Omelia alla Santa Messa per l’istituzione nel Ministero del Lettorato di alcuni alunni del Seminario Regionale di Anagni

Anagni, Seminario Regionale, Mercoledì 26 marzo 2025

“Ricevi il libro delle Sante Scritture e trasmetti fedelmente la parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”.

Sono le parole della liturgia che tra poco rivolgerò a quanti stanno per essere istituiti nel ministero del lettorato mentre consegnerò loro il libro delle Sacre Scritture.

Sono parole brevi, semplici, chiare che dicono bene in cosa consista il ministero nel quale stanno per essere istituiti questi nostri fratelli ed amici: ricevere, ossia accogliere in loro quanto contenuto nelle Sacre Scritture per trasmettere fedelmente la Parola di Dio agli uomini del nostro tempo, agli uomini di oggi e di domani con le loro fragilità e le loro grandezze, nell’epoca nella quale, a Dio piacendo, questi istituendi lettori saranno presbiteri.

Una accoglienza della Parola che riguarda loro, che riguarda i ministri ordinati, ma che riguarda tutti i battezzati così come a tutti è chiesto di trasmettere con i fatti più che con le parole la Parola che Dio ci rivolge nelle Scritture Sacre.

Ma quale è il contenuto di queste Sacre Scritture?

Il Vangelo appena ascoltato ci aiuta a comprenderlo.

Il brano che nella liturgia è stato proclamato stasera, è tratto dal Vangelo di Matteo che è rivolto a dei cristiani che vengono dal Giudaismo e vuol mostrare come in Gesù si compia la legge mosaica e la profezia, cioè come Gesù sia il compimento della promessa a Israele. Gesù è il compimento della promessa di Israele, che non è venuto per abolire la legge ma per dare ad essa compimento. Gesù con il suo discorso sulla legge, che non è venuto per abolire ma per dare ad essa compimento, ci vuol far comprendere che la legge è buona, è il cammino per la vita, è il custode della vita, ma anche che la legge non dà vita. Se è giusta la legge, punisce chi sbaglia, quindi ti dice dove è l’errore. E siccome tutti sbagliamo, la legge non fa altro che evidenziare i nostri errori, quindi la legge non salva ma condanna tutti. Quindi siamo tutti sotto la condanna della Legge e la schiavitù della Legge dalla quale Gesù è venuto a liberarci con la sua morte in Croce. Quindi Gesù – che si rivela con eventi e parole intimamente connessi tra loro – è il compimento della legge, quindi quello che Lui fa e dice è semplicemente quel cammino che Dio concede a ogni uomo in Gesù e il dono che ci fa di poter vivere da uomini nuovi, da uomini che sanno finalmente vivere la legge, dove per legge si intende ormai qualcosa di preciso, non l’insieme di tutte le minuzie, ma la legge intesa come amore di Dio e amore del prossimo. E chi ama compie tutta la legge.

Sì, il contenuto della Parola è l’amore e la misericordia di Dio di cui, come abbiamo pregato nella Colletta, dobbiamo nutrirci. Che noi, nuovo Israele, nuovo popolo di Dio, come ha ricordato l’autore del Deuteronomio rivolgendosi al popolo di Israele nella prima lettura che è stata proclamata, siamo invitati ad ascoltare, a mettere in pratica, perché quella sarà la nostra saggezza e la nostra intelligenza agli occhi dei popoli.

Cari fratelli e sorelle, cari istituendi nel ministero del lettorato, se la Parola di Dio è tutto questo voi comprendete bene che non possiamo vivere se non dipendendo da essa.

La nostra vita interiore, cari amici, deve dipendere da un “ascolta” che ci mette in contatto con la Parola di Dio che troviamo nella Sacra Scrittura che è parola di Dio detta a tutta la Chiesa e a ciascuna anima. Attraverso la Parola, Dio si comunica a chiunque la ascolti in maniera personale perché mentre è rivolta a tutta la Chiesa è al tempo stesso rivolta anche a ciascuno. E tutti dobbiamo accedere e far accedere, secondo forme ed esigenze, possibilità proprie e di ciascuno, a questa Parola. Se come abbiamo detto, il contenuto della Parola è l’amore e la misericordia di Dio che si rivelano a noi, non possiamo derogare da questo ascoltare e rispondere all’amore di Dio con una vita che diviene testimonianza per far germogliare e fruttificare la Parola nel cuore degli uomini.

Cari amici, accogliere il dono di essere istituiti lettori lungo questo itinerario che vi condurrà al sacerdozio, vuol dire che occorre formarsi una mentalità biblica rendendovi conto dei temi, dello svolgersi della storia sacra, dei rapporti tra un libro e l’altro, dell’insegnamento rivelato …

Forse, all’inizio, come probabilmente avrete già sperimentato, sembrerà un lavoro faticoso, senza frutto … ma si rivelerà invece di grande rendimento.

Una formazione biblica, donerà un contenuto più vero non soltanto alla preghiera ma anche al vostro atteggiamento interiore, alle vostre relazioni con gli altri, al vostro lavoro.

L’ascolto della Parola, il suo studio e la sua preghiera deve trasformare la vostra intelligenza, i vostri sentimenti; deve insegnarvi come si lavora e a leggere quanto accade nella vita del mondo e delle persone.

Tale ascolto può assumere per voi la forma della Lectio divina che vi permetterà di fare della Sacra Scrittura l’alimento costante della vostra anima.

Dobbiamo imparare ad ascoltare Dio, se vogliamo rispondergli. E questo deve avvenire ogni giorno. Nemmeno il contemplativo può pretendere di non ascoltare più Dio perché ormai crede di essersi identificato con la sua Parola. No, cari amici – istituendi lettori e tutti voi qui presenti – la nostra unità col Cristo cesserà di crescere solo nell’istante della nostra morte; solo da allora saremo dispensati dal leggere la Sacra Scrittura, dall’ascoltare Dio, perché allora noi gli parleremo soltanto.

Dobbiamo dunque ascoltare la Parola della Bibbia, è l’insegnamento di stasera!

E questa lettura deve supporre in voi e in ciascuno di noi il massimo rispetto della parola anche umana, perché è attraverso di essa che Dio comunica a noi la sua parola.

Ma come leggere la Sacra Scrittura?

È chiaro che questa lettura esige il massimo impegno perché è come un atto di amore nel quale riceviamo niente di meno che l’amore misericordioso di Dio!

Si deve leggerla con quelle disposizioni che favoriscono di più l’intelligenza del testo e lo spirito di fede che ci fa vivere una comunione con Dio che ci parla attraverso i Libri Santi. La lettura della Bibbia in ogni luogo e in ogni tempo è un mezzo per prolungare la nostra unione con Dio vivendo costantemente in ascolto della sua parola.

Occorrerà approcciarci alla Sacra Scrittura con grande umiltà e pace come ebbe Maria, la sorella di Marta e Lazzaro, rimanendo ai piedi di Gesù ascoltando la sua Parola (Lc 10,39) ed ancora mantenendoci in quella umiltà e semplicità di cuore con cui Samuele si rivolse al Signore dicendo: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,10) e la lettura della Bibbia indubbiamente opererà in noi.

Se le parole non sembreranno dirci molto, non ritenete mai perduto il tempo che avrete dedicato a questa lettura: è già un ascoltare Dio il credere veramente che Dio ci parla. D’altra parte, quello che Egli ci dice, non lo potremo mai accogliere pienamente. Non è tanto l’intelligenza quanto l’umiltà che ci fa ricevere Dio.

E con l’ascolto della Sacra Scrittura non venga mai meno lo studio della Tradizione sacra. La Tradizione che non è qualcosa che si aggiunge alla Scrittura, ma è come l’esplicitazione di quello che la Sacra Scrittura contiene. La Tradizione altro non è che la parola di Dio fatta vivente e attuale nella Chiesa.

Cari amici, non vi sono due fonti di rivelazione divina, ma una fonte sola; la Parola di Dio consegnata ai Libri sacri e assimilata lentamente, resa viva e attuale nella sua esplicitazione, attraverso tutto il lavoro dello Spirito Santo in seno alle anime e alla Chiesa intera, durante i secoli, attraverso di noi, perché anche noi siamo portatori di una tradizione: lo Spirito Santo vive infatti nei nostri cuori!

Vi raccomando dunque il rapporto con la Parola di Dio che è essenziale perché nella vita cristiana, nella vita di chi è chiamato a prepararsi ad essere prete e poi un giorno divenuto presbitero, nella vita soprannaturale, l’iniziativa è di Dio e sempre e solo di Dio.

E così la prima cosa che si impone a noi è la fede e la fede dipende dall’ascoltare Dio e vivere in dipendenza umile dalla sua parola.

Ricordiamoci sempre che la nostra vocazione e la nostra risposta al Signore sono determinate da questo studio della Sacra Scrittura che non deve mai essere abbandonato, ma anzi, da oggi in poi deve divenire più assiduo e profondo, per poter essere anche ogni giorno più efficace nell’alimentare la nostra vita interiore.

Infine, tale ascolto, tale dipendenza dalla Scrittura, non sia mai staccato dalla liturgia. La Bibbia è per la liturgia e la liturgia è il compimento di una iniziazione biblica. Tutta la storia della Sacra Scrittura torna ad essere viva, attuale per noi, attraverso la liturgia. La Bibbia vi porti sempre a vivere una vita sacramentale piena.

Cari amici, con questi auspici, volentieri, procedo ora ad istituirvi nel ministero del lettorato, ad affidare a voi la Parola perché germogli e fruttifichi, grazie alla vostra fedele trasmissione, nel cuore degli uomini. Questa vostra disponibilità a dipendere dalla Parola sia di stimolo per tutti, in ogni stato di vita, a fare altrettanto. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina