Omelia nell’XI anniversario della morte di Mons. Pietro Garlato, Vescovo emerito di Tivoli

Tivoli, Basilica Cattedrale di San Lorenzo Martire, Lunedì 29 aprile 2024

Cari fratelli e sorelle,

sono ormai trascorsi 11 anni dalla morte del Vescovo Pietro di cui anche quest’anno suffraghiamo l’anima.

Ogni anno, il giorno anniversario della sua morte coincide con la Festa di Santa Caterina da Siena e la Parola di Dio ci invita a camminare nella luce e a lodare e benedire con Gesù il Padre perché si rivela ai piccoli che si affidano a Lui, che accettano di andare a Lui e deporre in Lui ogni stanchezza per trovare ristoro, quel ristoro che è la sapienza che possiedono tutti coloro che tra le vicende della vita non confidano tanto nel loro sapere, nella loro scienza, ma in Dio, nel Dio al quale si abbandonano apprendendo così la vera sapienza, la sapienza dell’amore!

Sicuramente Caterina ha camminato nella luce della verità del Cristo ed è stata in comunione con Dio e con gli altri. È stata una cristiana piena e vera. Anche Lei, sicuramente, come tutti avrà conosciuto l’amarezza dell’infedeltà, delle cadute, ma è rimasta sotto la luce di Cristo, si è lasciata sanare e guidare dallo Spirito Santo e così è stata pienamente donna, pienamente umana e ha saputo fare opere grandi.

Ha saputo fare quelle opere che non riesce e non può fare chi confida solo nelle proprie forze e capacità.

Caterina è stata mite ed umile di cuore e così il suo cuore è stato riempito dell’amore di Dio ed è stata una donna forte e dolce insieme che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della Chiesa del suo tempo.

Ha vissuto solo 33 anni ma è stata donna di grande preghiera e penitenza. Intraprendente: fu capace di arrivare dettando le sue lettere e le sue considerazioni fino a Papa Gregorio XI che anche grazie agli appelli di Caterina si convinse a tornare a Roma dopo che era fuggito ad Avignone.

Caterina amava fortemente il Signore, era attratta dal mistero della sua Passione, era una contemplativa dell’amore crocifisso e per questo amava tanto la Chiesa, sgorgata dal sangue del costato trafitto di Cristo.

Semplice, mite, fu forte però nel portare il Vangelo, nel non tacere la verità del Vangelo nemmeno davanti ai potenti dentro e fuori la Chiesa. A Lei ben si addicono dunque le parole di Gesù che benedice il Padre perché si è rivelato ai piccoli, ai piccoli ha fatto conoscere le profondità del mistero della salvezza operata da Cristo.

Mentre rendiamo grazie a Dio per il dono di Santa Caterina che insegna a tutti a camminare alla luce della verità, ad obbedire solo alla verità di Cristo, ad affidarci a Lui e con l’aiuto dello Spirito ci insegna a lavorare per la Chiesa e nella Chiesa, preghiamo anche per l’anima di Mons. Garlato.

Anche lui, come ogni Vescovo, ha lavorato per la Chiesa e ha sofferto per essa. Dalle narrazioni che mi sono state fatte circa il suo operato in questi anni sia a Tivoli che a Palestrina mi pare di poterlo paragonare a Caterina.

Ha sempre cercato di camminare con semplicità nella verità, alla luce di Cristo. Ha sofferto e pagato per la verità. Ha amato la Chiesa e ha anche sofferto per essa, per questa Chiesa tiburtina!

Caterina ha chiesto soprattutto, a gran voce, una coraggiosa riforma dei costumi dei ministri della Chiesa. Scriveva ai sacerdoti: “Il tesoro della Chiesa è il sangue di Cristo, dato in prezzo per l’anima […] e voi ne siete ministro” (Lettera, 209). “Questa dignità non ha l’angelo, l’ho data agli uomini: a quelli che Io ho eletto per miei ministri – leggiamo nel Dialogo, 113 – e che ho posto come angeli”. Caterina continua: “In ogni anima richiedo purità e carità … Ma molto maggiormente io richiedo purità nei miei ministri e amore verso di me e del prossimo loro, ministrando il Corpo e il Sangue dell’unigenito mio Figliuolo con fuoco di carità e fame della salute delle anime … E come essi vogliono la nettezza del calice dove si fa questo Sacrificio, così io richiedo loro la purità e la nettezza del cuore, dell’anima e della mente loro”.

Come non pensare che questo desiderio non sia stato anche quello del Vescovo Pietro?

Verso la fine della vita, a Santa Maria sopra Minerva, Caterina nonostante i suoi sforzi dovette assistere al fallimento della riforma. Sì, il Papa era tornato a Roma, ma ben presto il grande scisma occidentale aveva spaccato la Chiesa per trentanove anni. Caterina era delusa e tristissima per le condizioni della Chiesa. Le lacrime dei santi, disse, si mescolano con il sangue di Cristo. In quel periodo in una visione Caterina vide il suo cuore, quello che Cristo le aveva donato, che le fu strappato dal corpo e spremuto sopra la Chiesa. Caterina davanti a quella visione così pregò: “O Dio eterno, accetta il sacrificio della mia vita nel corpo mistico della santa Chiesa”. E così sopportò le sofferenze di Cristo stesso per la Chiesa ed è entrata interamente nell’agonia di Cristo, nella compassione e in una sorte di corredenzione, per completare nella sua carne ciò che manca ai patimenti di Cristo nel suo corpo, cioè la Chiesa.

Non voglio esagerare ma anche qui il paragone con la sofferenza del Vescovo Pietro per la sua Chiesa, per questa Chiesa che vide sotto il suo episcopato momenti non facili, mi viene spontaneo come mi viene spontaneo ringraziarlo per questo amore a caro prezzo, al prezzo della sofferenza che ha sicuramente offerto per questa Chiesa e per i suoi ministri.

Per questo stasera, per intercessione di Santa Caterina, preghiamo per la sua anima che affidiamo ancora una volta alla Misericordia divina.

E preghiamo anche per noi perché guardando all’esempio di Caterina, del Vescovo Pietro, ci facciamo miti e umili di cuore. Permettiamo a Dio di toccarci il cuore e di camminare alla sua luce, di camminare nella verità e nella libertà che ci permette di dire con le parole e i fatti il Vangelo. Che ci permette di dirlo a tutti senza temere. E che quando non è accolto ci fa accettare la sofferenza, la sofferenza di vedere la Chiesa ed i suoi ministri come non dovrebbe essere. E ci fa decidere per offrire le nostre sofferenze con quelle di Cristo a favore della Chiesa affinché essa sempre rifletta nel mondo la Luce vera, la Luce eterna, la Luce di Cristo. Amen.

+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina