Omelia in occasione della Santa Messa per il nuovo Papa

San Vittorino Romano, Santuario di Nostra Signora di Fatima, Martedì 13 maggio 2025

Carissimi fratelli e sorelle,

ho desiderato che la celebrazione di ringraziamento per il dono alla Chiesa di un nuovo Papa, dopo la morte di Papa Francesco, coincidesse con la celebrazione di questa sera, 13 maggio, anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima durante la quale – eravamo nel 1917 – in piena prima guerra mondiale, la Madonna apparendo ai tre pastorelli in Cova d’Iria, invitò alla preghiera, alla penitenza e alla riparazione affinché presto finisse la guerra.

Accogliendo l’invito di Maria ancora valido in questa epoca dove pare essere scoppiata la III guerra mondiale a pezzi, stasera preghiamo per Papa Leone XIV che lo Spirito Santo ha donato alla Chiesa di questo tempo e che l’8 maggio scorso si è presentato al mondo salutandolo con le parole: “La pace sia con tutti voi!”, “il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio”. Un saluto ed augurio che il Papa desidera che raggiunga le famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra. La pace che Papa Leone ha augurato, e che ha scelto come primo impegno da accogliere e proporre è infatti quello della pace del Cristo Risorto, “una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante” che proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente. Ma che deve anche trovare in noi dei costruttori di pace, uomini e donne desiderosi di camminare insieme, come Chiesa unita intorno e insieme al Successore di Pietro cercando sempre la pace, la giustizia, e per dire insieme “Mai più la guerra!”.

Stasera dunque ringraziamo per il dono del Papa che lo Spirito Santo ha scelto per noi e preghiamo per lui e per le sue intenzioni – prima tra tutte quella della pace giusta per il mondo – affidandolo alla Madonna di cui fin dalla sua prima apparizione, sulla Loggia della Basilica di San Pietro, ci è parso tanto devoto invitando tutti a pregare l’Ave Maria.

Una devozione non pietistica ma solida e che ha confermato recandosi subito, nel pomeriggio di sabato scorso, nel Santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano, nella nostra Diocesi, dove era già venuto molte volte, ricordo in particolare – perché presente – il 25 aprile 2024 dove durante l’omelia in occasione della Festa della Venuta esortò tutti ad ispirarsi a Maria per diffondere la pace e la riconciliazione del mondo.

A Maria, davanti alla quale a Genazzano il Papa ha confidato di aver deciso fin dal momento della sua elezione a Generale degli Agostiniani di “offrire la vita alla Chiesa” e di obbedire alle parole “Qualsiasi cosa vi dica fatela” che abbiamo ascoltato anche stasera nel Vangelo, affidiamo il pontificato di Papa Leone appena iniziato ma in comunione con lui, vorrei che anche noi offrissimo la nostra vita per la Chiesa aiutando il Papa nella sua ardua missione di essere fedele custode del buon deposito che Cristo ha affidato alla Chiesa e nello stesso tempo capace di coinvolgere tutta la Chiesa ad essere sempre più “città posta sul monte (cfr Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo. E ciò – come il Papa ha ricordato nell’Omelia della Messa all’indomani della sua elezione – non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni …, quanto attraverso la santità dei suoi membri, di quel ‘popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa’ (1Pt 2,9)”.

Una missione che il Papa svolgerà verso un mondo che considera Gesù come una persona priva di importanza, fastidioso per il suo invito all’onestà, alle esigenze morali che richiama o dove altri lo considerano interessante e sono disposti a seguirlo finché però tale sequela non chiede troppi rischi e inconvenienti. Una missione che il Papa nella mattina del 9 maggio ha ricordato che si svolge là dove anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; in contesti in cui alla fede cristiana si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Luoghi dove i cristiani possono essere derisi o osteggiati ma proprio per questo luoghi dove urge la missione, perché – ha detto il Papa – “la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita di senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”.

Delle sfide del mondo alla trasmissione della fede e quindi della necessità della missione, Papa Leone ha parlato ai Cardinali nella mattina di sabato scorso, quando ha spiegato come abbia scelto di chiamarsi Leone per la sua ammirazione verso Papa Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum, “che affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.

Nel Vangelo delle Nozze di Cana ma anche nei messaggi di Fatima la Madonna chiede a noi di fare ciò che Gesù dice. Il Papa si è presentato a noi come “umile servitore di Dio e dei fratelli” chiamato ad ascoltare docilmente la voce dello Spirito Santo e a farsi con tutti i successori degli Apostoli docile ascoltatore della sua voce e fedele ministro dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel “sussurro di una brezza leggera” (1Re 19,12) o, come alcuni traducono, in una “sottile voce di silenzio”. Ma il Papa chiede di farci tutti ascoltatori dello Spirito e di educare tutto il santo popolo di Dio che ci è affidato ad ascoltare e realizzare quanto lo Spirito ci dice, quanto Gesù, come ai servi di Cana ci dirà.

Tutta questa opera di evangelizzazione il Papa chiede che sia svolta sulla scia del Concilio Vaticano II e realizzando i punti dell’Esortazione apostolica Evangelium Gaudium di Papa Francesco di cui il Papa ha sottolineato alcune istanze fondamentali: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio, la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana, la crescita nella collegialità e nella sinodalità, l’attenzione al sensus fidei, specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare, la cura amorevole degli ultimi, degli scartati, il dialogo fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà.

Cari fratelli e sorelle, il nostro Papa Leone XIV, che già amiamo, assume il peso del ministero petrino ben sapendo che l’impresa è gravosa ma vorrei che stasera sentisse da qui come la nostra preghiera e la nostra volontà desiderino aiutarlo, sostenerlo innanzitutto con la preghiera e poi con l’impegno fattivo. Vorrei soprattutto che i giovani accogliessero l’invito che ha rivolto loro al termine del Regina Coeli di domenica scorsa, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni dove ha ricordato come la Chiesa abbia tanto bisogno di vocazioni, specialmente di quelle al sacerdozio e alla vita religiosa, ma anche come sia necessario che tutti ci facciamo, ciascuno in base al proprio stato, pastori secondo il Cuore di Gesù e i giovani non abbiano paura! Ma accettino l’invito della Chiesa e di Cristo Signore per aiutarci insieme a camminare nell’amore e nella verità.

Infine chiediamo per intercessione di Maria che Papa Leone possa realizzare quell’auspicio che fu anche di Paolo VI all’inizio del suo ministero e che Papa Leone ha fatto suo sabato mattina parlando ai Cardinali: “Passi su tutto il mondo come una grande fiamma di fede e di amore che accenda tutti gli uomini di buona volontà, ne rischiari le vie della collaborazione reciproca, e attiri sull’umanità, ancora e sempre, l’abbondanza delle divine compiacenze, la forza stessa di Dio, senza l’aiuto del Quale, nulla è valido, nulla è santo” (Messaggio all’intera Famiglia Umana Qui fausto die, 22 giugno 1963).

Che il suo ministero realizzi ciò che ha detto desiderare per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo.

Maria Santissima conceda tutto questo al nostro Papa e a noi la capacità di essergli vicini.

Maria ci è vicina, ci ricordava Papa Leone sabato pomeriggio a Genazzano, l’abbiamo con noi (a Genazzano e, aggiungo io, qui e in ogni nostro paese e chiesa) ma questa vicinanza è di grande responsabilità perché allora anche noi dobbiamo essere vicini a Lei e con Lei dobbiamo seguire Gesù vivendo il nostro Battesimo con grande responsabilità ed obbedendo a quanto il Signore, tramite la voce del suo Vicario in terra – come chiamava il Papa Santa Caterina da Siena – ci chiederà di fare affinché la gioia non manchi mai alla Chiesa e all’umanità. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina