Omelia in occasione del 366° anniversario del Voto della Città di Tivoli all’Immacolata

Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Giovedì 8 dicembre 2022

Signor Sindaco, illustri autorità, cari sacerdoti, diaconi, fratelli e sorelle nel Signore!

Sui passi dei nostri avi che mossi da profonda fede, 366 anni or sono, fecero voto a Maria Immacolata di elevarLe una Cappella qualora Ella avesse salvato Tivoli dal flagello della peste, stasera, siamo qui noi, fedeli ad una promessa tramandata da padre in figlio, da una generazione all’altra, per ringraziare la Vergine per la salvezza di Tivoli che a Lei, all’epoca, fu tributata.

Vi ringrazio per essere venuti ed esprimo gratitudine all’Amministrazione Comunale per il dono che – come ogni anno – in questa occasione fa alla nostra Cattedrale ormai non più nel centro urbano della Città, una Cattedrale bella ma appartata rispetto al muoversi della gente che la abita e che per questo conserva in sé qualcosa della bellezza discreta e appartata di Maria.

Una bellezza che oggi celebriamo apprendendo così che la vera bellezza non è quella delle apparenze ma è quella del cuore, della sostanza, della fede quale apertura e abbondono in Dio, è quella della Madonna dalla quale dobbiamo imparare la vera bellezza che vince le brutture così evidenti sul volto e sulle membra di chi è appestato ma anche di noi uomini e donne di oggi che nonostante i nostri progressi scientifici, tecnologici, nei vari campi del sapere siamo ancora brutti dentro, nei cuori! Pensavamo, dopo la pandemia, di tornare ad essere migliori, più solidali tra noi e invece oggi ci troviamo più egoisti, divisi, in relazione virtuale più che reale tra noi. Incapaci di amare la terra, la creazione, di accettare l’altro con le sue caratteristiche anche se diverse dalle nostre. Capaci ancora di farci la guerra, di non aver paura a sanzionarci vicendevolmente sapendo che i poveri saranno sempre coloro che pagheranno maggiormente il nostro egoismo che ci appesta. Capaci di violenze, omicidi, femminicidi. Capaci di buttare le nostre vite nell’alcool, nella droga, nella sessualità disordinata, nel gioco d’azzardo … Povere vittime, come ha rilevato una recente indagine del Censis, di un tempo che ci ha resi tutti più malinconici.

A tutta questa bruttura e tristezza si oppone la bellezza di Maria che oggi la Chiesa celebra e che tentiamo stasera di comprendere. Sì dobbiamo cercare di capire perché l’Immacolata è bella! E guardando a Lei vorrei che anche noi imparassimo cosa è la vera bellezza e ci rivestissimo delle Sue stesse virtù per vivere fin d’ora e poi apparire un giorno “santi e immacolati al cospetto di Dio!”.

Al termine della Messa canteremo un canto tipico di questa festa che dice: “Tota pulchra es Maria!”, “Tutta bella sei, o Maria!”.

Maria è dunque bella innanzitutto perché è stata colmata di bellezza da Dio. Apparendole a Nazareth, l’Arcangelo Gabriele la salutò così: “Gioisci tu che sei stata colmata di grazia cioè di bellezza! Il Signore è con te”. Maria dunque è bella perché il messaggero di Dio, l’Arcangelo Gabriele lo conferma. È bella perché è stata colmata della bellezza di Dio!

Una bellezza non del corpo, degli occhi, del volto, dell’aspetto esteriore di Maria. L’Arcangelo non commentò questa bellezza perché la bellezza di Maria, risiede nel suo cuore, nei sentimenti, negli orientamenti dell’anima. Se non fosse così la bellezza esteriore sarebbe solo una maschera che spesso potrebbe anche nascondere una brutta persona. È in fondo quanto vediamo spessissimo oggi. Quante maschere di falsa bellezza intorno a noi che nascondono persone bruttissime!

Maria è bella perché la sua anima è bella!

Tentati dall’apparenza, dal voler a tutti i costi apparire diversi da come siamo in realtà, dal voler attrarre le attenzioni e l’ammirazione altrui su delle immagini che spesso tendiamo a dare di noi stessi, impariamo da Maria la vera bellezza. Maria è bella perché umile.

Sa che tutto ciò che Ella è viene da Colui che guarda all’umiltà della sua serva e riversa sulla sua piccolezza il suo grande ed eterno amore, la sua grazia che si fa carne per venire nel mondo – lo celebreremo tra pochi giorni nel Mistero del Natale – per amarci, perdonarci i peccati ossia le occasioni mancate per essere fedeli a Dio e quindi più uomini e donarci l’abbraccio grande, infinito, eterno della vita per sempre con Dio dopo la morte.

E Maria davanti a questo disegno di Dio che l’Angelo le manifesta non si esalta, bensì si stupisce, si sente piccola davanti allo sguardo di Dio che si è posato su di Lei. Ed è questa umiltà che rapisce il cuore di Dio e la rende ancor più bella agli occhi di Dio. Maria ne è consapevole. Sa che “Dio ha posato il suo sguardo sulla piccolezza della sua serva”.

Guardando a Maria impariamo la bellezza che deriva dall’umiltà!

Quanto sono brutti, più degli appestati, coloro che sono gonfi di orgoglio, che pensano di essere i salvatori della patria e a volte anche della Chiesa … Gli orgogliosi sono brutti perché si rendono ridicoli. L’orgoglio se non lo si mette da parte ci rende aggressivi, superbi, incapaci di fraternità, di perdono, di pace. Abbiamo oggi più che mai necessità di umiltà – quella vera, non quella di atteggiamenti esteriori umili, di teste piegate che però sotto sotto sono pieni di sé e non si mettono mai in discussione … – e se desideriamo un mondo migliore, meno appestato di ieri, dobbiamo recuperare la vera umiltà.

E sempre in questo senso dobbiamo imparare l’umiltà da Maria che non si esalta nemmeno davanti all’aver appreso dall’Arcangelo Gabriele quello che sarà il progetto meraviglioso di Dio su di Lei.

Maria non si esalta ma risponde con semplicità e serenità: “Eccomi sono la schiava del Signore! Avvenga di me secondo quanto mi hai appena detto!”.

In altre parole la Madonna comprende di non essere proprietaria dei disegni di Dio su di Lei, e si affida a questi disegni. Si consegna al Signore con totalità e semplicità e così diventa libera da ogni abbaglio, da ogni presunzione di essere Lei a dover progettare, programmare la sua vita.

Vedete l’uomo di oggi, anche l’uomo religioso, spesso si dimentica di Dio. Vive come se Lui non esistesse. Fa tante cose anche buone ma se non ha fede le cose che fa prima o poi terminano. Davanti al timore di non farcela, l’uomo religioso ma non di fede, crolla e diventa brutto, triste, malinconico, perché non sa affidarsi all’unico vero amico dell’uomo, al Suo Creatore e Padre: Dio.

Quante volte noi cerchiamo la felicità a basso prezzo, pensiamo che la felicità sia corrispondente ai nostri progetti ma poi questi stessi progetti cadono come un castello di carte tra le nostre mani. E ci scopriamo poveri, piccoli …

Da Maria impariamo a dire “Sono la serva del Signore”. In quel momento Lei è divenuta la donna più libera della terra perché si è messa a servizio di Colui che è libertà perfetta ed assoluta che – come dice Sant’Ambrogio – è garanzia di libertà e antidoto contro ogni forma di schiavitù.

Seguiamo allora Maria, la donna più bella della famiglia umana la quale dopo aver detto il suo “sì” a Dio non si ferma a casa per guardare allo specchio la sua bellezza ma esce in fretta e va ad aiutare l’anziana cugina Elisabetta, che era al sesto mese di gravidanza.

L’appestato si ferma a guardare le sue ferite, le sue brutture … Il malinconico si ferma a guardare il suo triste stato interiore … La piena di grazia guarda al Dio che la ama e guardando in Alto, si alza e si muove in fretta verso chi è nel bisogno. Nella sua anima bellissima non c’è nemmeno un granello di egoismo.

Impariamo dall’Immacolata anche noi a sentire come la presenza di Dio in noi, la sua fiducia nei nostri confronti, ci riempia di gioia e questa gioia che ci rende persone belle non possiamo trattenerla poiché la gioia è per sua natura diffusiva. Quanto sono brutte e pesanti le persone egoiste, come rendono difficile la vita a chi gli sta intorno. Maria invece piena di gioia diffonde gioia e la diffonde mettendosi a servizio dei più bisognosi.

Stasera siamo qui per ringraziare Maria per la salvezza dalla peste. Per cantare la sua bellezza poiché concepita senza peccato originale ha accolto in sé la gioia che deve accogliere ogni uomo e donna che crede.

Insieme impegniamoci ad affidarci a Dio come Maria, ad affidarci ai suoi progetti di bene per noi e per l’umanità. Chiedo con rispetto questo a tutti voi qui presenti. Proviamo insieme a credere che Dio ci guarda anche in questo tempo con occhi di padre e di madre insieme. Accogliamo con fede il bene che ci vuole. E come Maria impegniamoci per il servizio vero, disinteressato, agli altri.

Nel Vangelo di Giovanni Gesù compie il primo miracolo su invito della Madre in occasione di una festa di nozze. Se anche noi come Maria ci impegnassimo di più a favore della famiglia portando in essa la fede in Dio, come cambierebbero anche le nostre famiglie così spesso in crisi irreversibile alla prima difficoltà.

La crisi che deriva dal non aver fede ci imbruttisce, cari amici. Imbruttisce i singoli, la famiglia, la città, la Chiesa, la società.

Come Maria apriamoci alla dimensione che ci rende belli, santi e immacolati. Apriamoci e permettiamo a Dio di agire in noi e, tramite noi, nella storia.

E così, anche tramite il nostro sì, i nostri giorni saranno meno appestati, saranno più belli e gioiosi.

A Maria Immacolata chiediamo che liberi le nostre anime e la nostra città da ogni bruttura e che la nostra bellezza possa attrarre tanti – non a noi, certo – ma a Colui che della bellezza è autore perfetto e unico: Dio. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina