Tivoli, Chiesa di Santa Maria Maggiore, Giovedì 15 agosto 2024
Signor Sindaco, illustri autorità, cari fratelli e sorelle!
Celebriamo la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in anima e corpo al Cielo.
Siamo dunque invitati a guardare a Maria. Guardiamo a Lei come persona singola, come la giovane di Nazaret preservata fin dalla sua nascita dal peccato originale per essere l’Immacolata Madre, madre di Dio. Guardiamo a Lei che ha detto eccomi davanti alla proposta di divenire la Madre del Creatore. Guardiamo a Lei, modello di ogni discepolo del Signore per aver perseverato nella sequela di Gesù fin sotto la croce e per essere stata con gli Apostoli, nel giorno di Pentecoste, nel momento in cui, nel Cenacolo di Gerusalemme nasceva la Chiesa.
Ma siamo invitati, particolarmente oggi, a guardare a Maria anche come primizia della moltitudine dei credenti.
Due piani che nei disegni di Dio non sono mai da separare. Ogni nostra storia, infatti, le nostre storie, cari amici, non riguardano soltanto noi stessi ma si saldano sempre con quelle di molti.
Quando Dio sceglie un uomo, una donna o un popolo, separandoli per una missione, non lo fa né mortificando la loro singolarità né estraniandoli dalla storia comune. Nella scelta di uno si manifesta il destino di tutti. Nella scelta di Maria è dunque incisa anche la nostra comune vocazione, il nostro comune destino.
Celebrare la sua Assunzione al Cielo in anima e corpo significa allora rendere grazie a Dio per la salvezza integrale e definitiva di Maria, salvezza in anima e corpo, salvezza per la quale è resa partecipe del destino glorioso del suo Figlio, il Salvatore nostro!
Significa guardare in Lei a Colei che già vive il futuro felice che noi sogniamo e aspettiamo.
Maria è, infatti, la figlia di Sion, appartiene a un popolo da sempre eletto dal Signore per essere il popolo di Dio, il popolo chiamato alla salvezza, Maria è divenuta il modello della comunità dei credenti, è il nostro modello, di noi che contempliamo in Lei, Assunta in Cielo, il nostro futuro, il nostro destino, il compimento a cui ogni uomo e donna sono chiamati.
Guardando a Lei Assunta in Cielo con uno sguardo di fede ci dà consolazione, fiducia, nel viaggio della nostra vita dove speriamo tutti in un dopo, che terminata questa vita terrena la vita continui per sempre con Dio.
Nel libro dell’Apocalisse, al capitolo 21, si legge: «Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la Città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal Cielo come una sposa pronta per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono (ossia da Dio): “Ecco la dimora di Dio con gli uomini (cioè: ecco il futuro!). Egli dimorerà tra loro … E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi: non ci sarà più la morte, né lutto, né lamenti, né affanno … perché le cose di prima sono passate”» (Ap 21,1-4).
E questa immagine non è un nostro sogno ma è il sogno di Dio per l’umanità e come tutti i sogni di Dio per noi, si avvera.
Si è avverato in Cristo, che è veramente risorto. E noi siamo il suo popolo che continuamente si nutre di questa certezza. E Maria, la creatura più vicina a Cristo, è anche la prima ad essere entrata nella festa della vittoria del Figlio sul peccato e sulla morte. Ed è giusto che sia così. Anche perché se Maria fa parte del popolo dei redenti, allora tutti noi, che per il battesimo siamo membra di questo popolo, guardando a Maria possiamo anche noi attendere con fiduciosa speranza che giungerà anche per noi il giorno della nostra festa, il giorno in cui dopo la morte entreremo per sempre, in anima e corpo, nella gloria eterna di Dio.
Qualcuno potrebbe dire: ma, voi cristiani siete degli illusi … Con la morte tutto finirà.
Se così fosse l’uomo vivrebbe come se Dio non esistesse. Vivrebbe come tanti già oggi vivono così, senza la certezza della vita eterna. Ma – permettete che lo dica – si vedono anche i risultati: guerre, egoismo, disimpegno sociale, chiusura alla vita, incapacità di assumere progetti di vita per sempre …
I Santi hanno profondamente creduto in ciò che celebriamo stamane, hanno profondamente creduto che ci attende la vita eterna e se pensiamo alle loro vite vediamo come siano diventate dei prodigi davanti agli occhi di tutti e anche di chi non crede! E così hanno creduto anche tanti uomini di scienza: da Leonardo da Vinci a Galileo Galilei, da Blaise Pascal a Max Planck, da Alessandro Volta e Pasteur, da Ampere a Guglielmo Marconi e tantissimi altri. Uomini che abituati a ragionare hanno capito che l’ultimo passo della ragione sta nel riconoscere che c’è un mistero che ci supera, ma che ci illumina: e intelligentemente hanno creduto.
Tuttavia oggi si sta perdendo la certezza nell’eternità. L’uomo non pensa più che un giorno – come ricordavo anche ieri sera al termine dell’Inchinata – dovrà presentarsi davanti a Dio per il giudizio particolare e poi per quello universale. Pare che molti uomini non credano più nel Paradiso e nell’Inferno.
Ciò tuttavia non vuol dire che le cose eterne non esistano perché in un numero minore che in passato le persone vi credono. Se aumenta il numero dei ciechi che non vedono il sole non vuol dire che il sole non c’è più … basta che uno lo veda e potrà legittimamente gridare a tutti la verità di ciò che vede …
Tuttavia, come dicevo, molti non credono nell’al di là, non lo attendono e così vivono senza speranza. Come se Dio non esistesse … Friedrich Nietzsche, il filosofo della morte di Dio e dell’esaltazione dell’uomo scrisse nella Gaia scienza: “Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso! Che abbiamo fatto! Chi laverà le nostre mani dal sangue di questo delitto? Dio è morto, ma non vi accorgete che si è fatto freddo, si è fatto buio e dobbiamo accendere la lampada in pieno giorno?”.
E così un altro filosofo ateo: Jean Paul Sartre arrivò a dire: “L’uomo è una passione inutile”.
Potremmo continuare con queste affermazioni di uomini di cultura atei che dopo aver abbracciato la tesi della morte di Dio, della sua inutilità, della sua inesistenza sono giunti poi alla triste conclusione che allora “In questo universo non c’è alcun senso” (Dawkins, uomo di scienza ma non uomo di fede).
Affermazioni tristi, tristi come sono le affermazioni di chi fatica a credere che dopo la vita terrena ci attende la vita eterna dove non ci sarà più lutto, né lacrime, ma la gioia della Pasqua, dello stare con il Risorto, la gioia che già vive Maria.
Davanti a queste affermazioni tristi e depresse viene da esclamare: come è bella la fede! E la bellezza della fede è già una prova della sua verità: la fede, infatti, risponde perfettamente, come un intarsio, alle attese del cuore umano!
Allora, oggi, guardando a Maria, creatura che sta dalla nostra parte, una di noi assunta in Cielo, segno di sicura speranza per chi aderirà nella fede a Cristo, gioiamo. Gioiamo perché è la festa di tutti noi che crediamo e che siamo destinati come Maria, se vivremo in obbedienza a Cristo e al suo Vangelo, a partecipare alla gloria eterna del Cielo, alla gloria del Paradiso.
Paradiso che però – attenzione … – non è soltanto il futuro, ma Paradiso che inizia fin d’ora qui in terra (come del resto anche l’Inferno comincia già da qui).
Nel Vangelo possiamo vedere che effetti fa quando il Paradiso entra nel cuore di una persona. Guardiamo a Maria nel momento dell’Annunciazione: la libertà di risposta di Maria si trova davanti alla libertà di proposta di Dio. E Maria si fida di Dio, si consegna a Lui, dice il suo “sì”: questa è l’ora grande della sua vita, l’ora del “sì” a Dio!
Appena pronunciato il “sì”, Maria entra nell’esperienza del Paradiso (perché il Paradiso è Dio accolto nel cuore) e sente in lei tanta gioia, una gioia che le fa cantare il Magnificat. Ma non solo. Maria sente in Lei il bisogno di donare, di servire, di uscire da se stessa, di amare come ama Dio: il Paradiso comincia così. E va da Elisabetta, se pur nella necessità di una donna in cinta parte, esce, va verso la cugina in necessità perché anche lei incinta ed anziana.
Che in questa Solennità dell’Assunta inizi anche per noi, qualora la avessimo un po’ dimenticata o messa da parte, l’esperienza del Paradiso come un bel sì a Dio insieme a Maria. Che inizi l’esperienza del Paradiso qui in terra e nell’impegno cristiano ed umano mentre attendiamo il Paradiso nel quale è già in pienezza, in anima e corpo, la Beata Vergine Maria. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina