in questi giorni: Colui che solo può dare risposte alle nostre domande di felicità, di gioia, di bene, di bello: Gesù! Gesù da cercare, Gesù da amare, Gesù da servire, Gesù da annunciare.

Come Maria, che accolta la Parola e Gesù nel suo grembo si alzò in fretta per condividere la gioia con l’anziana cugina Elisabetta una gioia che contagiò Elisabetta e Giovanni che portava in grembo. Una gioia che auguro contagi anche tutti noi. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina