Agosta, Parrocchia di Santa Maria Assunta, Domenica 16 agosto 2020
Carissimi fratelli e sorelle, Diego ci ha oggi radunati qui perché davanti al Vescovo chiede ufficialmente di essere annoverato tra i candidati agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato dopo che già da alcuni anni ha iniziato il cammino di Seminario e sta proseguendo con la speranza di vederlo presto sacerdote.
In questa domenica nella quale ricevi la benedizione della Chiesa sul tuo cammino, la liturgia ci fa ascoltare il Vangelo cosiddetto della Cananea.
È una pagana, una che vive fuori dal territorio di Israele. Gesù in fondo la vuole incontrare perché è Lui che si è voluto ritirare in zona pagana, nella regione di Tiro e di Sidone. Lui sa che come seme è nascosto in ogni cuore e desidera – come seme – poter attecchire in un cuore non religioso, non fatto di osservanza esteriore di riti e precetti … ma che sia pieno di fede/fiducia in Lui.
E così inizia un dialogo molto approfondito tra la Cananea e Gesù.
Lei parte da una situazione di difficoltà che la spinge a rivolgersi a Gesù. Ha una figlia – e per una mamma la figlia è il cuore del proprio cuore … – che è posseduta da un demonio, sta molto male. E grida a Gesù: “Aiutami!”. Nella sua povertà, nel suo bisogno, prende l’iniziativa di fidarsi di Gesù. Allunga a Lui le sue mani vuote, povere, per ricevere salvezza.
Gesù provoca la sua fede per verificarla: sono venuto – dice ai suoi discepoli che gliela presentano – solo per le pecore perdute della casa di Israele, ossia per il popolo eletto e non per chi è pagana come questa donna …
Alla donna che chiede guarigione non per lei ma per la figlia, Gesù dice che non è opportuno dare il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini … ossia che non si può sprecare per chi non appartiene al popolo credente … e la donna fa un grande atto di fede: “È vero – dice – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei padroni”. Ha dimostrato di sentirsi figlia anche se l’ultima, ha dimostrato fede in Gesù e davanti a questa fede che protende le mani vuote come protendiamo noi quando ci avviciniamo all’Eucaristia, Gesù dà se stesso, dà la salvezza: “Avvenga per te come desideri. E da quell’istante la sua figlia fu guarita!”.
Vorrei ora leggere questo brano evangelico applicandolo innanzitutto a te, carissimo Diego e poi provando ad applicarlo a te in vista degli ordini a cui ti prepari da oggi ufficialmente.
Cosa accade a un giovane quando si sente chiamato? O cosa dovrebbe accadere?
Innanzitutto la consapevolezza di non essere degno di questo sguardo di predilezione di Dio.
Certo, dal II secolo in poi la predicazione dei successori degli Apostoli si è rivolta a un mondo che non era più il popolo di Israele. Ma non voglio fermarmi qui anche perché noi apparteniamo a un popolo che anche se si dice cristiano spesso è neo-pagano … ma caso mai ci tornerò sopra dopo …
Ma la prima considerazione che vorrei lasciarti stasera è che tu hai ricevuto – almeno così ci pare – la chiamata non per i tuoi meriti ma per pura grazia di Dio.
Come la Cananea anche nella tua vita sicuramente i dolori non sono mancati come purtroppo non mancheranno … potevi fermarti, arrenderti, lasciare tutto … e invece hai continuato a gridare: Gesù Aiutami! Così come dovrebbe gridare ogni giovane che vuole scoprire il senso della sua vita e la propria chiamata per essere felice.
Tanto spesso, anche chi va in chiesa, non pensa che soltanto con l’aiuto di Dio possiamo avere guarigione e salvezza. Trovare nella vita la strada da percorrere che ci rende felice, quella che Dio da sempre aveva preparato per noi. Oppure dopo averla trovata ci dimentichiamo che la vocazione è mistero – perché non comprendiamo perché sia stata rivolta proprio a noi – e dono. E così ci perdiamo uscendo fuori da quell’atteggiamento dell’uomo maturo, che ama come la mamma Cananea amava la propria figlia, che sa che ciò che è e che ha non è suo ma è dono di Dio. Che ha necessità di ricevere l’aiuto di Dio per riempire le proprie mani vuote di significato, di briciole, come quelle riservate ai cagnolini ma briciole di amore vero e pieno che riempiono il cuore di gioia, la gioia della fede; svelano la rotta da dare alla vita e fanno iniziare a vivere da salvati, da uomini che hanno ricevuto il dono più bello che un uomo sulla terra possa ricevere: quello di diventare un giorno servo di Dio e degli uomini per annunciare a tua volta l’amore, la fiducia, la guarigione interiore che Dio ti ha donato, che stasera noi riconosciamo e benediciamo mentre ti avvii verso il giorno dell’ordinazione.
Come la Cananea, dunque, anche tu hai detto “Aiutami!” e Gesù ti ha illuminato e ti ha fatto comprendere quale sia per te la strada della gioia. Come vorrei che tutti i giovani, aiutati dai loro sacerdoti, educatori, catechisti … guardassero alla loro vita, scoprissero come siano tanti cananei ossia gente che pur se battezzata ha bisogno di passare da una vita cristiana con degli atteggiamenti religiosi a una vita cristiana fatta di fede in un Dio che basta che mi dia anche una briciola del Suo Amore per rendermi felice e così capace di portare felicità agli altri perché con una fede che salva!
Ma c’è poi un secondo spunto che ti vorrei lasciare, caro Diego, mentre stasera vieni ammesso tra i candidati agli ordini sacri.
Ossia cosa dovrai fare un domani prete? Ma anche già oggi avendo compreso che sei stato amato indegnamente da Dio, che ha ascoltato il tuo grido, la tua domanda di senso da dare alla vita e sei stato ascoltato?
La vocazione che hai ricevuto non è tua!
Cosa avrà fatto la mamma cananea dopo aver ricevuto la promessa di Gesù? Il Vangelo non ce lo dice ma immagino innanzitutto che sarà rimasta tra le fedelissime di Gesù, sarà andata a casa e avrà raccontato cosa ha fatto per lei – Cananea – il Maestro di Israele, come abbia allargato il cerchio del Suo amore anche a lei che era Cananea …
Avrà continuato a guardare a quella figlia ricordando come Gesù la aveva ascoltata e avrà portato altri in difficoltà da Lui. Avrà parlato di Gesù a tutti …
Caro Diego, amato da Gesù, chiamato da Lui, anche tu, come Lui, sentiti sempre mandato a raccontare ciò che Lui è per te.
Fare il prete non è occupare un posto di privilegio per spadroneggiare sugli altri ma è – e questo deve anche comprenderlo la nostra gente che spesso non fa nulla se non glielo dice il prete … – riconoscere di essere stati colmati di amore da Dio e passare per le strade del mondo per narrare a tutti con i fatti più che con le parole questo amore che mi ha riempito, quell’amore che si fa Parola rivolta a noi, che si fa corpo e sangue donati per noi, che si fa perdono per i nostri peccati, conforto nei momenti del dolore, che si deve fare ascolto di chi necessita di relazione, accoglienza di chi è povero e solo e da te si attenderà la compassione, la capacità di compatire che Gesù ha avuto con la Cananea.
Caro Diego, Gesù ha scelto di camminare nella zona di Tiro e di Sidone … zonacce, zone pagane …
Lui sapeva che anche lì avrebbe potuto evangelizzare, suscitare la fede, seminare il germe della fede che si sarebbe poi sviluppato nella Cananea.
Da te, un domani prete, ma anche oggi mi attendo come mi attendo da tutti i sacerdoti e diaconi e da tutte le comunità cristiane, non un ritirarti in sagrestia. Non un ritirarti tra quei pochi che ti verranno dietro gratificandoti ma che tu, proprio perché hai ricevuto e – Dio lo voglia – riceverai ancora tanto in amore da Dio, vada tra gli apparentemente lontani da Lui, dai neo-pagani o proprio pagani per portare la salvezza ascoltando il loro grido di aiuto, ponendoti a fianco, facendo nascere progressivamente la fede che salva e che fa camminare guardando a Cristo per seguirlo fino alla vita eterna.
Ti voglio fare una confidenza personale.
Negli ormai trentacinque anni di ministero sacerdotale le cose più belle che ho visto operare da Dio non sono state nei cuori dei praticanti – per carità, quante anche in loro … – ma soprattutto di coloro che partivano dicendosi non credenti, lontani, scettici … Guardali come Gesù ha guardato la Cananea, con compassione, con amore. Cerca di capirli prima di camminare sui binari che fino a qualche decennio fa ci parevano sicuri ma che oggi si sono incrociati con binari di vita cristiana vissuta come se Dio non esistesse o fermandosi alle tradizioni di una religiosità popolare e folkloristica di paese … Ascolta la gente, tutta la gente e pieno dell’amore di Dio distribuiscilo a tutti affinché tutti possano fare l’esperienza della Cananea che da ritenersi cagnolino ha fatto l’esperienza di essere figlia di Dio e ha ottenuto salvezza per la figlia indemoniata ma anche per lei che trovando la fede ha trovato tutto. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina