Omelia nella Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria e Atto di Affidamento

Tivoli, Cattedrale di San Lorenzo Martire, Venerdì 8 dicembre 2023

Signor Sindaco, illustri autorità, cari Canonici del Capitolo della Cattedrale, sacerdoti, fratelli e sorelle nel Signore!

Dopo 367 anni anche oggi il popolo tiburtino si ritrova qui per rinnovare il Voto che fece a Maria Immacolata affinché, per Sua intercessione Tivoli fosse salvata dal flagello della peste.

Si ritrova qui grato.

Il dono che anche quest’anno il Comune a nome di tutti i tiburtini ha voluto fare alla Cattedrale dove si venera l’immagine della Vergine Immacolata ne è un segno bello e che apprezziamo.

Ma ben sappiamo che altre “pesti” ogni anno si aggiungono a pesti antiche e per grazia di Dio superate anche per i progressi della scienza e della medicina. “Pesti” che partono dal cuore dell’uomo: un cuore assetato di potere, di affermazione dell’uno sull’altro o sull’altra. Pesti che prendono il nome di guerre, liti familiari, egoismi che causano sconvolgimenti climatici di grande e preoccupante portata, miseria sempre più estesa … potremmo continuare … Vorrei solo sottolineare quest’anno la peste dei femminicidi segno di una errata comprensione della donna, di una sua cosificazione, di un desiderio da parte di molti uomini di impossessarsi e disporre di esse come fossero cose.

A Maria Immacolata, quindi, stasera chiediamo ancora di liberarci dalle “pesti” che contaminano la nostra povera umanità!

Ed è in questo contesto culturale e sociale che celebriamo oggi l’Immacolata. Ossia desideriamo continuare a guardare a Maria, la donna preservata dal peccato originale per essere la degna Madre del Signore che nel suo primo Natale al quale ci stiamo preparando è venuto a visitarci e continuamente viene a noi per farsi accogliere, per darci pace, libertà vera, salvezza, gioia, speranza! Per ridarci la dignità perduta a causa del peccato delle origini.

Ma rileggiamo il Vangelo che la liturgia ci ha proposto:

Dio manda un angelo a Maria. Le cose di Dio partono da Dio. Il primo uomo e la prima donna hanno peccato, l’uomo e la donna hanno cercato, come sempre cercano, di sostituirsi a Dio e così cadono nel peccato. Dio che li ha creati e vuole loro bene, ci vuole bene!, non si arrende e manda un angelo. Prende l’iniziativa per darci una vita nuova, per salvarci dal peccato e dalla destinazione “morte eterna”, Dio ci vuole salvare. E ci propone il Suo piano di salvezza affinché lo accogliamo lasciando a Lui i destini della nostra vita.

Dio ci vuole salvare ma non è facile per l’uomo di ogni tempo lasciarsi salvare. Anche oggi l’uomo desidera vivere come se Dio non esistesse, vorrebbe salvarsi da solo escludendo Dio ma così facendo non fa altro che aggravare la sua situazione. Vorrebbe risolvere da solo i problemi nei quali è immerso e spesso si trova in problemi peggiori rispetto a quelli che dovrebbe risolvere. Si trova come si suol dire “nelle pesti”, pesti diverse a seconda dei tempi nei quali vive o pesti del cuore che si assomigliano nonostante il tempo che trascorre ma ugualmente pesti che lo attanagliano e distruggono.

L’angelo mandato da Dio a Maria esordisce così: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”.

Nelle tenebre del mondo lontano da Dio, Dio prende l’iniziativa invitando innanzitutto Maria alla gioia.

E questo lo fa perché per dare spazio a una vita nuova occorre rompere l’alleanza con la tristezza e con l’infelicità.

C’è un peccato capitale, infatti, che attanaglia l’uomo quando perde il senso di Dio, quando vuole sostituirsi a Dio e così sperimenta soltanto la sua imperfezione e caducità. È il peccato capitale che gli ortodossi aggiungono ai nostri sette ed è il peccato della tristezza. Papa Francesco in Evangelii Gaudium la descrive così: “una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come il più prezioso degli elisir del demonio” (EG 83).

In questo contesto triste, malinconico, che conduce l’uomo alla depressione e al vuoto l’angelo dice a Maria: “Rallegrati!”. Dio non tradisce il suo progetto di amore per l’umanità, è fedele alla sua creatura. Credi allora al bene, alla gioia, a che è possibile che tutto cambi! Pare dire a Maria e anche a noi.

Maria, umile, rimane turbata ma l’angelo continua: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”.

L’angelo invita Maria a sfidare la paura, il timore di non farcela, quella paura e quel timore non buono che ci impediscono di compiere le opere di Dio. Attenzione, però, non è un invito a disobbedire alla paura con la forza ma “Perché hai trovato grazia presso Dio”. Nessuno potrà vincere le sue paure senza affidarsi a Dio che è padre e ci protegge e guida davanti ad ogni avversità e paura che sperimentiamo nella vita.

E infine l’angelo dice un’ultima parola a Maria: “Nulla è impossibile a Dio!”.

Le cose di Dio non sono secondo la nostra debolezza ma secondo la Sua potenza. E l’uomo deve abbandonarsi a Dio, non calcolarlo con le sue misure umane, ma riconoscendolo continuamente Dio.

E Maria accetta e risponde: “Avvenga per me secondo la tua parola!”. Non: “Mi impegno”, “Ci penso”, “Mi rassegno” … no, senza mediocrità Maria dice “avvenga”, ossia “accada proprio come dici!”. Maria non ha paura di affidarsi a Colui che la sceglie e la chiama a essere piena di gioia per dare gioia al mondo.

E così Maria diviene per tutti modello di ciò che grazie al Battesimo anche noi possiamo e dobbiamo essere: aperti alla grazia e alla misericordia di Dio che viene a vincere le nostre debolezze, le nostre “pesti” interiori ed esteriori, per ricevere e dare gioia a un mondo che, se perde Dio, è destinato solo alla tristezza e a rimanere nella peste.

Oggi dunque guardiamo a Maria!

Alla donna umile ma che con la sua umiltà ha avuto coraggio, si è affidata a Dio che l’ha scelta e preservata dal peccato originale per essere la donna forte, che generando Cristo ha debellato il diavolo, il male, la tristezza nel mondo.

In questi giorni dove a causa del barbaro omicidio di Giulia Cecchettin si è tanto parlato del rispetto per la dignità della donna, mi sia permesso di indicare in Maria la donna forte, la vera donna forte a cui guardare e da imitare. Forte perché umile, forte perché piena di Dio ha vinto il male e, tutta pura, ha generato Cristo al mondo.

Guardando a Maria vorrei che tutti imparassimo a guardare alla fortezza di tante donne. Che non è la forza che rende chiunque le sia sottomesso una cosa, che non è la forza del patriarcato (che ormai dal ’68 in poi è andato ben in crisi) o del matriarcato, in un clima culturale dove la donna cerca di imporsi “maschilizzandosi” ed entrambi – uomini e donne – cercano quella forza che viene conferita dal potere, dal comando, dalla sovranità umana.

Bensì la forza di Maria è la forza dell’anima, la forza di quella dimensione femminile (presente in ogni essere umano) che esprime relazione e non forza, armonia e non imposizione di sé. È la forza della capacità della donna di accogliere la vita in lei e generarla al mondo, di stare ad essa vicina come Maria è stata vicina a Gesù fin sotto la croce, la forza di chi sa liberarsi da ogni “arcato” ossia da ogni logica di forza umana per combattere e far del male all’altro educandosi ed educando a sciogliere ogni segno di “arcato” che c’è in noi per essere soltanto aperti alla forza dell’amore che Dio infonde in ogni anima come ha infuso in Maria che umile, debole, timorosa si è aperta alla grazia e ha generato per noi l’autore della vita.

Cari fratelli e sorelle, forse la mia sarà una conclusione semplicista. Ma se l’uomo e la donna oggi vivono giorni così tristi è perché non sanno più aprirsi a Dio e quando l’uomo non vive più nell’armonia sotto lo sguardo di Dio accade come per Adamo ed Eva, si scoprono nudi, si incolpano a vicenda, la logica del peccato e della forza senza Dio si estendono, e come per Caino e Abele l’uomo giunge anche ad uccidere il fratello non riconoscendo più la dignità altrui.

Guardiamo a Maria, da Lei impariamo ad accogliere Colui che non ci abbandona, da Lei impariamo a rispettare la dignità della donna, di ogni donna che in Maria ha un modello a cui continuamente guardare ed ispirarsi, rimaniamo in atteggiamento grato verso le donne, grandi nella dignità come l’uomo – entrambi creati da Dio ed amati da Lui – perché insieme in un disegno armonico e complementare, che deve tornare a svolgersi sotto lo sguardo di Dio – sguardo paterno e materno nello stesso tempo – la nostra umanità ritrovi la gioia e l’armonia che Dio creatore e Padre le ha voluto dare da sempre e per sempre fino a quando tornerà nell’ultimo giorno. In Maria Immacolata anche l’umanità torni ad essere santa e immacolata vivendo al cospetto di Dio nella verità e nella carità. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina 


ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA
Nel giorno del rinnovo del Voto della Città di Tivoli all’Immacolata 1656-2023

Il Vescovo: Immacolata Madre di Dio, Beata Vergine Maria, noi figli ed eredi di coloro che in pubblica assemblea affidarono sé stessi e questa nostra Città alla tua protezione materna per essere liberati dal flagello della peste, oggi, animati dalla fede, siamo qui ancora vittime di molte altre pesti che devastano il mondo intero, per implorare per l’ennesima volta la tua intercessione di Madre per tutti i tuoi figli.

Tutti: Beata Vergine Immacolata, madre dei viventi di generazione in generazione poiché il tuo amore materno abbraccia insieme il Capo e tutto il Corpo Mistico che è la Chiesa che cammina nei secoli, noi ci rivolgiamo a Te, ci affidiamo a Te!, sicuri che ascolterai il nostro grido e lo presenterai al tuo Figlio, Gesù, perché lo ascolti.

Fiduciosi nella Tua intercessione materna ti chiediamo dunque di salvare noi e questa nostra povera umanità che rappresentiamo.

Vescovo: Dalla peste del nostro aver perso il riferimento costante nella vita alla Parola del Tuo Figlio Gesù,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste del non sentire più la necessità dell’incontro con Gesù nella partecipazione alla Messa domenicale,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste dell’odio e delle divisioni nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nella Chiesa e nella società civile,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste dell’egoismo che ci fa pensare solo a noi e non ai nostri fratelli e sorelle più poveri, anziani, indigenti, ammalati,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste delle guerre che ancora insanguinano tante parti del mondo,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste del riscaldamento globale, dell’inquinamento, e dell’incapacità da parte dell’uomo di salvaguardare la bellezza del creato,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste della incapacità di rispettare, difendere e promuovere la dignità di ogni essere umano dal suo concepimento fino alla sua morte naturale,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste dei femminicidi sempre più numerosi ai nostri giorni,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste dell’aborto,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste delle malattie, delle pandemie, e di chi lucra sulla salute altrui,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste dei fenomeni naturali che prostrano l’umanità, dalla peste dei terremoti, delle alluvioni, da ogni tipo di catastrofe naturale,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste della corruzione, dell’illegalità, della non trasparenza nell’uso del denaro e del potere affidato dai cittadini a chi si pone tramite la politica al loro servizio,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste della mancata educazione ai valori fondamentali della vita che i giovani desiderano siano loro trasmessi,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste della disoccupazione,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste del cuore chiuso verso l’accoglienza di chi giunge a noi da lontano per fuggire da situazioni di guerra, povertà e persecuzione,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste della ricerca di felicità attraverso l’uso di sostanze stupefacenti, l’alcool, il gioco d’azzardo, l’alienazione dalla vita reale,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste della dipendenza dai social network e da tutto ciò che ci impedisce di entrare in relazione reale con il prossimo,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste degli abusi spirituali e sessuali sui minori, sui fragili, sulle persone vulnerabili,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste del peccato,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste di ogni peccato,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: Dalla peste di tutti i peccati,

Tutti: Salvaci o Maria!

Vescovo: O Maria, accogli la nostra supplica, noi ci affidiamo ancora una volta a Te e per la tua intercessione materna ottienici la salvezza di cui più abbiamo bisogno per rimanere uniti a te e con te vivere in unione e alla sequela del Tuo Figlio divino, Gesù, che vive e regna con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Tutti: Amen!