Omelia alla Veglia Pasquale

Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Sabato 11 aprile 2020

Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!

Siamo giunti al termine della Quaresima, una Quaresima pesante, che ha avuto odore di morte, di malattia, di contagio, di isolamento, di silenzio per le nostre strade …

Una Quaresima dove abbiamo sentito angoscia, sperimentato buio, versato lacrime per chi ci è caro e sappiamo che è solo, anziano, malato, povero … per quanti – e sono tanti – sono morti o perché ammalati delle malattie alle quali – diciamo così – siamo abituati, o perché colpiti dal nemico invisibile che terrorizza un po’ tutti, o perché, “santi della porta accanto”, sono morti accudendo, curando i contagiati nel corpo e nello spirito.

In questo periodo le ristrettezze ci hanno fatto sentire odore di tomba.

Questa sera è Pasqua!

L’Alleluia è risuonato nella nostra assemblea.

Cristo è Risorto!

Anche Lui nel suo immenso amore è passato per l’esperienza di morte, povertà, spogliazione totale che in questi giorni abbiamo sentito fortemente essere la nostra esperienza.

Dal giorno della sua nascita nella povertà a Betlemme Lui ha voluto condividere con noi tutto.

Ora però è Risorto e vivo!

E quegli elementi che nel Vangelo avevamo incontrato negli episodi dell’infanzia tornano anche stasera: il turbamento di Maria all’annuncio dell’Arcangelo Gabriele rassicurato dal suo “non temere!” è lo stesso turbamento delle donne andate alla tomba il mattino di Pasqua e in mezzo al terremoto vedono un angelo che dice a loro e a noi: “non abbiate paura!”.

Come i pastori che nella notte di Betlemme corsero a vedere colui che giaceva in fasce nella mangiatoia anche le donne sono invitate a guardare nel sepolcro e a guardare fasce vuote, il cadavere dell’uomo-Gesù non c’è più: è Risorto!

Quel corpo che aveva preso e ha attraversato la morte è Risorto!

È vivo per sempre e ci precede in Galilea.

Come Maria ebbe fretta di andare a dare l’annuncio della sua gravidanza straordinaria a Elisabetta, così anche le donne del mattino di Pasqua sono invitate ad andare in fretta ad annunciare ai discepoli dispersi, chiusi nella loro paura per la morte del Maestro, che quel loro incredibile Maestro e Signore, il Figlio di Dio che è nato come tutti noi, che è morto dopo una vita vissuta facendo la volontà del Padre e rimanendo sempre attento e fedele all’uomo, ora è Risorto.

Chi è morto ora è vivo! Il sepolcro è vuoto! E tutti devono andare in fretta.

In fretta devono andare le donne a dare l’annuncio della Pasqua, in fretta devono andare i discepoli in Galilea dove Lui, il Risorto e vivo, si farà incontrare!

E noi? Noi cosa dobbiamo fare?

Sappiamo più che mai che anche se è Pasqua, la vita continua con le sue miserie e le sue povertà. Che la nostra vita fatta di fragilità, peccato, miseria, malattia, morte … continuerà anche dopo questa Veglia Pasquale e sarà sempre segnata da turbamento, ansia, isolamento, divisione, morte e paura …

Anzi, probabilmente i problemi si amplieranno. Avremo problemi economici gravi, povertà dilagante, i poveri saranno sempre più poveri e la morte, inesorabile, continuerà – anche se gli scienziati riusciranno a scoprire il vaccino per combattere il coronavirus – come c’è sempre stata e sempre ci sarà fino alla fine dei tempi.

Tuttavia ormai la luce della Pasqua è accesa! Ormai Lui ha vinto il peccato e la morte: è Risorto e ci assicura che se crederemo in Lui, se saremo battezzati in Lui, la morte non potrà scalfirci. Ormai la potenza della morte è interrotta, spezzata, è accaduto l’incredibile, l’inconcepibile, l’assurdo: la morte è stata inghiottita dalla vita, inghiottita nella vittoria!

In fondo Dio ci ha creati per amarci!

Tutta la storia della salvezza dalla creazione alla Pasqua di Cristo che abbiamo ascoltato nella abbondante Parola di Dio che in questa notte la liturgia ci ha proposto è la manifestazione concreta di come nonostante noi, Dio non abbia mai, mai cessato di amarci e ridarci possibilità di vita.

Con Cristo morto e risorto per noi ora questo principio, questo perno a cui agganciarci è dato per sempre. La morte è vinta e anche noi con Cristo passeremo per la morte ma vinceremo! Il peccato è perdonato e anche noi peccatori siamo e saremo sempre soltanto destinatari della Divina Misericordia!

Ora a noi ci resta di camminare con Lui Risorto per annunciarlo con i fatti più che con le parole, a noi resta di continuare a testimoniare che Pasqua è passaggio del Risorto tra le nostre case ma non per una semplice benedizione ma per invitarci a sperare in qualcosa di grande, sì di eccezionalmente grande: che anche noi uniti a Cristo per il battesimo siamo perdonati e risorgeremo! A noi resta di camminare nella storia fino a quando lo incontreremo per sempre, Lui, il Risorto, il Vivente per sempre, Lui che fedele a noi così spesso infedeli, ci attende per essere tutto in tutti! Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina