Palestrina, Cattedrale di Sant’Agapito Martire, Lunedì 16 dicembre 2024

Signor Sindaco, illustri autorità, cari sacerdoti, cresimandi, fratelli e sorelle nel Signore!

907 anni fa, Papa Pasquale, consacrava a Dio questa nostra Cattedrale. Con la preghiera di consacrazione, invocando su di essa lo Spirito Santo, rendeva per sempre delle semplici mura fatte di pietre, casa di Dio, luogo privilegiato per l’incontro nella preghiera tra Dio e l’uomo e tra l’uomo e Dio. Un incontro che può avvenire ovunque ma specialmente nella chiesa: la chiesa fatta di pietre e la Chiesa fatta di quelle pietre vive che siamo noi, noi tutti che in comunione con il Papa, Vescovo di Roma, con il vostro Vescovo e con tutti i fedeli di questa porzione di popolo di Dio che vive in Palestrina cammina nella storia e nei cui cuori il Signore vuole vivere così come vive e si fa trovare nel Tempio.

Tra poco a questo Tempio vivo che è la Chiesa, che siamo noi, si aggregheranno questi giovani che riceveranno la Cresima completando così l’itinerario dei sacramenti che fanno il Cristiano, i sacramenti che ci comunicano l’amore che sussiste tra il Padre e il Figlio, che comunicano, in quel tempio vivo che siamo noi, lo Spirito Santo affinché camminiamo secondo la sua volontà, guidati da Lui e dalla sua parola. Sì, il tempio di pietre e mura è figura di quel tempio vivo di Dio che siamo noi nel quale Lui dimora, nel quale dimora lo Spirito Santo, nel quale lo Spirito agisce affinché ciascun cristiano sia a sua volta testimone dell’amore di Dio e compartecipe della missione materna della Chiesa verso l’uomo.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato stasera ci presenta Gesù nel Tempio e in questo tempio scaccia i mercanti.

È un comportamento che fa fortemente riflettere i Giudei che erano presenti tant’è che si domandano come Gesù si permetta di fare certe cose? “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” – gli domandano – e Gesù rispose riferendosi a se stesso: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Egli, Gesù, annota il Vangelo, parlava del tempio del suo corpo. Gesù fa comprendere che l’autorità per purificare il tempio da ogni commercio gli viene dal fatto che Lui è il vero tempio, il vero luogo della presenza di Dio tra gli uomini e lo dimostrerà con la sua Pasqua di passione, morte e risurrezione.

Gesù dunque pone un nesso tra il Tempio di Gerusalemme e il suo Corpo e questo nesso si lega anche alla Chiesa perché fra Gesù e noi, fra Gesù e i suoi, c’è unione. Lo ricorda Gesù stesso nel Vangelo di Giovanni quando dice: “Voi in me e io in voi” (Gv 14,20).

Comprendiamo così perché Gesù scaccia i venditori dal tempio. Non è uno scatto di perfezionismo rispetto al ritualismo religioso, ma la manifestazione dell’opera che Gesù sta compiendo, la salvezza dell’uomo, che richiede purificazione di ciò che c’è dentro ogni uomo.

Cosa c’è nel cuore dell’uomo? Cosa si muove nella nostra anima? Anche nei nostri cuori tante volte i mercanti prendono possesso del tempio che siamo noi e tante cose indegne possano albergare in noi, come carie dell’anima.

La festa della dedicazione della Cattedrale deve allora riportarci a pensare a quel tempio che siamo noi, che siete voi, cari cresimandi nel cui cuore sta per entrare lo Spirito Santo.

Domandiamoci: siamo “Casa del Padre” o “casa di mercato”? Mercato, nel greco usato dall’evangelista Giovanni, si dice emporium e l’emporio porta in sé il senso dell’entrata, del guadagno. Un cuore che è dominato dall’impulso dell’avidità – rappresentato dai venditori e dai cambiavalute –.

Gesù fa una frusta e caccia tutti fuori. Attenzione: non è che Gesù abbia perso la pazienza, abbia perso il controllo di sé. No Gesù ha una ben altra intenzione che prima profetizza e poi realizzerà con la sua passione, morte e risurrezione. Il suo corpo è il tempio che verrà distrutto dagli uomini e che in tre giorni risusciterà. Sarà necessario che Lui si lasci demolire, perché dopo la risurrezione, inizi la vita dei figli di Dio; sarà indispensabile la sua passione e morte perché fra l’impulso del possesso e l’amore, che è il suo contrario, prevalga lo Spirito di cui gli uomini diverranno tempio. Non saranno conoscenza o buona volontà che ci toglieranno il cuore avido, ansioso, commerciale, ma la purificazione che passa per il corpo sferzato, crocifisso, ucciso e finalmente risuscitato di Cristo, che purificheranno la nostra esistenza.

Cari amici che state per ricevere la Cresima, ossia lo Spirito Santo frutto della Pasqua di Cristo, cari fratelli e sorelle di questa Chiesa di Palestrina di cui la Cattedrale è simbolo, combattiamo continuamente contro i mercanti interiori, scacciamo tutto ciò che ci allontana da Dio con la preghiera, il digiuno, la carità fraterna. Sferziamo con questi strumenti il nostro ego centripeto e avido. Permettiamo che la potenza liberante dell’amore, dono della risurrezione di Cristo, entri in noi e ci doni un cuore libero dai commerci con il quale fare noi per primi e permettere di fare a coloro che ci incontrano, esperienza della Casa del Padre, esperienza di ciò che è la Chiesa simboleggiata dalla Cattedrale: una comunità che si sente amata, liberata dalla tentazione di seguire i propri interessi e non lasciar posto allo Spirito Santo che desidera inabitarla, illuminarla, renderla come lucerna posta sul monte affinché chi la vede non si disperda nelle tenebre della notte ma trovi un punto di riferimento sicuro, il riferimento sicuro di chi è inabitato dall’amore di Dio e poiché l’amore è diffusivo esso si espande e per attrazione chiama tanti altri, come voi che stasera completate l’itinerario dell’Iniziazione Cristiana, ad unirsi alle tante pietre vive che compongono la Chiesa, alle tante pietre cementate tra loro dalla Grazia di Dio e con la luce della santità, senza alcuna presunzione, ma con gioia, pazienza, perseveranza nelle buone opere, attirano tutti a sé come il Tempio, come la Cattedrale nella Diocesi è la Chiesa madre che chiama tutti a sé, nella quale tutti i cristiani devono sentirsi a casa, a casa in quell’edificio dove nessuno è soltanto ospite ma tutti dobbiamo sentirci ospiti e protagonisti, tutti responsabili dell’annuncio della Parola che qui ogni giorno risuona, dell’Eucaristia che ogni giorno viene celebrata, della carità che qui continuamente deve essere praticata in una Chiesa-famiglia di amici che purificati e riempiti dello Spirito del Risorto, camminando nella storia, diventano in essa attraenti per quanti cercano una casa. Non tanto una casa di pietre ma una casa di cuori che amano perché amati da Dio e riempiti dal suo Santo Spirito. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina