Genazzano, Santuario della Madonna del Buon Consiglio, Lunedì 25 aprile 2022
Carissimi fratelli e sorelle,
dopo due anni di celebrazione della Madre del Buon Consiglio limitate a causa della pandemia, stasera siamo qui con un’altra preoccupazione: quella della guerra scoppiata in Ucraina e che rischia di coinvolgere, se in qualche modo non l’ha già fatto, l’Europa e il mondo intero.
Il Vangelo che ci è stato appena proclamato ci propone il primo dei miracoli operati da Gesù.
Un miracolo compiuto nel villaggio di Cana, in Galilea, durante una festa di nozze.
Non è certamente una scelta a caso, quella di Gesù, di compiere il suo primo miracolo durante una festa di nozze perché in Lui Dio ha sposato l’umanità anche se coloro che erano a tavola con Lui non lo sapevano né lo sapevano gli sposi che lo avevano invitato. Sì, non sapevano né gli sposi né gli invitati che a tavola con loro era seduto il Figlio di Dio: il vero sposo dell’umanità che dopo essere nato per noi dalla Vergine Maria, è passato in mezzo alla nostra umanità, l’ha assunta tutta – tranne il peccato –, è morto e risorto per ricongiungerci per sempre con Dio, nostro Creatore e Padre e ricreare quella comunione eterna e perfetta con Lui che il primo uomo, Adamo, aveva infranto separandosi da Dio a causa del suo peccato, del suo cattivo uso della libertà. Un uso sconsiderato, per tentare di sostituirsi a Dio e cadendo così nel baratro più grande di infelicità che potesse capitargli.
Gesù così si manifesta come il vero sposo dell’umanità, il vero sposo del popolo di Dio, annunciato dai Profeti e ci svela la profondità della relazione che ci unisce a Lui: è una nuova Alleanza di amore.
Nel contesto dell’Alleanza si comprende anche il senso del simbolo del vino, che è al centro di questo miracolo.
Proprio quando la festa è al culmine, il vino viene meno e finisce. La Madonna se ne accorge e dice a Gesù: “Non hanno vino”. Perché continuare la festa solo con l’acqua sarebbe stato brutto, una figuraccia per gli sposi e una delusione per gli invitati. La Madonna se ne accorge e dato che è Madre va subito da Gesù. Le Scritture, specialmente i Profeti, indicavano il vino come tipico del banchetto messianico. L’acqua infatti è necessaria per vivere, ma il vino esprime l’abbondanza del banchetto e la gioia della festa. Una festa senza vino sarebbe stata una festa rovinata … Trasformando in vino l’acqua delle anfore utilizzate “per la purificazione rituale dei Giudei” (v.6) – era l’abitudine: prima di entrare in casa, purificarsi –, Gesù compie un segno eloquente: trasforma la Legge di Mosè fatta di prescrizioni, precetti, decreti … in Vangelo, portatore di gioia.
E questa gioia è Lui stesso.
Lui stesso e lo Spirito Santo, che, risorto e asceso al Cielo manda sulla sua Chiesa, sugli Apostoli e Maria riuniti in preghiera nel cenacolo.
Ma – tornando al Vangelo – per ricevere questa gioia, per ricevere l’amore del Risorto, il suo Spirito che è il dono perfetto dell’amore di Dio che ci deve consigliare, guidare ogni giorno della vita e in ogni azione e scelta che compiamo, deve intervenire Maria, Colei che per prima si è lasciata colmare di Spirito Santo, dello Spirito tra i cui doni c’è anche quello del Consiglio.
Nel Vangelo Maria si rivolge ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (v.5). Anche oggi Maria dice a noi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!”. La Madonna dicendoci questo ci dà una indicazione, un consiglio preziosissimo. E in effetti a Cana i servitori obbedirono: “Gesù disse loro: ‘Riempite d’acqua le anfore’. E le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: ‘Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto’. Ed essi gliene portarono” (vv.7-8). In queste nozze davvero viene stipulata una Nuova Alleanza e ai servitori del Signore, cioè a tutta la Chiesa, è affidata la nuova missione: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. È il consiglio saggio di una Madre che non vuole che la festa di nozze tra noi e Dio, tra Dio e noi, venga a cessare. Ed è un consiglio che viene da Colei che ce lo può dare perché, come dicevo, per prima ha accolto in Lei lo Spirito Santo, lo Spirito del Consiglio. Lo ha accolto e in Lei si è incarnato, Lei ha generato al mondo Gesù per la nostra salvezza!
Servire il Signore significa ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. È la raccomandazione semplice, essenziale, della Madre di Gesù, è il programma di vita del cristiano!
Siamo qui anche quest’anno per celebrare l’Eucaristia di rendimento di grazie a Dio per averci dato in Maria la Madre del Buon Consiglio.
Ricorriamo a Lei più spesso!
Papa Francesco, commentando il Vangelo di oggi, un giorno ha detto: “Quando siamo in situazioni difficili, quando avvengono problemi che noi non sappiamo come risolvere, quando sentiamo tante volte ansia e angoscia, quando ci manca la gioia, andate dalla Madonna e ditele: “Non abbiamo vino. È finito il vino: guarda come sto, guarda il mio cuore, guarda la mia anima”. Ditelo alla Madre. E Lei andrà da Gesù a dire: “Guarda questo, guarda questa: non ha vino”. E poi tornerà da noi e ci dirà: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Per ciascuno di noi, attingere all’anfora significherà quindi affidarsi alla Parola di Dio e ai Sacramenti per sperimentare la Grazia di Dio nella nostra vita. Significherà aprirci al dono dello Spirito Santo, lo Spirito del Consiglio con il quale Dio stesso desidera illuminare i nostri cuori affinché nei momenti più delicati della vita personale e comunitaria, sociale, mondiale … comprendiamo quale sia il modo giusto di parlare e di comportarci.
Quanto bisogno abbiamo oggi di Consiglio, del Buon Consiglio!
In un mondo ancora non uscito completamente dalla pandemia, dove la guerra è ancora una realtà che semina morte, pianto, distruzione; dove i principi morali ed etici sono sempre più in crisi, dove il relativismo la fa da padrone, chiediamo a Maria il dono del Buon Consiglio! Affinché accolto nei nostri cuori inizi a renderci sensibili alla sua voce, alla voce dello Spirito di amore e di pace, e a orientare i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre azioni ed intenzioni secondo il cuore di Dio. Chiediamo il dono del Consiglio che ci condurrà a rivolgere sempre più lo sguardo interiore su Gesù, come modello del nostro agire e del nostro relazionarci con Dio padre e i fratelli. Che renderà capace la nostra coscienza di fare una scelta di comunione con Dio, secondo la logica di Gesù e del Vangelo affinché possiamo crescere positivamente, nella comunità e senza cadere in balia dell’egoismo e del nostro personale modo di vedere le cose e in tal modo anche a crescere nello spirito comunitario.
Ma per conservare questo dono dobbiamo imparare a pregare. Maria ci conceda questa grazia. La preghiera che è: “Signore, per intercessione di Maria, aiutami, consigliami, cosa devo fare adesso?”. E con la preghiera facciamo spazio allo Spirito del Consiglio affinché venga in noi proprio come è entrato in Maria e ci aiuti a comprendere come comprese Lei quale sia la volontà di Dio per noi in un determinato momento, quale sia il maggior bene per me e per la comunità, per la Chiesa, per il mondo.
E nel nostro intimo, con Dio e ascoltando la sua Parola, pian piano alla nostra logica personale, ai nostri progetti personali, impareremo a chiedere al Signore: quale è il Tuo desiderio? Quale la Tua volontà? Che cosa piace a Te? E ancora lo Spirito del Consiglio ci parlerà nella Chiesa di cui Maria è Madre e Modello, nella comunità che a immagine di Maria e al seguito di Maria è discepola del Signore e nello stesso tempo sua generatrice – anche se in maniera diversa da Maria – nel mondo oggi.
Con il dono del Consiglio per cui Maria sicuramente intercederà per noi faremo tutti e sempre le scelte giuste, quanto Gesù in vari modi ci dirà, e così e soltanto così potrà nascere e rimanere la pace nei nostri cuori e tra le nazioni. Quel dono grande e inestimabile della pace in terra che questa sera chiediamo che la Madre del Buon Consiglio ispiri a tanti cuori, ai cuori dei potenti in particolare e a quanti non vivono nella festa, nella gioia, nella comunione con Dio a tra fratelli in ogni angolo delle nostre città e paesi e del mondo intero. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina