Genazzano, Santuario della Madonna del Buon Consiglio, 25 aprile 2021
Carissimi fratelli e sorelle,
ancora avvolti dalla gioia della Pasqua, celebriamo questa Santa Messa in onore di Maria Santissima che in questo Santuario veneriamo con il titolo di Madre del Buon Consiglio.
In questo mondo privo di relazioni amicali autentiche, dove prevale la logica dell’io piuttosto che del tu e del noi, dove è difficile scegliere ed essere perseveranti nelle scelte di vita compiute, dove gli unici criteri per decidere come vivere sono il tornaconto economico personale o di gruppo, la ricerca del mio posto di potere senza pensare agli altri. Dove tutto si decide da soli, senza Dio e caso mai indotti nelle scelte dal così fan tutti, dall’influenza dei media digitali, dalle pressioni culturali di moda … abbiamo certamente tutti necessità, tanta necessità di Consiglio.
E Maria che veneriamo come Madre del Buon Consiglio ci è utile, necessaria, direi indispensabile proprio perché da chi possiamo andare a chiedere un consiglio gratuito, rispettoso della nostra libertà e desideroso soltanto che raggiungiamo il nostro vero bene, se non da Lei che in vista della generazione del Figlio di Dio è stata resa Immacolata, preservata da ogni macchia di peccato originale e che avendo detto sì al progetto di Dio per la salvezza dell’umanità ha reso possibile l’incarnazione del Dio con noi e per noi?
Stasera vorrei fermarmi proprio su quel Buon Consiglio che attribuiamo come titolo a Maria in questo Santuario e nella nostra Diocesi di Palestrina di cui Lei è compatrona.
E vorrei con voi domandarmi: chi è questo Buon Consiglio? È soltanto il consiglio che Maria ci può dare quando la preghiamo? Quando ammiriamo i suoi tratti di obbedienza alla volontà di Dio, di fedeltà fino ai piedi della croce? O comprendiamo che forse il Buon Consiglio è Gesù stesso, riferendosi al quale, alle Nozze di Cana, Maria disse ai servi: “Fate tutto quello che Lui vi dirà?”.
Il Vero, autentico Buon Consiglio di cui Maria è Madre e che Lei ci indica come Colui che solo è da seguire è dunque Gesù.
Gesù che sulla croce ci ha affidati a Lei dicendo al discepolo Giovanni: “Donna ecco tuo figlio”.
Ma il vero Buon Consiglio è Gesù!
Gesù che nel Vangelo di oggi, IV Domenica del tempo Pasquale, si presenta come il Buon Pastore.
Un Pastore che a differenza dei falsi pastori del popolo non sfrutta ma dona la vita per le sue pecore, cioè per noi. Ci ama e soltanto chi ci ama in maniera perfetta come Gesù può esserci pastore, guida, indice che ci consiglia – se lo ascolteremo – la strada da percorrere per vivere appieno la vita cristiana e quindi raggiungere la vera felicità non solo dopo la morte ma già ora, mentre peregriniamo in questa vita terrena.
Il Vangelo di stasera si colloca, nel Vangelo di Giovanni, dopo una controversia scatenatasi dai Giudei contro Gesù a seguito della guarigione di un uomo cieco dalla nascita. Davanti a questi Giudei che attendevano sì un pastore-messia con i tratti buoni, capace di guidare il popolo, di conoscere le sue pecore una ad una chiamandole per nome, fornendo loro il cibo e le cure necessarie … Gesù dice: “Io sono il buon pastore!”. La traduzione letterale sarebbe “il pastore bello”. Buono e bello perché ha un atteggiamento che caratterizza la sua relazione con le pecore e che è quello di spendersi, deporre la vita per le pecore, perché vive quotidianamente con loro, si coinvolge personalmente con ciascuna di esse, esponendosi fino a perdere la propria vita per proteggerle.
Gesù può dunque essere anche il vero Buon Consiglio perché non ci ama da funzionario, come uno che svolge un lavoro per percepire uno stipendio, ma in realtà senza avere veramente a cuore le pecore. Ma si impegna in una relazione vera, compromettente per Lui che lo porterà alla croce, a quella donazione di sé che continua anche dopo la croce quando, Risorto, continua a donarci lo Spirito Santo e con esso i suoi sette santi doni tra cui il dono del Consiglio.
Gesù, dunque, è il Figlio della Madre – Maria – che è buono e bello perché è venuto per servire ed esercita la sua autorità verso di noi non imponendosi sulla nostra volontà e libertà ma proponendoci la sua bellezza, la sua donazione piena e totale, “sino alla fine” … così che tutti coloro che lo accoglieranno, che ascolteranno la sua Parola nella preghiera personale e comunitaria, possano vivere in pienezza. Come ha vissuto Maria sua Madre e come invita ora ogni suo devoto a vivere come Lei il discepolato verso Suo Figlio, verso il Figlio di Dio, pastore bello e buono che dona la vita per poi riprenderla di nuovo ma non per tenerla per sé ma per donarla a tutti.
Egli è un pastore che ha molte pecore, tutte quelle che il Padre gli ha affidato e ha per questo uno sguardo universale. Tra Gesù e il Padre c’è un legame di intima conoscenza e tale reciproca conoscenza, tale intimità divina, Gesù la vuole realizzare anche con le sue pecore: “Il Padre – abbiamo letto – conosce me e io conosco il Padre; io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. E poi il suo sguardo d’amore va oltre: “Ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge con un solo pastore”. E dicendo questo Gesù pensa a quando sarà innalzato da terra e attirerà tutti a sé compiendo quella missione di rimetterci tutti in relazione, di “radunare nell’unità i figli di Dio dispersi” e ciò si realizzerà quando l’unico vero e solo Pastore della chiesa sparsa su tutta la terra, si rivelerà – come leggiamo nel libro dell’Apocalisse – come agnello sgozzato, che ha deposto la propria vita, e per questo è stato innalzato e glorificato dal Padre. È paradossale ma è così: proprio quando Gesù diventa agnello immolato diventa il Pastore delle pecore!
Noi, come Maria, siamo chiamati ad ascoltare la sua voce affinché ascoltando non solo ciò che ci dirà ma anche ciò che ha fatto donandosi per noi nel mistero della passione, morte e risurrezione; nel mistero della sua donazione, deposizione perfetta per noi, noi ritroviamo noi stessi e la strada giusta dove camminare in questa vita.
Infine c’è un’altra cosa che vorrei dirvi.
Maria ci dà il Consiglio di fare quello che ci dirà. Ma è anche Madre che ci mostra il Buon Consiglio che abbiamo detto essere Gesù, il Buon Pastore!
Vorrei che ci ponessimo tutti una domanda.
Ma noi che veneriamo Maria, noi che crediamo in Gesù siamo disposti a farci pastori per gli altri? Vedete quando parliamo di pastori pensiamo subito al Papa, ai Vescovi, ai preti … ed è corretto … ma tutti siamo pastori: lo è un papà e una mamma per i propri figli, un insegnante per i propri alunni … e ciascuno è chiamato a svolgere il suo servizio con la semplicità obbediente di Maria e spendendo la vita con amore per quanti ci sono affidati.
A volte, però, vediamo che alcuni pastori si trasformano in mercenari ossia che desiderano trarre un profitto per se stessi dal servizio che fanno discostandosi così ampiamente da Gesù e non essendo di consiglio, di edificazione, di aiuto, di guida per nessuno …
Stasera guardando a Maria, al Gesù Pasquale, a Gesù Bel e Buon Pastore, lasciamoci attirare da Lui e chiediamo di essere tutti pastori che vivono la vita come servizio sull’esempio di Gesù e di Maria.
Infine chiediamo a Dio e alla Madre sua che ci preservino dalla tentazione che potrebbe venire ai pastori ossia quella di svolgere il proprio servizio come un mercenario vivendo in modo contraddittorio rispetto a quanto pensano e insegnano con la voce per evitare, progressivamente, di non pensare più né alle proprie pecore né a quelle lontane e di finire con il pensare che sia vero e giusto ciò che è e fa vivere lontano da Gesù unico bello e buon Pastore. Se ciò accadesse sarebbe una grande rovina per il pastore e per le pecore e la chiesa, il mondo, la società, la famiglia … non ne patirebbero che una grande rovina. Una rovina che forse a volte stiamo già sperimentando ma dalla quale possiamo uscirne ogni volta che torniamo ad ascoltare e imitare Gesù, il Figlio di Maria, il Buon Consiglio, il Pastore Bello e Buono che ha dato e continua a dare la vita per noi perché anche noi continuiamo a darla, con il suo aiuto e con la forza dello Spirito Santo, ai nostri fratelli in umanità: vicini o lontani che siano, ricchi o poveri … ma tutti da amare e inserire nel circuito d’amore che Gesù ha inaugurato con la sua Pasqua. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina