Omelia alla Santa Messa in onore della Madonna del Campo

Cave, Piazza Nassiriya, Martedì 27 aprile 2021

Signor Sindaco, illustri autorità, sacerdoti, fratelli e sorelle tutti!

Pur se ancora in tempo di pandemia celebriamo solennemente la Madonna del Campo alla quale il popolo di Cave sempre si è rivolto in tempo di pandemie come nel 1656, quando in tutto il Lazio si diffuse la peste e poi nel 1837 quando Roma fu colpita dal colera e gli abitanti di Cave, che con essa intrattenevano commerci, si affidarono alla Madonna del Campo per essere preservati da tale morbo.

Anche noi, dunque, questa sera desideriamo innanzitutto affidarci a Lei, alla sua protezione per chiedere con fede non soltanto per noi ma per il mondo intero duramente colpito da questa pandemia, che Maria interceda per noi affinché essa abbia fine. Sicuramente le misure di sicurezza preventiva servono, servono i vaccini, occorre curare e prevenire, dobbiamo sicuramente avere fiducia nella scienza e nella medicina ma non dobbiamo mai dimenticare che solo Dio può guarirci e noi gli chiediamo fin d’ora, per intercessione della Madre Sua, di far cessare questo virus mortale e incredibile e specialmente i virus ad esso collegati: quello dell’egoismo, della speculazione anche su questa malattia, delle guerre diplomatiche, politiche ed economiche che il coronavirus sta generando e dalle situazioni pericolose che potrebbero degenerare nel mondo e anche nelle nostre città a causa della peste della povertà e della differenza tra ricchi e poveri, tra nord e sud del pianeta, tra chi avrà i vaccini e chi non li avrà, tra chi avrà denaro per riprendersi e chi non lo avrà e sarà costretto a ricorrere a prestiti ingenti e ad alto tasso o addirittura alla criminalità organizzata che dà soldi ad usura rovinando le economie familiari o addirittura nazionali.

La preghiera, tuttavia, non è un atto magico.

Se desideriamo che anche in questo tempo – che speriamo termini ma che ora però stiamo vivendo e con fede dobbiamo attraversare – se desideriamo che anche in questo tempo Maria si mostri a noi benigna e, come abbiamo chiesto, termini quanto prima, occorre che viviamo nella fede e soprattutto compiamo le opere delle fede.

Maria, come fiore del Campo, ci mostra queste opere.

E grazie a queste opere il fiore del Campo sappiamo che ha generato al mondo il frutto: Gesù!

A Lei possiamo e dobbiamo guardare perché in quel campo vasto che è il mondo, Lei si distingue per essere per noi non soltanto capace di intercedere ma modello al quale ispirarci continuamente affinché accogliamo e poi sul suo esempio come fiori che fruttificano, generiamo Cristo al mondo.

In una bella quale semplice meditazione, Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, diceva: «Guardando una piantina di geranio, che s’apriva in un fiore rosso, mi domandavo e le domandavo: “Perché fiorisci in rosso? Perché dal verde cambi in rosso?” Mi sembrava una cosa strana! Oggi ho capito che tutta l’umanità – continuava Chiara Lubich – fiorisce in Maria, Maria è il Fiore dell’umanità. Ella, l’Immacolata, è il Fiore della Maculata.

L’umanità peccatrice è fiorita in Maria, la tutta bella!

E come il fiore rosso è grato alla piantina verde con le radici e il concime che la fece fiorire, così Maria è, perché vi fummo noi peccatori, che costringemmo Dio a pensare a Maria. Noi dobbiamo a Lei la salvezza, ella la vita sua a noi.

Che bella, Maria! È la creazione che va in fiore, la creazione che va in bellezza. Tutta la creazione fiorita, come la chioma di un albero, è Maria. Dal Cielo Dio s’innamora di questo Fiore dei fiori, l’impollina di Spirito Santo e Maria dà al Cielo e alla terra il Frutto dei frutti: Gesù.

Per scendere Iddio dal Cielo doveva trovar Maria; egli non poteva scendere nel peccato e allora “inventa” Maria, che, riassumendo in sé la bellezza tutta del creato, “inganna” Dio e lo attira sulla terra.

Ma ella è Fiore dell’umanità e, chiamato Dio a sé, lo chiama per l’umanità, perché ella è grata all’umanità d’averle dato la vita».

Pur con qualche apparente sbavatura teologica mi piace questo brano.

Maria è fiore di un Campo.

Il Campo è la nostra umanità da sempre in guerra come lo erano i Romani e i Prenestini contro Volsci ed Ernici nel 267 a.C. nel Campo in cui dopo molti anni fu ritrovata l’antica immagine della nostra Madonna che oggi abbiamo potuto ammirare restaurata in tutta la sua bellezza. Quel Campo che successivamente fu teatro di addestramenti militari per difendere il feudo di Cave … Il Campo è la nostra umanità maculata, macchiata …

Il Campo oggi è la nostra umanità in preda alla pandemia e a tutte le sue conseguenze.

Ma una umanità dalla quale, per opera dello Spirito Santo, è nata Maria. Un fiore meraviglioso. È nata l’Immacolata. Donna come tutte le donne della terra ma preservata dal peccato affinché possa accogliere il Dio che si fa uomo con noi e per noi, per salvarci dal peccato e dalla morte.

Maria diventa così modello per ciascuno di noi chiamati a vivere come Lei per essere anche noi fiori, nel campo di questo mondo e – si badi bene – non di un mondo passato e che forse non tornerà più. Ma fiori che oggi si lasciano impollinare dall’amore di Dio che mai vien meno per produrre frutto, per generare Cristo al mondo! Per generare il miglior vaccino per la nostra umanità!

Come Maria, dunque, permettiamo al Signore di essere con noi e di riempirci della Sua gioia, della Sua grazia, affinché come Lei possiamo rallegrarci per la Sua presenza in noi.

Come Maria ascoltiamo la Sua Parola, meditiamola di più nel nostro cuore, nella nostra vita personale e nelle nostre comunità, e obbediamo ad essa cioè trasformiamo l’ascolto in azioni proprio come Maria che dopo aver detto sì alla volontà di Dio manifestatale dall’Arcangelo Gabriele tramutò quel sì in tanti gesti, in tante azioni, in una obbedienza continua a Dio per il bene dell’umanità fino a generare Gesù, a seguirlo fin sotto la croce e poi, partecipe con gli apostoli del dono dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, annunciandolo con loro al mondo più con i fatti che con le parole.

Il mondo … che continua a camminare con i suoi alti e bassi, con le sue gioie e i suoi dolori. Sempre in cerca di una libertà che spesso va a cercare lontano da Dio per poi rendersi conto che deve tornare a Lui … Il mondo che è come la Chiesa che mi piace vedere rappresentata intorno a Maria dagli Apostoli Pietro e Paolo, le colonne della Chiesa ma anche colonne fragili, che non sarebbero state nulla senza l’incontro con il Risorto che ama, perdona, dona e ridona vita. E che se non ritorna continuamente a Dio perde la bussola e ogni capacità di essere riferimento per chi cerca gioia, felicità, vita!

Come Maria, permettiamo dunque a Dio di venire in noi con il suo Amore divino.

Da Lei impariamo a dire “Eccomi”, conducimi Tu.

Sono disposto a generare Cristo al mondo. Credendo di più in Lui, ascoltando di più la sua voce, impegnandomi di più per quell’umanità nella quale Gesù è voluto entrare pur essendo Dio tramite la Vergine Maria per portare a noi tutti salvezza e pace!

La nostra preghiera che si farà azione, carne, concretezza, fatti e non solo parole, contribuirà così – siamone certi – ad attrarre ancora una volta l’amore di Dio per noi sue creature, un amore che è da sempre e per sempre e che, ancora una volta, sempre secondo la Sua volontà che a volte è diversa dalla nostra, però non ci deluderà e ci farà comprendere ancora una volta che abbandonandosi a Lui nulla si perde ma tutto si ritrova, anzi si ritrova in abbondanza, in pienezza. In quella pienezza di amore eterno che ha un nome. Il nome del frutto benedetto del grembo di Maria – fiore del Campo – quel nome che è Gesù: Dio salva! Quel Dio di cui tanto sentiamo il bisogno anche in questo momento storico ma che anche oggi non ci deluderà perché secondo i suoi piani divini mai ci abbandonerà. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina