Vallinfreda, Parrocchia San Michele Arcangelo, Domenica 11 agosto 2019,
Carissimi fratelli e sorelle di Vallinfreda!
Sono particolarmente lieto di essere con voi in questa domenica nella quale le Venerate Spoglie del vostro illustre concittadino, il Beato Fra Diego Oddi, sono in questa che fu la sua Parrocchia, in questo ridente paese di Vallinfreda ove il nostro Beato nacque il 6 giugno 1839, fu educato da una modesta ma esemplare famiglia di contadini cristiani, avvertì la vocazione alla vita consacrata e partì nel 1871, all’età di 32 anni, per entrare nel Ritiro di Bellegra ove sarebbe rimasto fino all’incontro con sorella morte il 3 giugno di cento anni or sono svolgendo un ministero umile, semplice, povero, quello di frate questuante esercitando un servizio esemplare nella capacità di far conoscere e sperimentare l’amore di Dio che in Gesù Cristo ci è stato rivelato e ci è venuto incontro per servirci.
Il Beato Diego ha camminato molto per i nostri paesi. Ha bussato a molte porte proprio come il Signore bussa alla porta dei nostri cuori. Andava per le strade e per le case a mendicare per i suoi frati e per i più poveri ma in realtà a chi gli apriva la porta, senza nemmeno disturbare più di tanto poiché spesso nemmeno rimaneva a dormire nelle case che lo ospitavano preferendo rimanere in chiesa a pregare e vegliare anche durante la notte, dava assai più di quanto chiedeva, sapeva trasmettere con la semplice parola, il consiglio, la testimonianza della vita umile, povera e casta l’amore grande di Dio. Sì, anche a noi Dio chiede di vegliare – lo abbiamo ascoltato nel Vangelo – perché un giorno verrà, ma in quel giorno non verrà per giudicarci dall’alto ma per dimostrarci ancora amore, quell’amore che ha mostrato a noi sulla croce, morendo e risorgendo per noi. Quell’amore che a chi troverà sveglio, Lui offrirà cingendosi i fianchi e passando a servirlo.
Il Beato Diego ha sentito l’amore di Dio, il servizio di amore che Dio gli ha reso, fin da quando – giovane fanciullo e ragazzo – ha frequentato questa Parrocchia di San Michele Arcangelo, quando dopo aver avvertito la chiamata, in lunghi momenti di preghiera in questa chiesa, si è domandato che cosa il Signore realmente volesse da lui, quando ormai adulto su consiglio di un altro grande Beato di quel “nido di Santi” che è stato il Sacro Ritiro di Bellegra: Mariano da Roccasale, comprese dove il Signore lo chiamava e ha vissuto la vita religiosa con una vigilanza esemplare, attendendo il Signore e l’incontro finale con Lui nella letizia francescana, quella letizia che ha saputo diffondere tra quanti incontrava nelle sue lunghe peregrinazioni tra i nostri paesi, amando quel canto popolare tanto bello: “Andrò a vederla un dì” che dice tutta la gioia dell’attesa dell’Incontro con Colui che ci chiama all’eternità e con la Madre sua: Maria. Ed il nostro Beato è stato riamato dal Signore durante la vita con la grande stima e fiducia che tutti gli hanno dato riconoscendo in lui un autentico uomo di Dio, che sentendo la Misericordia di Dio per lui l’ha profusa a piene mani tra quanti ha incontrato.
Eredi, compaesani di questo umile ma grande Beato; di questo “nostro Beato”, di questo – direbbe Papa Francesco – “santo della porta accanto” … vorrei che la presenza delle sue Spoglie tra voi non risvegliasse soltanto la fierezza di sapere che vent’anni fa la Chiesa ha iscritto nell’albo dei Beati un cittadino di Vallinfreda, una fierezza che non vorrei si confondesse con una sorte di tifoseria sportiva così come quando la nostra squadra del cuore vince il campionato … ma desidererei tanto che da lui, dal suo esempio, apprendessimo a vivere di fede.
Nella seconda lettura tratta dalla lettera agli Ebrei si elogia la fede di Abramo che per fede obbedì a Dio per ricevere in eredità la terra promessa senza nemmeno sapere dove andava, come per fede, lungo il cammino, abitò sotto le tende – ossia nella provvisorietà –, come per fede accolse il figlio che tanto desiderava, Isacco, e fu disposto anche ad offrirlo a Dio che poi gli chiese di offrirglielo in olocausto, una fede dunque messa a dura prova ma che fu premiata perché Dio gli restituì il figlio della promessa dal quale sarebbe venuta la sua grande discendenza ed in qualche modo – tramite l’acquisto della tomba della moglie – entrò nella Terra promessa.
Ebbene, mi piace vedere anche nella vita e nella peregrinazione del Beato Diego questo affidarsi totale a Dio nel suo camminare senza nulla, senza nemmeno sapere dove andava, per fede, sapendo che sicuramente c’era il Signore con Lui e davanti a Lui che lo conduceva verso la Terra promessa che per noi è il paradiso ma in estrema libertà e con quella fede che è soltanto di coloro che nella preghiera, nella partecipazione alla Messa, guardando alla vita di quei santi che li hanno preceduti sanno vedere e credere nel volto di Dio e così camminano senza grandi certezze umane, prove scientifiche e tecniche ma sulla base della fede trasmessa dai padri verso Dio e con Dio.
Ecco, vorrei tanto che anche noi imparassimo questa fede semplice ma vera.
Vedete, noi ormai crediamo soltanto in ciò che sperimentiamo, tocchiamo … è evidente … e non sappiamo più credere che tutto dipende da Dio, che in fondo non si termina mai di scoprire ciò che Lui ha creato ma c’è sempre qualcosa che ci rimanda “oltre”. E noi, invece, non ci facciamo caso. Ci fermiamo a una religiosità di superficie ma non passiamo dall’atteggiamento religioso alla fede.
I santi sì, lo hanno fatto. Si sono fidati e noi dobbiamo continuare a fidarci di Dio come loro. Certamente anche loro avranno avuto i loro momenti di buio, di dubbio, di domanda … ma hanno creduto e camminato dietro il Signore e verso Dio che li ha amati per primo. Ebbene vorrei che anche noi cristiani vivessimo così. Sui loro passi, fidandoci di loro e di ciò che hanno visto e sperimentato: l’amore infinito di Dio, e anche noi camminassimo in una vita autenticamente cristiana che si nutre di fede alimentata dall’incontro sacramentale con il Risorto e vive di questa fede che invade, innerva ogni nostro comportamento, parola, atteggiamento e rende attraente Colui in cui crediamo affinché anche altri fratelli e sorelle, anche oggi, possano giungere a credere in Lui e a vivere per Lui e come Lui, in cammino verso l’eternità.
Cari fratelli e sorelle di Vallinfreda, amici tutti qui presenti, i santi sono finestre che si spalancano sul mondo perché possiamo tramite loro vedere il volto di Dio. Sono coloro la cui vita è sbriciolatura di Vangelo.
Accogliamo il loro esempio e imitiamoli.
Del Beato Diego vi chiedo di accogliere il suo amore per la preghiera.
Il porsi continuamente la domanda: cosa vuoi Signore da me, nella mia vita?
Il rispondergli sì, con generosità, a qualunque età, in qualunque condizione chiami.
Vi chiedo di pregare e di farvi anche voi itineranti. In fondo lo siete ogni giorno: al lavoro, a scuola, in famiglia, con gli amici, nel tempo libero … quanti ambienti in una giornata abitate? Ebbene in ogni ambiente e con ogni persona che incontrerete entrate in contatto con umiltà, dialogando e ascoltando accogliete ciò che ha da dirvi, chiedervi, proporvi … e come il Beato di Vallinfreda, in tutta umiltà, con la vita e la carità più che con le parole parlategli di Dio. San Francesco diceva ai suoi frati: “Predicate sempre il Vangelo e se necessario anche con le parole”.
Vigilate, camminate, testimoniate Cristo con il linguaggio universalmente comprensibile della carità che è risposta alla grande e continua carità che Dio fa a noi amandoci e perdonandoci.
Sia questo l’insegnamento che si traduca in vita che portiamo a casa da questo incontro intimo, di famiglia, oserei dire, con le Venerate spoglie del nostro Beato Diego Oddi. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina