Omelia alla Santa Messa per l’elezione del Papa

Palestrina, Cattedrale Sant’Agapito Martire, Martedì 6 maggio 2025
Tivoli, Cattedrale San Lorenzo Martire, Mercoledì 7 maggio 2025

Cari fratelli e sorelle,

quante cose abbiamo sentito in questi giorni alla televisione, abbiamo letto sui giornali, sulle piattaforme digitali circa chi sarà il nuovo Papa …

Lasciamo che il mondo dica, che certamente anche i padri Cardinali che sono chiamati ad eleggere il 267° Successore dell’Apostolo Pietro parlino tra loro per conoscersi e vedere chi, a loro avviso, potrà essere il futuro Pastore della nostra Chiesa, la Chiesa Cattolica!

Ma stasera, e nei giorni che verranno, soprattutto preghiamo, invochiamo lo Spirito Santo ed imploriamo da Dio il dono del Sommo Pontefice, come dono della Sua bontà e provvidenza.

Le letture ascoltate ci aiutano a comprendere quelle che devono essere le caratteristiche di chi sarà eletto e del Collegio Cardinalizio che in questi giorni, mentre rappresenterà tutta la Chiesa sparsa nel mondo, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, eleggerà il nuovo Vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale.

Nella prima lettura Gesù si presenta come il Messia atteso e che è stato mandato a promulgare l’anno di misericordia del Signore.

Ogni anno noi leggiamo questo brano biblico durante la Messa Crismale, la Messa del Giovedì Santo mattina, quando i presbiteri rinnovano le loro promesse sacerdotali e ripartono pieni di gioia, insieme, sentendo come rivolte a loro le parole che il Messia applica a sé. È stato consacrato con l’unzione e Lui, che è la Misericordia in persona, si sente mandato ad annunciare con il dono totale di sé la misericordia di Dio, quella misericordia capace di frenare il male del peccato. Un annuncio a caro prezzo, il prezzo del suo sangue sparso per noi sulla croce. E così anche noi.

Stasera chiediamo che ogni Cardinale, in Conclave, senta di essere stato chiamato e mandato dalla misericordia divina, una misericordia costata la passione e morte di Gesù, e così il nuovo Pontefice che lo Spirito vorrà dare alla Chiesa senta di essere mandato ad annunciare la misericordia del Signore.

Una misericordia che è quella di Cristo e che come la Sua costa sofferenza, costa la passione e la morte per giungere alla Risurrezione.

Una misericordia di cui il mondo ha tanto bisogno, di cui hanno bisogno i fedeli laici, i sacerdoti e i Vescovi ma che non significa prescindere dalla Verità ma che si dimostra nella fedeltà alla Verità e nello stesso tempo nell’amore per l’uomo, tutto l’uomo, tutti gli uomini.

Il Papa che il Signore ci donerà sarà chiamato a confrontarsi con una cultura relativista, con un’epoca cambiata dove tutto è vero e niente è vero. Che senta, in questa impresa, di non essere solo. Che sappia che il suo gregge lo ama, desidererà essere unito a lui come Cristo chiede a tutti i suoi di rimanere nel Suo amore e di osservare insieme i comandamenti. Che il Papa che lo Spirito indicherà tramite i Cardinali non si senta mai staccato dall’unico gregge di cui è Pastore e al quale Cristo chiede di essere unito, in una comunità di amici.

Amici e non più servi, amici che sono stati scelti tutti da Lui: dal più piccolo dei battezzati al Sommo Pontefice, amici con doni e carismi diversi, ma tutti necessari per l’edificazione della Chiesa e per annunciare nel mondo la gioia del Vangelo. Amici che devono prendersi cura gli uni degli altri e dove chi è maestro, come Gesù, deve lavare i piedi dei discepoli.

Quanto male fa vedere che la Chiesa soffre di divisioni, di inimicizie. Certamente esse ci sono, non siamo così ingenui da non vederle. Ma chiediamo a Dio che il Pastore che ci darà e per il quale stasera preghiamo sapendo che è già tra i Padri Cardinali che nei prossimi giorni lo individueranno, ci aiuti, aiuti tutti a guardare al grande ed unico Amico, Cristo, che ha versato il suo sangue per tutti affinché tutti siamo amici. Che ci aiuti a vivere nell’unità che è il più grande segno di evangelizzazione che il mondo possa comprendere.

Infine vorrei pregare con le bellissime parole che San Giovanni Paolo II scrisse nella sua opera poetica intitolata “Trittico romano” là dove descrive la “stupenda policromia sistina”, la Cappella Sistina, là dove si riuniscono i cardinali – una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno –. Che elegge colui che deterrà le chiavi del Regno sotto la magnifica visione che va dalla creazione di Adamo al Giudizio universale di Michelangelo. San Giovanni Paolo II ricordava per coloro che sarebbero venuti dopo di lui che le loro scelte dovevano avvenire sotto lo sguardo potente del Giudizio di Michelangelo davanti al quale tutto diventa trasparente, San Giovanni Paolo II indicava la trasparenza degli eventi, la trasparenza delle coscienze, diceva come davanti al Giudizio divino tutto è nudo e aperto davanti agli occhi di Dio. E concludeva l’epilogo del poema: “Tu che penetri tutto – indica! Lui additerà …”.

A Maria Santissima presente nel Cenacolo con gli Apostoli nel giorno di Pentecoste, chiediamo l’intercessione affinché i Padri Cardinali siano aperti all’azione dello Spirito Santo, la fantasia di Dio, affinché comprendano chi Lui additerà e al quale, fin d’ora va il nostro affetto e la nostra incondizionata obbedienza. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina