Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Domenica 8 dicembre 2024
Signor Sindaco, illustri autorità, reverendi Canonici, Parroci e sacerdoti, diaconi, consacrate, fratelli e sorelle nel Signore!
Come 368 anni fa, anche oggi siamo qui convenuti per rinnovare il voto che i nostri predecessori fecero a Maria Santissima per la salvezza di Tivoli dalla peste.
Un voto che chiedeva loro come chiede a noi fedeltà, conversione di vita, guardando a Maria – la più perfetta delle creature – e imitando le sue virtù.
Oggi la peste che colpì Roma e le zone adiacenti a Tivoli, per grazia di Dio, è stata debellata ma ogni giorno altre pesti minacciano la nostra vita personale e comunitaria.
Abbiamo conosciuto la tragica esperienza del covid ma altre e ben peggiori pesti ci attanagliano: penso alla peste del non rispetto dell’altro, della violenza di genere, dell’uso sempre più ampio tra i giovani di sostanze stupefacenti, dell’alcool, del gioco d’azzardo; penso alla peste dei media e delle immagini che giungono a tutti tramite gli iphone e che condizionano le menti ed i costumi. Penso alla peste che intacca la fedeltà bella delle famiglie, la peste della paura di compiere scelte di vita definitive, la peste della guerra che è ancora esperienza dei nostri giorni, la peste della corruzione, del disinteresse per il conseguimento del bene comune, la peste delle mancanze di relazioni vere tra noi per dar spazio a quelle virtuali ossia alle non relazioni. Penso alla peste dell’egoistica scelta da parte di molte coppie di non aprirsi ad accogliere il dono della vita, alla peste dell’aborto e ancora della incapacità di educare, ascoltare, accompagnare le giovani generazioni.
L’elenco potrebbe allungarsi … Come fare, dunque, per uscire da queste pesti che distruggono progressivamente la nostra umanità?
Come i nostri avi confidiamo in Maria, affidiamoci a Lei ma ciò vuol dire imparare da Lei come vivere.
Oggi la celebriamo Immacolata, ossia preservata dal peccato fin dalle sue origini per essere la degna madre del Signore. Ma nello stesso tempo, nel Vangelo, ci è presentata come colei che liberamente ha dato il suo consenso all’opera di Dio.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato è terminato con le parole: “Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola”.
È impressionante, se ci pensiamo bene, che pur avendola creata senza peccato originale, il Creatore per entrare nella nostra storia si sia come fermato davanti al semaforo della libertà di una creatura che può dirgli di sì o di no, può dire sì o no ai suoi piani.
È una bellissima immagine, questa, di come Dio ci ami. Non c’è amore senza libertà. E pur se preservata dal peccato Maria poteva anche dire di no ai progetti di Dio. Se non lo avesse potuto dire allora anche i nostri sì a Dio diverrebbero atti meccanici, senza valore.
Davanti alla grazia che Dio ci offre, davanti ai piani meravigliosi di salvezza che lo Spirito Santo ha per noi, si può rifiutare. Dio non impone la sua grazia ma la propone e la creatura da Lui amata, la creatura libera la può anche rifiutare. Dio è amore ma l’amore non riesce più a far nulla quando è rifiutato.
Maria ha detto invece il suo sì: “Ecco la serva del Signore!”.
Sa la sua identità: è la serva del Signore. È nata per servire il Signore e per questo è piena di gioia perché sa che fin dalle sue origini è stata scelta per collaborare, per servire il Signore. Non c’è tristezza maggiore di quella di chi è anziano e non si sente utile a nessuno. Se invece uno sa di essere utile a qualcuno è pieno di gioia perché gioisce nel sapere che tramite il suo servizio ha reso gioioso qualcun altro, è stato utile a qualcuno.
Maria ha capito questo ossia che siamo nati per amare, siamo nati per servire: “Avvenga di me secondo la tua parola”.
Maria dà dunque l’assenso alla volontà di Dio e lo dà con gioia ben diversamente da come molti di noi cristiani ogni volta che fanno qualcosa per gli altri lo fanno con fatica o quando dicono di obbedire alla volontà di Dio lo dicono come se obbedire a Dio fosse portare un peso immenso. Chissà cosa penserà Dio di questi cristiani? Come a noi non piace essere assecondati di malavoglia penso sarà così anche per Dio. Dio è amore e ama chi dona con gioia.
E questo è stato il modo di servire di Maria. Dio non ha nulla da chiedere a noi, Dio è solo amore, dono. Se ci chiama a mettere in pratica la sua volontà è soltanto per darci mille volte di più di quanto possa sembrare di dare. La volontà di Dio da seguire non è un capriccio di Dio o una sua esigenza, ma è il sentiero della vita piena. Maria sapeva benissimo che Dio non è un esattore ma è un Dio generoso, è il nostro Dio che ci ama tanto.
Tornando a noi, al voto che rinnoviamo stasera. Voto di fedeltà a Dio attraverso Maria.
Come Maria mettiamo la nostra libertà a servizio di Dio.
Serviamolo e troveremo gioia e significato alla vita nel servirlo.
Troveremo la gioia e potremo anche diffonderla questa gioia.
Non solo: se ci metteremo a servizio della volontà di Dio che non impone nulla ma che rispetta la nostra libertà, riusciremo anche a sconfiggere, a debellare o quanto meno a ridimensionare le pesti del nostro oggi.
Poiché come per Maria la volontà di Dio era che per opera dello Spirito Santo entrasse Cristo nel mondo per salvarlo dalla morte eterna e dal peccato, così per noi la volontà di Dio è continuare ad entrare nelle nostre vite affinché si mettano al suo servizio, al servizio del suo amore per diventare operatori di bontà e di pace, operatori di giustizia e di bene, costruttori di quella civiltà dell’amore che non ha spazio per le pesti che l’egoismo dell’uomo anche oggi tende a diffondere.
Cari amici, guardiamo a Maria! So bene che oggi è difficile. Che oggi la nostra cultura non è più come quella di 368 anni fa. Ma guardiamo ancora a Maria e con Maria mettiamoci a disposizione di Dio per costruire un nuovo mondo, una nuova città segnata non dalle crisi, non dalle pesti, ma dall’amore e dalla comunione. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina