Genazzano, Santuario della Madonna del Buon Consiglio, Venerdì 25 aprile 2025
Cari fratelli e sorelle,
la festa della Madre del Buon Consiglio quest’anno cade nell’Ottava di Pasqua, negli otto giorni in cui la Chiesa ama prolungare la gioia delle grandi feste – Natale, Pasqua … – come se fossero un unico giorno. Ed ecco perché come letture della Messa abbiamo ascoltato quelle di questo Venerdì tra l’Ottava di Pasqua dove ci è presentata una apparizione del Risorto così come spesso in questi giorni post pasquali la liturgia ci presenta episodi di apparizioni del Risorto ai suoi discepoli.
Stasera ci è presentato Pietro che dopo la morte e risurrezione di Gesù era tornato alla sua antica professione: il pescatore di pesci. Aveva vissuto tre anni con Gesù ma pareva tutto finito. Ai suoi colleghi che avevano sperato in Gesù ma poi lo avevano visto morire sulla croce Pietro dicendo “Me ne vado a pescare!” pare dire: ritorno al mio passato. E gli altri: Tommaso, Natanaele, Giovanni e Giacomo gli dicono: “Veniamo anche noi con te!”. Ritornano alla vita del passato come se nulla fosse successo. Ma invece qualcosa è successo. Cristo è Risorto!
Vanno a pescare e in tutta la notte, nelle ore in cui è più facile pescare perché le reti nel mare, con il buio della notte non si vedono e i pesci rimangono più facilmente impigliati, non prendono nulla. Pieni di frustrazione ritornano stanchi sulla spiaggia.
E lì incontrano Gesù. Si presenta loro come uno sconosciuto. Chiede loro se hanno qualcosa da dargli da mangiare? Rispondono “No” riconoscendo in quel “no” tutta la loro delusione. Erano stati chiamati da Gesù ad essere “pescatori di uomini” e ritornarono ad essere pescatori di pesci ma non riuscirono a tirar fuori dal mare neppure quelli.
Il forestiero sconosciuto ordina loro di gettare la rete dalla parte destra della barca. Obbediscono a quella persona sconosciuta trovata sulla spiaggia. Ed ecco il risultato: la rete si riempì di 153 grossi pesci. Davanti a questo evento prodigioso: una pesca così ricca in pieno giorno, gettando la rete dalla parte destra, quella del fianco trapassato di Gesù sulla croce, mosso dall’amore il discepolo Giovanni, il prediletto, riconosce nel forestiero Gesù: “È il Signore”. Pietro si getta in acqua per raggiungerlo in fretta sulla spiaggia e così gli altri lo seguono in barca trascinando la rete piena di pesci, pienissima ma che non si rompe – come la Chiesa che sarà piena di uomini e donne chiamati a vivere in comunione e nella fede in Gesù senza che la rete si spezzi nonostante le nostre diversità –. E Gesù li attende sulla spiaggia dove ha preparato un fuoco su cui cuocere il pesce e ristorarsi dopo una notte di fatica e delusione. Un gesto di amore da parte del Padre: “Chi vede me vede il Padre” disse Gesù, un gesto consolante. E con il pesce “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro” suggerendo alla mente dei suoi discepoli l’Eucaristia alla quale avevano già partecipato durante l’Ultima cena. L’Eucaristia che è il luogo privilegiato per l’incontro con Gesù risorto.
Ascoltando questo Vangelo viene da chiedersi se mai qualcuno ha chiesto a noi di gettare la rete alla destra della barca della nostra vita, di fare qualcosa al contrario della nostra esperienza? Se abbiamo obbedito? Se abbiamo gettato la rete?
Per incontrare il Risorto occorre fare così. Obbedire andando al di là della nostra esperienza e fidarsi della Provvidenza, fidarsi soprattutto di Dio che possiamo incontrare presente nella sua Parola, nella parola della Chiesa, nell’incontro personale che dopo la Pasqua possiamo avere con Lui ogni giorno nell’Eucaristia.
Esempio di obbedienza, di fede-fiducia in Dio è Maria che stasera onoriamo con il titolo di Madre del Buon Consiglio.
Ben prima degli Apostoli lei si è fidata di Dio e ha obbedito a Lui e sempre ha detto a chi seguiva il suo Figlio che Lei sapeva essere il Figlio di Dio di fidarsi di Lui a partire dalle Nozze di Cana: “Fate quello che egli vi dirà” disse ai servi che portarono le anfore piene di acqua e che Lui tramutò in vino buono per le nozze che stavano per andare male a causa della mancanza di vino, del vino della gioia.
Maria probabilmente fin da allora, fin dall’inizio della vita pubblica di Gesù avrà insegnato a chi seguiva il suo Figlio a fidarsi come Lei si è fidata dell’angelo e ha generato Cristo.
Come Pietro, Tommaso, Natanaele, Giovanni e Giacomo, da Maria impariamo a fidarci di Dio anche senza comprendere tutto. Anche la Madonna si è affidata all’Angelo al momento dell’annunciazione senza comprendere appieno ciò che le sarebbe accaduto, che sarebbe divenuta la Madre del Creatore. Vedete: Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti – come tante volte ha ricordato Papa Francesco – e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!”.
La sequela però deve essere costante. Sappiamo come dopo l’incontro con il Risorto questi apostoli di cui ci ha parlato il Vangelo abbiano seguito Gesù con costanza, fino al martirio. E così, per prima, Maria che non ha detto solo il primo “sì”, ma ha pronunciato molti “sì” nel corso della sua vita, fino all’ultimo e più difficile, quello ai piedi della croce ma senza mai perdere la fiducia in Dio. Quella fiducia che Ella espresse nel primo sì e rimase una presenza costante in tutta la sua vita. Essere costanti: è difficile. È difficile essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni assunti. Spesso è facile dire sì ma poi non si riesce a ripetere questo sì ogni giorno. Non si riesce ad essere fedeli.
Ma come è stato da parte del Signore risorto verso i suoi discepoli scoraggiati, che non avevano compreso che era risorto e vivo, la nostra fedeltà che a volte può andare in crisi è sempre sostenuta e come prevenuta dalla fedeltà di Dio a noi. Maria dopo il suo primo sì lo aveva ben compreso tant’è che canta il Magnificat, ringrazia Dio costantemente per il suo esserci fedele anche quando noi non siamo fedeli a Lui, per essere misericordioso nel perdonare sempre i nostri peccati.
Cari amici, stasera riportiamo a casa per la vita di tutti i giorni il proposito di obbedire al Risorto, di ascoltarlo ogni giorno nella sua Parola, di fidarci maggiormente di Lui che mai ci abbandona, che sempre è con noi e ci sostiene nel nostro essere pescatori di uomini, ossia di chiamati a trarre fuori dal mare del male gli uomini e le donne del nostro tempo.
Maria, la Madre del Buon Consiglio, ci chiede di fidarci di Dio, di obbedirgli sempre e così anche noi con la vita potremo sempre cantare il Magnificat e generare Cristo nella storia così bisognosa di Lui, senza speranza, stanca ma che potrà riprendere vita e vigore, potrà riprendere fiducia e speranza obbedendo e fidandosi del Solo che trasforma le nostre pesche mancate in pesche abbondantissime. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina