Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Sabato 8 aprile 2023
Cari fratelli e sorelle,
non possiamo cogliere il senso profondo di quanto celebriamo in questa notte santa, non possiamo cogliere il senso e la verità della Pasqua, se non partendo dalla realtà della morte.
La morte è un fatto. Possiamo allontanarne il pensiero, possiamo cercare di censurarne l’immagine svolgendo i funerali in maniera furtiva, nascosta, per sottrarla il più possibile alla vista di chi rimane e in particolare dei ragazzi, quando uno muore in ospedale cerchiamo di nascondere il fatto con dei ridicoli paraventi … ma la morte resta un fatto. Anche le sepolture, con l’uso della cremazione, vorremmo nasconderle diffondendo sempre più l’uso non rispettoso della dignità di chi è morto con la dispersione delle ceneri nell’ambiente …
Un fatto universale tant’è che la Parola di Dio dice che la morte ha un incontrastato dominio, ha come un suo “regno”: La morte – dice San Paolo in Rm 5,14 – ha regnato.
Anzi, il mondo di oggi che non vuole sentire parlare della morte, va offrendo in pratica delle grandi e nuove complicità a questa oscura “regina”.
Il nostro mondo, se ci pensiamo, si pone volonterosamente a servizio della morte da parte di chi, ad esempio, per avidità di guadagno, diffonde o favorisce lo spaccio della droga, l’uso dei superalcoolici – oggi tanto di moda tra i giovani –, fornisce armi ad associazioni a delinquere o addirittura a nazioni per l’uso della guerra. Il nostro mondo si fa collaboratore della morte quando incoraggia la pratica dell’aborto, dell’eutanasia. Anche la nostra società collabora con la diffusione della morte non regolamentando gli orari dei divertimenti notturni ai nostri giovani tanto spesso vittima delle stragi del sabato sera … potremmo continuare … incoraggia la morte il non prenderci cura di chi giunge a noi da lontano senza nulla e affidandosi solo alle mani di trafficanti senza scrupoli, incoraggia il diffondersi di una mentalità mortifera chi non occupandosi del prossimo lo lascia senza le necessarie cure mediche, nella solitudine, nella povertà … In conclusione rimane da considerare con tristezza che mai come oggi la morte è stata aiutata a regnare.
E contro la morte si infrangono tutte le dottrine e i discorsi che di volta in volta tentano di incantare l’umanità proponendoci false felicità.
Ma diciamocelo francamente: tutto ciò che non serve a farci vincere la morte, in definitiva non serve praticamente a niente.
Non servono le ideologie per vincere la morte. Non servono i discorsi … Non servono le grandi filosofie di autori, pensatori e scrittori che sono rimaste scritte in volumi interessanti ma non risolutivi.
La morte è un fatto.
E allora la morte può essere vinta soltanto da un altro fatto: il fatto della morte può essere vinto e superato soltanto dal fatto della risurrezione.
Questo è il centro, la sostanza, la bellissima certezza che come luce splendida squarcia la notte dell’esistenza. Sì la morte c’è, è un fatto, ma la morte è vinta!
La “regina” del mondo è stata detronizzata; finalmente all’umanità è data una vera speranza che non si fonda su uomini, su parole, su idee, che sono tutti destinati a scomparire, ma sull’avvenimento del vero, reale, corporale ritorno di Cristo alla vita. E perciò la resurrezione è l’unica speranza che non delude.
Le donne, nel Vangelo che abbiamo ascoltato, vanno al sepolcro e lo trovano vuoto. Sulla pietra che teneva chiuso la tomba vuota siede un angelo vittorioso, pieno di dignità, la dignità che ha la vittoria di Cristo sulla morte. E l’angelo dice loro: “Non è qui!”, “È risorto!”. Non cercatelo tra i vostri cari defunti. E a noi pare dire: davanti alla morte non cercate senso davanti a filosofie umane, non cercate spiegazioni umane, non cercatelo tra le utopie, tra i deliri collettivi, tra i sogni vani dei popoli: cercatelo tra i vivi, cercatelo tra le realtà attuali, cercatelo tra ciò che c’è. Cristo è oggi vivo, ed è per tutti principio della vita vera e perenne alla quale siamo tutti chiamati, noi che nella verità partecipiamo alla sua Pasqua.
Il sepolcro vuoto non è ancora la prova della risurrezione ma insieme all’indicazione dell’angelo che siede dominante sulla pietra ribaltata dal sepolcro è invito a percorrere nella via della fede un cammino verso quelle che saranno le apparizioni del Risorto a conferma che quel Gesù che era stato deposto nella tomba ha vinto la morte veramente e per sempre. Nel sepolcro rimangono i segni della sepoltura: il sudario in cui era avvolto il corpo di Gesù, sul corpo del Risorto che apparirà ai suoi rimarranno i segni della passione, le sue piaghe gloriose come a dirci che è risorto veramente in anima e corpo e che quindi possiamo fidarci di Lui e affidarci a Lui!
In questa prospettiva noi possiamo ammirare e gustare la bellezza dei misteri battesimali, che ora ci apprestiamo a celebrare.
Questi nostri catecumeni adulti: Pamela, Paolo, Armila, Romina, rinasceranno dall’acqua e dallo Spirito Santo davanti ai nostri occhi.
E ci ricorderanno il battesimo che tutti abbiamo ricevuto e che ha fatto entrare tutti noi, al di là delle età in cui abbiamo ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, nel grande gioco di Dio: il gioco della vita nuova, dell’esistenza redenta, liberata dal peccato e dalla morte eterna grazie alla Risurrezione.
Questi nostri amici rinasceranno anche in virtù della nostra fede: è la Chiesa, con la sua fede, che continua a generare nuovi cristiani in tutti gli angoli della terra, dimostrando la sua eterna giovinezza e la sua inesauribile fecondità.
Vedete: quando nasce un bambino nasce, anche se spesso non ci pensiamo, un candidato alla morte. Ma quando viene battezzato un essere umano, compare al nostro cospetto e al cospetto di Dio, un candidato alla vita eterna! Perciò non c’è atto che più di questo debba effondere gioia nella comunità cristiana, nella comunità dei credenti che proprio per questo stasera dovrebbe essere tutta qui, intorno a questi nostri fratelli, con il Vescovo, con i sacerdoti e diaconi, con il popolo di Dio … per partecipare di questa grande gioia perché come ci dirà il rito del Battesimo “noi siamo diventati partecipi del mistero di Cristo, siamo stati sepolti con lui nella morte per risorgere con lui alla vita nuova”!
Il mondo, allora, continui pure a officiare le sue squallide liturgie che paiono di libertà e invece sono di asservimento, che sembrano esaltare la ragione e conducono all’assurdo, che promettono piacere e invece danno solo disperazione, che illudono di dar valore alla vita e invece non fanno altro che estendere e facilitare la tirannia della morte.
Noi, che a ogni Pasqua in tutto il mondo ci rinvigoriamo ai divini misteri, siamo la nazione nuova, il popolo della vita, gli irriducibili difensori della ragione e della dignità umana, gli annunciatori della sola attesa che non ha paura di essere smentita. Noi, che ci rallegriamo del sepolcro vuoto di Cristo e del Crocifisso che è tornato alla vita e ormai non muore più, possiamo davvero e con serietà augurare a tutti una buona Pasqua.
Il buio della notte è stato sconfitto dalla luce del cero pasquale così come il buio della morte è stato sconfitto dalla luce del Risorto. Illuminati da questa Luce, vivendo alla Luce del Risorto ora diveniamo riflesso credibile di questa luce e portiamo luce in tutto il mondo testimoniando l’amore fedele di Dio per l’uomo, per tutto l’uomo, per ogni uomo. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina