Palestrina, Cattedrale di Sant’Agapito, Domenica 18 agosto 2019
Carissimi fratelli e sorelle,
per la celebrazione della Santa Messa in onore di Sant’Agapito – che quest’anno coincide con la domenica – ho pensato di mantenere le letture bibliche che la liturgia di tutta la Chiesa ci propone in questo giorno del Signore perché mi pare si possa trarre da esse un insegnamento valido per guardare ad Agapito, vero innamorato, appassionato, direi discepolo dal cuore infiammato dall’amore a Cristo che invita anche tutti noi a lasciarci infiammare dello stesso Amore.
Desidero fermarmi innanzitutto sul Vangelo nel quale Gesù dice che è venuto a gettare il fuoco sulla terra, un fuoco che egli vorrebbe vedere divampare!
Di che fuoco si tratta?
Si tratta del fuoco del Regno di Dio, quel Regno che Gesù è venuto ad inaugurare con la sua incarnazione, con la sua passione, morte e risurrezione affinché tutti ne vengano a far parte grazie alla misericordia del Padre che egli viene a rivelare con segni e miracoli che accompagnano la sua Parola. Un Regno che pur se offerto a tutti gli uomini non sarà di tutti perché per entrare in esso occorrerà convertirsi e permettere che la sua Croce che ha vinto sul “principe di questo mondo” vinca anche nei nostri cuori, vinca anche sul cuore degli uomini sempre insidiati dal “principe di questo mondo”, il diavolo. Un Regno che si affermerà grazie alla testimonianza degli Apostoli che diverranno partecipi della missione di Cristo e della sua autorità per insegnare, assolvere dai peccati, edificare e governare la Chiesa. Un Regno le cui chiavi Gesù affiderà a Pietro affinché custodisca la fede nella sua integrità e confermi in essa i suoi fratelli fino a quando il Regno verrà alla fine dei tempi, quando Cristo tornerà nella gloria. E che la Chiesa prega affinché tale Regno cresca fin da oggi mediante la santificazione degli uomini nello Spirito e, grazie al loro impegno, con il servizio della giustizia e della pace, secondo le Beatitudini.
In altre parole è il Regno il cui fuoco Gesù ha cercato di accendere sulla terra ardendo egli stesso della sua passione di amore per Dio e per gli uomini desiderano di immergerli tutti nel fuoco dello Spirito Santo, il fuoco del Suo amore! Ed è questo stesso fuoco di amore che ha finito per consumarlo, fino a spendere nel dono supremo della croce la sua vita per noi.
Gesù sapeva che sarebbe stato immerso nella morte ingiusta ma che ha accolto liberamente e per amore in quell’Ora che è stata l’ora della sua passione.
Anche i discepoli di Gesù in ogni tempo e in ogni luogo hanno sempre saputo e la festa di Sant’Agapito Martire ci richiama a sapere anche oggi che anche loro, come il loro capo, sono stati e saranno perseguitati. Anche loro parteciperanno a quest’ora nella quale divamperà un incendio di persecuzione contro di loro a causa di Gesù ma dovranno rallegrarsene certi di partecipare alla stessa sorte del loro Maestro e Signore.
Sì, cari amici, noi festeggiamo Sant’Agapito, rendiamo grazie a Dio per averci dato questo esempio di santità che ha accettato il martirio pur di rimanere fedele al Dio di Gesù Cristo e con lui oggi vogliamo pensare e ringraziare Dio per i tanti santi – conosciuti o sconosciuti, che hanno vissuto prima o dopo Sant’Agapito, che vivono anche oggi le esigenze del Vangelo che conducono al martirio –.
Gesù nel Vangelo ascoltato è stato chiarissimo.
Egli dice che non è venuto a portare la pace sulla terra ma la divisione. Citando il Profeta Michea dice che con la sua venuta “D’ora in poi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera” (Mi 7,6). Intendiamoci, Gesù non approva la discordia, le contrapposizioni gratuite o per futili motivi, non approva la mancanza di carità tra noi. Ma ci chiede di prendere posizione davanti alle esigenze chiare e radicali che lui pone ai suoi discepoli, a coloro che desiderano essere cristiani non soltanto di nome, perché registrati sul libro dei Battesimi, ma di fatto!
Gesù è venuto a proporci di vivere il Vangelo. O si sceglie di vivere come Lui ha vissuto con la certezza che così la nostra vita sarà salvata già qui e poi nell’eternità. Oppure si rifiuta la sua persona, il suo insegnamento, caso mai dicendoci ancora cristiani, pensando che basti soddisfare qualche precetto della Chiesa per dirci cristiani ma in realtà vivendo di compromessi con lo spirito del mondo, senza carità, senza la passione per il bene comune, senza l’attenzione costante per i fratelli, una attenzione disposta a dare la vita per loro come Cristo l’ha data per noi!
Sì, il fuoco che Cristo è venuto ad accendere sulla terra non ammette una terza via. O si è suoi discepoli o non lo si è …
Una volta una signora che si venne a confessare da me, dopo una lunga confessione mi raccontò di una situazione che viveva davanti alla quale purtroppo non riuscii nemmeno a farle fare il proposito di uscirne fuori e così con rammarico le dissi … guardi che se è così purtroppo non potrò assolverla … e lei mi fece questa proposta: “bè mi assolva dagli altri peccati e per questo pazienza …”. Capite cosa voglio dirvi? Con Cristo, alla sue sequela o ci stiamo o non ci stiamo!
A Lui le mezze misure non piacciono, le cose tiepide non le apprezza. Ricordate cosa dice il Risorto nel Libro dell’Apocalisse ai cristiani della Chiesa di Laodicea: poiché tu sei tiepida, non sei né calda né fredda, io sto per vomitarti …
E così Gesù rimprovera le folle che lo ascoltano perché sanno fare le previsioni meteorologiche ma non sanno giudicare questo tempo. Non sanno giudicare ciò che è giusto secondo Dio e ciò che non lo è, non sanno giudicare nelle varie situazioni della vita, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, il “Maestro interiore”, ciò che è giusto oppure no secondo il pensiero di Gesù, non sanno fare discernimento ossia ritenere ciò che è buono secondo il Vangelo letto nella Chiesa e con la Chiesa e rigettare ciò che non lo è.
Cari amici, questo significa che Gesù ci chiama a prendere in mano la nostra vita e ricordandoci che con il Battesimo siamo stati innestati in Cristo, a fare scelte conformi a questa realtà di vita, di vita divina che vive in noi.
Agapito questa scelta l’ha compiuta.
Avrebbe potuto piegarsi ai desideri dell’Imperatore Aureliano, avrebbe potuto piegarsi al culto degli dei pagani e salvare la sua vita seguendo la logica del compromesso.
E anche noi spesso ci pieghiamo al neo paganesimo imperante, ci diciamo cristiani e poi viviamo settori della vita come se Dio non esistesse. Penso stamane al nostro impegno nell’amare fedelmente gli altri, nel vivere l’amore cristiano in famiglia, penso all’essere onesti nel lavoro, impegnati nello studio, nell’essere coerenti con il Vangelo nella gestione della cosa pubblica preferendo la coerenza con quanto crediamo piuttosto che il consenso frutto di compromessi. Penso al nostro egoismo che pur dicendoci cristiani ci fa guardare gli altri con diffidenza, con sguardo critico e non certo fraterno. Penso anche agli scandali che avvengono nella Chiesa e che purtroppo commettono anche gli uomini di Chiesa perché attratti più dalla lusinga dei beni materiali, di qualche profitto, dal desiderio di apparire migliori degli altri, dall’esercizio incoerente con gli impegni assunti nel giorno dell’inizio del loro ministero perché non ci lasciamo infiammare dal fuoco dell’Amore di Dio!
Cari fratelli e sorelle, Dio non ci vuole perfetti, sa bene che la nostra natura umana può qualche volta farci cadere. Ma desidera che la nostra opzione fondamentale sia per Lui. Desidera che almeno in quel desiderare che per Sant’Agostino è già “possedere” noi desideriamo ardentemente essere infiammati dal fuoco del Suo amore sicuri che, come ricordano i padri della Chiesa: “Chi è vicino a me è vicino al fuoco, chi è lontano da me è lontano dal Regno”.
Che non ci capiti mai, caso mai dopo una vita vissuta pensando di essere cristiani, di accorgerci che invece per i nostri compromessi e per le nostre mediocrità siamo stati lontani dal Regno, lontani da Dio e quindi testimoni poco credibili di quell’Amore che Sant’Agapito ha testimoniato fino al martirio facendo in modo che grazie al suo sangue sparso su questa terra prenestina potessero seminare e crescere nuovi cristiani, quei cristiani che oggi siamo noi, chiamati ad essere fieri ma anche responsabili di un così glorioso passato che anche oggi desidera influire sulla nostra città, sulle nostre comunità, sulle nostre vite e sul mondo intero. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina